I luoghi da visitare nel Basso Varesotto secondo Tripadvisor
Delle diverse attività recensite abbiamo provato a stilare una liste delle più visitate tra basiliche e musei dedicati alla storia del territorio, senza dimenticare le aree verdi
Cosa guardano e cosa amano di più gli utenti di Tripadvisor quando vengono nel Varesotto? Abbiamo fatto un giro virtuale per il sud della provincia di Varese, toccando le città di Gallarate, Busto Arsizio e Saronno. Ecco quali sono i luoghi più visitati, ve li proponiamo, con anche alcuni dei commenti più significativi degli ultimi anni.
Gallarate, i luoghi più recensiti
1. Il Museo MA*GA di Gallarate è tra i luoghi della città più recensiti e con più punteggi. Il Museo MA*GA è uno dei più rilevanti musei d’arte contemporanea italiani. «Ho visitato il museo lo scorso anno ed è assolutamente un luogo da tenere presente, le mostre sono molto interessanti e ben allestite. mi ha colpito molto la sala degli arazzi al piano superiore, una atmosfera particolare e suggestiva», si legge tra le recensioni. E ancora: «Per me che capito a Gallarate per motivi non turistici, questo si rivela il ‘museo che non ti aspetti’. Scopro così, non conoscendolo, il legame di questa città con Ottavio Missoni (imperdibili gli arazzi) e un museo in generale molto piacevole per l’architettura (soprattutto quella interna) e per le opere esposte che vanno dal Novecento ad oggi. Il museo è ben strutturato, con ampi spazi aperti e luminosi, è arioso e ricco di servizi, con una buona accoglienza. Fa piacere tra l’altro verificare, anche grazie al funzionale bar esistenti e agli altri spazi d’incontro sia all’interno che nel parco attorno alla struttura, che il museo non è solo un luogo di visita ‘turistica’ ma anche di vita attiva da parte della comunità che qui vi risiede. Gente che frequenta gli spazi per coltivare insieme i propri hobby legati all’arte, ai tessuti, alla cultura in generale; giovani che vengono qui per studiare o anche solo incontrarsi. Promosso a pieni voti e visitato più volte».
2. Chiesa di San Pietro, Gallarate
Edificata intorno al XII secolo, è la più antica chiesa di Gallarate. Alcune recensioni restituiscono il fascino di questa piccola chiesa nel centro storico. «Sono rimasto profondamente colpito dalla bellezza e dalla serenità che questo luogo sacro emana. Situata in una posizione tranquilla e pittoresca, la chiesa è un vero rifugio di pace. Appena entrati, si è accolti da un’atmosfera calda e accogliente. Gli interni sono decorati con affreschi magnifici e vetrate colorate che raccontano storie bibliche con una maestria artistica straordinaria. L’architettura è un perfetto esempio di stile gotico, con dettagli intricati che catturano l’occhio in ogni angolo. Il coro della chiesa è un altro punto forte, con la sua musica che riempie lo spazio di una melodia celestiale. Partecipare a una messa qui è un’esperienza profondamente spirituale, arricchita dalla dedizione del clero e dalla comunità accogliente. I giardini circostanti la chiesa sono curati con amore e offrono un luogo perfetto per la riflessione e la meditazione. Passeggiare tra i sentieri fioriti, ascoltando il cinguettio degli uccelli, è stato un momento di pura tranquillità». E ancora: «La più antica chiesa di Gallarate che si trova in Piazza della Libertà a pochi passi dalla basilica. Di origine romanica ha subito diversi restauri con inserti di arte gotica e barocca che si sono succeduti negli anni. Risalente al XI secolo (secondo alcuni studiosi anche XII) nel corso dei secoli ha avuto diversi utilizzi (da luogo sacro ad usi militari e civili). Dichiarata monumento nazionale nel 1864 è sicuramente da non perdere se si passa a Gallarate».
3. Basilica di Santa Maria Assunta, Gallarate
È la chiesa principale della città. Tra le recensioni si legge: «È bellissima. All’esterno si apprezza ma mai quanto l’interno particolarmente suggestivo e che colpisce grazie anche alla pavimentazione. Anche i pochi inserimenti ‘moderni’ come l’altare principale avanzato sono a mio avviso ben amalgamati con il resto degli arredi storici della basilica. La basilica non è antichissima risale al 1870. Bella la cupola. All’interno affreschi e statue di pregio. Si nota il netto ocntrasto con il campanile che risale infatti al 1454. La cosa si spiega con il fatto che l’attuale basilica venne costruita su un’area dove in precedenza c’erano state due antiche chiese».
