Multato per bacio durante il Tour de France. L’UCI guarda il dito invece della luna
La sanzione a Bernard mette in luce la tensione tra il rispetto delle regole e il riconoscimento dell'elemento umano in uno sport in cui sono ben altre le sfide da affrontare. Ecco quali (di Giuseppe Geneletti)
Durante la settima tappa del Tour de France 2024, Julien Bernard si è fermato per un secondo durante la gara individuale a cronometro, per un breve momento affettuoso, dando un rapido bacio a sua moglie. Questo gesto gli è costato una multa di 200 CHF (circa 205 Euro) per “comportamento indecoroso o inappropriato durante la gara e danno all’immagine dello sport” da parte dell’UCI, l’organo di governo del ciclismo professionistico.
Di solito, le multe sono inflitte per comportamenti come essere trainati dalle auto, ricevere cibo fuori dalle zone designate, gettare bottiglie in aree non consentite o non indossare il casco. La sanzione a Bernard mette in luce la tensione tra il rispetto delle regole e il riconoscimento dell’elemento umano in uno sport in cui sono ben altre le sfide da affrontare.
Dopo lo scandalo del doping di Lance Armstrong, che ha gravemente danneggiato l’immagine dello sport, l’UCI deve risolvere sfide significative nel tentativo di ripristinare la reputazione del ciclismo. Tra le questioni più urgenti, l’uso di motori nascosti e le cadute fatali rappresentano problemi reali che minacciano l’integrità e la sicurezza delle competizioni ciclistiche.
La prima sfida è talmente difficile che David Lappartient, presidente dell’UCI, ha intensificato gli sforzi per rilevare e prevenire il doping tecnologico, offrendo ricompense ai whistleblower (informatori) che forniscano prove sull’uso di motori nascosti nelle gare come il Tour de France. Supportato dall’ex investigatore della Homeland Security, Nick Raudenski, Lappartient ha dichiarato: “Il peggio per l’UCI sarebbe se fossimo informati di un caso di frode tecnologica e non facessimo nulla. Questo distruggerebbe non solo il ciclismo, ma anche l’istituzione stessa”. Il pericolo è reale, infatti, l’introduzione di tablet magnetici per il controllo delle biciclette e l’uso di tecnologie a raggi X per ispezioni post-gara sono parte delle nuove misure adottate dall’UCI per combattere la frode tecnologica.
Oltre al doping tecnologico, la sicurezza dei corridori è un’altra preoccupazione cruciale. Solo ieri, una caduta durante una gara ha provocato la morte del ciclista norvegese André Drege, evidenziando i rischi associati alle competizioni ad alta velocità. Durante la quarta tappa del Tour dell’Austria, Drege è caduto mentre affrontava ad altissima velocità una discesa. Le sue condizioni sono apparse subito disperate e per lui, nonostante l’immediato intervento dei soccorsi, purtroppo non c’è stato nulla da fare. Giada Borgato, ex-ciclista e commentatrice tecnica per la Rai, ha commentato: “Il ciclismo è uno sport pericoloso e la necessaria ricerca della velocità non aiuta nella sicurezza. Difficile dare suggerimenti sul come si potrebbe ridurre l’emorragia di incidenti. Credo che tra le cose da fare ci sia l’evitare gli arrivi in discesa”.
David Lappartient ha affermato che il 50% delle cadute è dovuto all’atteggiamento dei corridori, indicando la necessità di modifiche comportamentali per migliorare la sicurezza. Le attrezzature, come i freni a disco, sono stati messe sotto accusa per il loro ruolo nelle cadute. Il presidente dell’UCI ha proposto l’introduzione di protezioni tipo air-bag per i body dei corridori, nonostante riconosca le difficoltà tecniche di tale implementazione. È anche al vaglio l’introduzione di un sistema di cartellini gialli e rossi, simile a quello del calcio, per punire meglio gli atteggiamenti pericolosi durante le gare. Questa misura mira a ridurre le cadute causate da comportamenti imprudenti dei corridori.
Il caso di Julien Bernard e la sua multa per un gesto affettuoso evidenziano la necessità di un equilibrio tra il rispetto delle regole e l’empatia nel mondo del ciclismo professionistico. Servono misure innovative e un impegno costante sulle questioni sostanziali, per garantire un futuro più sicuro e trasparente per il ciclismo.
“La bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante”.
Durante di Alighiero degli Alighieri (detto Dante).
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