I penalisti di Busto Arsizio visitano il carcere: “Migliorano le condizioni dei detenuti ma rimane il sovraffollamento”
Una delegazione della Camera Penale ha effettuato una visita approfondita della casa circondariale di via per Cassano riscontrando un miglioramento sia a livello strutturale che nell'area trattamentale. Genoni: "Servono soluzioni politiche serie"
Sono entrati alle 9,30 e sono usciti alle 15,30. È stata una visita particolarmente approfondita di tutte le sezioni dell’istituto, dalle celle alle varie zone dedicate alle attività fino agli spazi esterni, quella effettuata questa mattina (giovedì) da una delegazione della Camera Penale di Busto Arsizio all’interno della casa circondariale di via per Cassano.
Il giudizio complessivo degli avvocati, capitanati dal presidente Samuele Genoni, è positivo rispetto ad un anno fa anche se la struttura sconta problemi non risolvibili direttamente dalla direzione come il sovraffollamento e il problema delle sezioni chiuse.
Le migliorie dal punto di vista strutturale consistono nell’imbiancatura della maggior parte delle sezioni e nell’installazione di ventilatori in tutte le celle che hanno migliorato le condizioni di vita nelle celle.
Gli avvocati hanno preso atto positivamente anche dell’aumento dei detenuti ammessi al lavoro; l’amministrazione carceraria, infatti, vuole implementare il numero di chi lavora ampliando la rete di attività che collaborano col carcere. La Camera Penale ha potuto constatare che è partita anche l’attività della falegnameria interna che sta ristrutturando gli arredi del carcere stesso.
Rimane, come anticipato, il grave problema del sovraffollamento con 440 detenuti su 280 posti disponibili con parecchie celle con tre letti. Risolto, invece, relativamente in fretta il problema della mancanza d’acqua emerso negli ultimi giorni: tutto l’istituto era rimasto senz’acqua ma il problema è stato risolto con la sostituzione di un pezzo che si era danneggiato.
Altri problemi irrisolti sono la mancanza di educatori, anche se finalmente si è raggiunto il numero previsto dalla pianta organica (che però è tarato sui 280 detenuti) e la mancanza di specialisti in area sanitaria: gli avvocati specificano che si tratta di un problema che non dipende dall’amministrazione carceraria ma dal fatto che questi posti sono poco ambiti anche per via delle paghe troppo basse.
Una riflessione finale, poi, sul dibattito in corso in queste settimane nella politica per trovare una soluzione al problema del sovraffollamento, quella di Samuele Genoni: «È vero che questo governo non ha causato il problema ma non vediamo da parte loro proposte sensate. Andrebbe approvata la la proposta Bernardini-Giachetti sulla liberazione anticipata (passare da 45 a 75 giorni lo sconto di pena ogni sei mesi, in caso di buona condotta) e misure alternative alla detenzione. Non vogliamo provvedimenti svuotacarceri ma soluzioni ragionate che possano alleggerire le situazioni più critiche, favorendo il reintegro del detenuto nella società civile».
Domani, venerdì, saranno i penalisti di Varese a fare visita alla casa circondariale di Varese.
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