Busto Arsizio, i luoghi più recensiti
1. Il santuario di Santa Maria di Piazza, Busto Arsizio
Il santuario di Santa Maria di Piazza (detto anche santuario della Beata Vergine dell’Aiuto) è situato nel centro storico di Busto Arsizio, dove sorgeva una precedente chiesa dedicata alla Madonna, che a sua volta aveva sostituito una cappella risalente all’epoca della cristianizzazione. Questo santuario mariano fu costruito rapidamente tra il 1515 e il 1522. Tra le recensioni: «È un bellissimo santuario del 500 affreschi molto belli molto suggestivo dedicato alla Madonna dell’aiuto chi passa da busto Arsizio deve assolutamente visitarlo». E ancora: «È un bellissimo santuario del 500 affreschi molto belli molto suggestivo dedicato alla Madonna dell’aiuto chi passa da busto Arsizio deve assolutamente visitarlo». Da un punto di vista storico e architettonico un’altra recensione spiega: «Esternamente è un volume prismatico sormontato da un tiburio ottagonale con galleria di archi e parapetto a baluastrata, ornato da pinnacoli e culminante in una lanterna a due ordini sovrapposti, (nell’insieme si distinguono caratteristiche rinascimentali). Le due facciate del corpo prismatico sono scandite da quattro lesene, di cui le due interne affiancano il portale; una sulla piazza e l’altra laterale. Alla vista il complesso si presenta semplice, elegante e poderoso. All’interno ha una pianta ottagonale, con lesene, archi e quattro nicchie angolari; arricchita da un ampio presbiterio a pianta rettangolare. La cupola, ha otto spicchi nervati con dipinti a lacunari, è sostenuta da un tamburo ornato da una sequenza di nicchie con figure scolpite. Inoltre l’interno è ricco di dipinti, stucchi, decori e affreschi estendendo visivamente effetti volumentrici e plastici. Si evidenziano: il Polittico dell’Assunta opera di Gaudenzio Ferrari e la staua in legno policromo della Madonna dell’Aiuto collocata sopra l’altare nello spazio centrale dell’abside. Il campanile in mattoni risale al 1584, negli anni 1886 e fino al 1943 a più riprese è stato ulteriormente innalzato con l’aggiunta in sommità del campanile, costituito da un prisma quadrato per l’orologio, la cella campanaria, la lanterna e il cupolino». è
2. La Chiesa di San Giovanni Battista, Busto Arsizio
La basilica collegiata prepositurale di San Giovanni Battista è uno dei principali luogo di culto cattolico di Busto Arsizio, dedicato a uno dei patroni della città. Come la chiesa di San Michele Arcangelo, anche questo edificio sorge sui resti di una cappelletta longobarda di circa otto metri di larghezza. Nel 1948 la chiesa è stata elevata alla dignità di basilica minore. Il campanile a base quadrata, in muratura a vista, risale al periodo tra il 1400 e il 1418; costituisce la parte più antica dell’edificio attuale. «Basilicata splendida sempre. Ha il suo fascino piena d’arte e di storia facciata bellissima sempre e bello venire a visitarla».
3. Parco Alto Milanese
Il Parco Alto Milanese è una area naturale protetta della Lombardia in qualità di Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) e interessa il comune di Legnano, nella città metropolitana di Milano, e i comuni di Busto Arsizio e Castellanza in provincia di Varese. La superficie del parco copre circa 360 ettari, di cui circa 178 nel comune di Legnano, 126 nel Comune di Busto Arsizio e 53 nel comune di Castellanza, in una vasta area alla periferia dei tre comuni interessata prevalentemente da attività agricola. «A pochi passi da casa, vivendo a Busto Arsizio, questo parco permette salutari camminate e corse in mezzo al verde dove la città sembra quasi lontana!».
