Dopo la fuga a Busto Arsizio dal comando dei vigili il sindacato chiede più sicurezza per gli operatori
In una nota congiunta chiesta a chiara voce l'attivazione di una camera per i fermati così da non ripetersi di situazioni legate alla sicurezza degli agenti
Il caso del 21enne tunisino in fuga dal comando di polizia locale di Busto Arsizio, fatto avvenuto nella giornata di venerdì all’ora di pranzo riaccende il dibattito sulla sicurezza legato da un lato alla salvaguardia degli operatori, e dall’altro alla funzionalità di un comando come quello di Busto Arsizio, prima città del Varesotto con oltre 80 mila persone e dove l’attività della polizia locale risulta fondamentale come presidio del territorio.
I FATTI
Il fatto era stato ricostruito il giorno successivo quando la notizia ha cominciato a circolare. Un giovane cittadino tunisino di 21 anni privo dei requisiti di permanenza sul territorio nazionale era stato fermato da una pattuglia della Pl a Busto Arsizio. Documenti scaduti per la permanenza sul territorio nazionale. Dunque necessità di identificazione certa, fotosegnalamento e nel frattempo l’attivazione piuttosto rapida delle procedure di espulsione che consistono nell’ordine del questore che viene confermato con un’ordinanza del giudice di Pace. Dunque tutte le carte in regola secondo il dettato della legge italiana per il rimpatrio, tanto che era già stato identificato un volo per Tunisi che sarebbe partito da Malpensa alle 22.45. Un rimpatrio “semplice”: il soggetto era in possesso del passaporto e non necessitava l’accompagnamento in aeromobile e nel viaggio di andata da parte di personale della Polaria che si sarebbe semplicemente accertato, una volta preso in carico, del raggiungimento della frontiera aerea di Malpensa.
LA FUGA E IL SEGUITO
Ma questo passaggio non è mai avvenuto dal momento che il giovane è stato tenuto in una stanza del comando della Locale e ha approfittato di un momento di assenza del personale per aprire la finestra e darsi alla fuga. Subito è partito un tentativo di rintraccio del ragazzo: tutti gli agenti sono stati fatti uscire per i viali della città, alcuni anche in borghese per cercare di rintracciare al più presto lo straniero così da poterlo imbarcare verso il paese d’origine. Nelle more di questo procedimento però, alla questura di Varese non sono giunte comunicazioni tali da raggiungere l’ufficio immigrazione, così da rendere più complicata la procedura: gli ordini di rintraccio sono poi partiti in via ufficiale e il nominativo del ragazzo (che ha con sè i documenti) è stato inserito nel database “ced“ interforze a disposizione delle forze di polizia che una volta richiesto il documento al cittadino fermato hanno in tempo reale la sua posizione rispetto alla legge (cioè eventuali precedenti penali e di polizia, e procedimenti in essere). Nella giornata di sabato il questore di Varese Carlo Ambrogio Enrico Mazza si è sentito telefonicamente col sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli.
LE RICHIESTE DEL SINDACATO
Come accennato la tematica della sicurezza sui luoghi di lavoro rappresenta la priorità delle organizzazioni sindacali. «La fuga dagli uffici del Comando di Polizia Locale della Città di Busto Arsizio di un soggetto straniero in stato di fermo per espulsione dal territorio nazionale riportata anche dalla stampa locale e nazionale, rappresenta la conseguenza purtroppo inevitabile di una situazione critica che, permanendo, continuerà a rappresentare un pericolo per l’incolumità sia dei soggetti fermati che degli operatori di polizia», si legge in una nota. «Il problema, infatti, è stato in diverse occasioni segnalato ed evidenziata la necessità di conferirgli massima priorità, considerata la sua funzione a tutela della sicurezza sul lavoro. Purtroppo, le priorità sono tali secondo il punto di vista di chi le detta, e le modifiche necessarie per l’individuazione di un’idonea camera dei fermati sono passate in secondo ordine, non risultando nemmeno in programma un intervento in tal senso». Le organizzazioni sindacali (hanno firmato CISL FP dei Laghi, UIL F.P.L., C.S.A., S.U.L.P.L.) chiedono «pertanto un intervento tempestivo della Politica sul tema, a risoluzione delle problematiche più volte sottoposte alla catena di comando e già a conoscenza dell’Amministrazione da mesi in quanto oggetto di discussione all’ultimo tavolo R.L.S».
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