“Chiusi dentro e chiusi fuori”, la minoranza di Azzate critica la gestione dell’ultimo consiglio comunale

I cancelli bloccati a fine consiglio hanno offerto l'occasione alle minoranze per sottolineare come il gruppo di maggioranza abbia "evitato il confronto su questioni cruciali "

Consiglio comunale azzate

Chiusi dentro e chiusi fuori. Comincia così il comunicato stampa firmato dai quattro consiglieri di Progetto Comune, la minoranza di Azzate, una metafora per criticare l’atteggiamento della maggioranza, dopo l’ultimo consiglio comunale. Motivo: il dibattito sull’irruzione dei DoRa durante la festa della Liberazione del 25 aprile 2023 e gli orari di apertura del parco comunale.

Questo il testo del comunicato firmato da Gianmario Bernasconi, Simona Barbarito, Paola Bertaglia, Emanuele Rampi

Chiusi dentro. E chiusi fuori. È stata paradossale la conclusione di un Consiglio comunale già di per sé sconcertante sotto tutti i punti di vista.
Il pomeriggio del 30 luglio (sempre alle 18.00, nonostante le nostre ripetute richieste di convocare il Consiglio in un orario più consono per favorire la partecipazione di consiglieri e cittadini lavoratori), presentiamo la nostra mozione sulla richiesta di riapertura del Parco Comunale nelle ore tardo pomeridiane e serali oltre che nei festivi e prefestivi, per agevolare la socializzazione e la partecipazione alla vita cittadina. Invitiamo inoltre l’amministrazione comunale a definire l’orario di chiusura in sede di Consiglio Comunale, in quanto la gestione del parco comunale in oggetto rientra in un regolamento già approvato in Consiglio.

Ci risponde l’assessore Triveri mostrandoci una stampa A3 con orari stabiliti da un’ordinanza del 2010. A parte il fatto che in ogni caso gli orari del foglio sono differenti da quelli che vengono seguiti a oggi (vi è scritto 19.30 mentre il cancello viene chiuso da un dipendente comunale alle 19.00, quindi è chiaro che neanche l’amministrazione segue alla lettera l’ordinanza del 2010 che aveva tutta l’aria di essere stata rispolverata a seguito della nostra mozione), e non sono mai stati esposti sul cancello del Comune, ci viene risposto che prima di presentare la mozione avremmo dovuto informarci. Certo che ci siamo informati, ma sul sito del Comune, tra le “ordinanze permanenti”, non compare nessuna ordinanza del 2010 sulla chiusura del cancello, per cui è l’assessore Triveri che avrebbe dovuto informarsi, come ha ben sottolineato il consigliere Bernasconi, che quell’ordinanza non aveva più alcun valore, essendo stata emanata ben 14 anni fa e 4 Sindaci fa a seguito di fatti specifici ricordati dal consigliere Leoni. Ma forse aveva ben altro di cui preoccuparsi. Rimaniamo quindi in attesa di un nuovo atto amministrativo, magari una delibera stavolta, su cui confrontarci in Consiglio comunale.

Nel frattempo, ci risulta illecito chiudere il cancello di un parco comunale senza alcun atto e nessun cartello visibile ai cittadini. Fatto sta che al momento di uscire, alle ore 20.00, abbiamo trovato il cancello chiuso e mentre alcuni cittadini pensavano bene di utilizzare il codice del cancello elettrico per le auto sul retro (è normale che il codice venga diffuso a chi non fa parte dell’amministrazione? L’accesso al parco è concesso solo ad alcuni cittadini privilegiati?), noi chiediamo l’intervento dell’amministrazione che si era trattenuta all’interno del Palazzo. Il cancello ci viene aperto e ci viene permesso di uscire, ma ci rendiamo conto di una cosa ben più grave: come noi non saremmo potuti uscire da soli, qualsiasi cittadino non a conoscenza del codice, quindi non vicino alla maggioranza, non avrebbe potuto entrare per partecipare ai lavori del Consiglio comunale. Gravissimo!

Chiusi dentro e chiusi fuori. Chiusa anche la maggioranza, tutta intorno, a quadrato, a sé stessa, per non rispondere all’interrogazione e buttare fumo negli occhi. Ancora più sconcertante infatti, è stato il dibattito sul punto riguardante la nostra interrogazione per avere chiarimenti sul coinvolgimento di un esponente dell’attuale maggioranza negli incresciosi fatti avvenuti il 25 aprile 2023, quando il gruppo nazifascista dei Do.Ra. tentò di irrompere nell’area della festa protestando perché avvertiti da questa persona, allora in minoranza, della presenza di uno striscione a loro dire provocatorio. Ma il dibattito ce lo siamo dovuti conquistare con insistenza perché il sindaco Simone ci aveva tenuto a dire prima di cominciare, che non sarebbe stata possibile nessuna discussione dopo la risposta. Peccato che la risposta non c’è stata! È sintomatico il fatto che il sindaco Simone, dopo anni di interrogazioni da lui proposte quando era in minoranza e a cui seguivano lunghi dibattiti, solo una volta diventato sindaco e solo ieri, solo riguardo un’interrogazione circa il coinvolgimento di un membro di maggioranza nei fatti del 25 aprile 2023, si premura di ricorrere al regolamento per frenare la discussione.

Abbiamo chiesto chiarimenti a seguito della diffusione di un volantino – anonimo sì, ma riportante insinuazioni che gettano ombra sul Consiglio comunale – perché è stata solo l’ultima delle voci che girano da più di un anno su questo tema e confermava il contenuto di un comunicato stampa dei Do.Ra. stessi. Abbiamo sottolineato che più che sventolare il nome di tale consigliere, il nostro principale interesse fosse di levare ogni dubbio dal Consiglio comunale intero. Vogliamo essere sicuri che se mai uno qualsiasi di noi avesse cercato in modo subdolo l’intervento dei Do.Ra. per qualsiasi motivo, mettendo in difficoltà e in situazione di pericolo chi era presente il 25 aprile 2023, questa cosa non sarebbe accettata o giustificata dal resto del Consiglio comunale. Ma il sindaco Simone è riuscito anche a dire: «Stiamo discutendo del niente» ed effettivamente sul niente era basata la loro risposta: sono stati solo capaci di ribadire quanto sia stato bello il 25 aprile di quest’anno, in cui però – ricordiamolo! – non si poteva dire “viva l’Italia antifascista” senza essere zittiti da membri della maggioranza.

Che il sindaco dica, sotto nostra insistenza : «Non c’è nessun fascista o nazista in consiglio comunale» non risponde alla nostra domanda. Bernasconi ha chiaramente chiesto: «C’è chi pensa che qualcuno qui in consiglio comunale abbia cavalcato l’aggressività dei Do.Ra. per finalità di natura politica, e questa cosa mi turba. Io voglio sapere se qui dentro, in questo Consiglio comunale, c’è qualcuno che artatamente ha fatto venire quel giorno i Do.Ra.» Come dobbiamo interpretare questa non risposta: chi tace, acconsente? Evidentemente tutti e 9 i componenti della maggioranza ritengono più “irriguardoso e irrispettoso” nei confronti dei cittadini di Azzate il nostro chiedere lumi sul contenuto gravissimo di un volantino che il non dare una semplice risposta, chiara e trasparente, che non ci stancheremo di cercare.

 

Il volantino anonimo finisce in consiglio comunale: tensione ad Azzate sul “caso DoRa”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Agosto 2024
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