Saronno, i luoghi più recensiti
1. Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, Saronno
Il santuario venne eretto nel 1498 dal popolo di Saronno per dare ospitalità al simulacro della Madonna del miracolo, una statua della seconda metà del XIV secolo, posta allora in una cappella sulla strada Varesina, ritenuta dispensatrice di miracolose guarigioni. Il territorio lombardo si arricchiva così di un nuovo santuario mariano che divenne presto meta importante di devozionalità e che si arricchì con il tempo di formidabili tesori d’arte, spiega Wikipedia. E su Tripadvisor si legga: «Passeggiando per Saronno sono entrato dentro questo antico santuario che all’interno custodisce una statua miracolosa della madonna. All’interno ai lati della navate trovate le statue del cenacolo e della deposizione dalla croce. All’esterno la torretta dell’orologio con la meridiana». E ancora: «Si affaccia su una piazzetta ariosa nel cuore di Saronno, il Santuario della Vergine dei Miracoli, affiancato da uno dei campanili più belli della Lombardia. La facciata del Pellegrini, con i pensosi telamoni ai lati del portale, con i fregi, le balaustre e le statue, è maestosa e solenne. Ma sono gli interni a travolgerci con la bellezza degli affreschi cinquecenteschi. Merita una visita e sedersi con il naso all’insù, apprezzi il silenzio e l’atmosfera».
2. Teatro Giuditta Pasta, Saronno
Il Teatro Giuditta Pasta di Saronno è stato fondato nel 1990 per volontà dell’amministrazione comunale della città di Saronno, dove ogni anno viene proposta una rassegna coroposa. Tra le recensioni positive: «Siamo stati a vedere Enrico Bertolino sempre entusiasti del nostro teatro: ambiente, visibilità, acustica, comodità di parcheggio. E la partecipazione è sempre massima.
Un vero punto di riferimento per Saronno e non solo (e pensare che doveva essere demolito)». E ancora: «Ubicato vicino all’uscita autostradale di Saronno, piccolo teatro con un personale gentilissimo. Davanti sorge un supermercato che viene utilizzato per parcheggiare le auto. Il teatro presenta una sorta di pergolato alle pareti e qualche sedia un po’ deteriorata. Servirebbe qualche piccola manutenzione. Visuale buona».
3. Museo della Ceramica Giuseppe Gianetti, Saronno
In una casa-museo degli anni ’30, il museo è dedicato alla ceramica settecentesca. Ospita una collezione di porcellane europee, italiane, orientali e di maioliche. Il nucleo principale è costituito da porcellane di Meissen e di importanti manifatture italiane. Vi è inoltre una sezione contemporanea di opere in ceramica di artisti locali e nazionali. Le recensioni: «Il museo Giuseppe Giannetti venne inaugurato nel 1994 ed ospita una collezione di ceramiche del 700/800 e contemporanee, porcellane e maioliche , raccolte e collezionate da Giuseppe Giannetti. Il museo è all’interno di una villa del 1936 che conserva intatti il mobilio, i marmi, i pavimenti, i quadri, i lampadari, ecc. dell’epoca. Il museo è diviso in 7 piccole sale, disposte su due piani; l’ingresso è a pagamento ed spesso vengono organizzati laboratori didattici ed eventi. E’ aperto di pomeriggio, solo alcuni giorni della settimana». E ancora: «Si tratta di un piccolo museo sorprendente. Io non amavo le ceramiche che ho cominciato a comprendere dopo averlo visitato. Il livello delle opere esposte è altissimo. Cortese l’accoglienza. Saronno sorprende con questo museo. Da visitare».
4. MILS – Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese, Saronno
Un luogo per raccontare le donne e gli uomini che sono stati tra i protagonisti della storia del territorio. «Una volta entrati in questo spazio sembra di tornare indietro nel tempo tra gli oggetti e i macchinari che si possono vedere e il viaggio è davvero molto interessante: parti di stazioni, di treni, di industrie saronnesi, vecchie radio e televisioni. L’ingresso è libero e gratuito e il personale è molto gentile.» E ancora: « Il museo propone uno sguardo completo sulla realtà di Saronno: una piccola città, ma con un’alta concentrazione di industrie di grande valore, compresi marchi molto noti. Il museo è tutto gestito da volontari, per lo più ex operai o dirigenti delle industrie che hanno vissuto il tempo in cui le fabbriche erano tutte attive. La collezione copre le diverse tipologie d’industrie, da quelle tessili (come la Frua, poi associata alla milanese De Angeli) a quelle meccaniche, come la Isotta Fraschini che produceva automobili e motori, dall’elettronica (Phonola) fino alla produzione alimentari, con il celebre Amaretto di Saronno e i biscotti della Lazzaroni. Estesa anche la collezione di treni, locomotive e carrozze che ricordano il ruolo delle Ferrovie Nord Milano nello sviluppo della città. C’è persino un apparato di manovra degli scambi completo e manovrabile. Il museo non è interattivo, ma spesso organizzano laboratori per bambini. Alcune sezioni – come i treni o le macchine per fare i dolci – si prestano bene anche a far divertire i bambini».
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