Mandole “svela” il nuovo Mannion: “Sarà più tosto anche in difesa”
Prime parole da capo allenatore della Openjobmetis per il coach argentino. "Nico vuole crescere anche in quella situazone. E abbiamo preso giocatori capaci di migliorare la squadra in retroguardia"
Designato da due mesi, ufficializzato da pochi giorni, Herman Mandole parla per la prima volta con addosso i gradi di capo allenatore della Pallacanestro Varese, secondo argentino nella storia biancorossa a ricoprire questo ruolo dopo un “nume tutelare” del basquetbol albiceleste come Ruben Magnano.
Da due anni a Varese nel ruolo di assistente, Mandole conosce già i meccanismi della società e – cosa ancora più importante – del gioco adottato dalla Openjobmetis sotto la guida di Luis Scola. Ma nel suo primo discorso nomina a più riprese quella “difesa” che non è certo stata il marchio di fabbrica nei campionati più recenti. Di più: Mandole accosta la fase difensiva a quello che è riconosciuto come leader dell’attacco varesino, la stella Nico Mannion.
«Sono contentissimo che sia rimasto e vi dico che quest’anno Nico avrà un ruolo più rilevante anche in difesa. Se desidera arrivare al massimo livello del basket internazionale deve migliorare in quel fondamentale: è lui stesso a volerlo e lo vogliamo anche noi. Tutti conosciamo le sue qualità in attacco e quanto siano importanti per noi, ma è sua intenzione diventare più tosto anche dietro: è intelligente, ama questo sport e vuole completarsi».
Mandole non intende ovviamente ridisegnare il modo di giocare dell’Openjobmetis, sia chiaro, ma anche affrontando l’argomento “mercato” spinge il tasto sulla retroguardia. «La squadra mi piace molto e penso che sia un po’ diversa dagli anni scorsi perché tutti i giocatori che sono arrivati hanno un passato di livello superiore in difesa. Con la dirigenza abbiamo lavorato proprio sotto questo aspetto e Marco (Legovich ndr) si occuperà di ciò in prima persona: se capiranno quello che vogliamo a guardia del canestro, anche l’attacco funzionerà meglio».
Attacco di corsa e di tiro, come sempre. «Ma anche qui voglio fare una precisazione – è il pensiero di Mandole – Non sono d’accordo con il fatto che Varese sia una squadra che vuole il tiro da 3 punti. Noi per prima cosa vogliamo andare al ferro a segnare un canestro. Se poi la difesa si chiude, possiamo tirare da lontano ma anche qui selezionando la conclusione: non vogliamo forzare ma costruire tiri aperti. Che poi è quello che cercano anche le altre squadre seguendo magari la strada diversa, quella di appoggiare il gioco in post basso per poi riaprirlo sull’arco».
Interpellato sulla situazione di Leonardo Okeke, coach Mandole segue la linea di patron Scola («Abbiamo bisogno di tempo per capire quello che succederà. Leo è sospeso e a nessuno piace la situazione ma dobbiamo attendere») e preferisce parlare dall’altro pivot a disposizione, Kao Akubundu-Ehiogu: «Se da un lato ha poca esperienza, dall’altro può portare caratteristiche positive “speciali”. Basti dire che Mannion mi ha detto che con Kao può tranquillamente arrivare a dieci assist a partita (ride ndr).».
Infine Mandole pronuncia, con la dovuta cautela, quella parola che tutti vorrebbero mettere come obiettivo: playoff. «L’obiettivo non è tanto la posizione quanto la nostra performance: se attacchiamo e difendiamo bene e lavoriamo insieme, possiamo fare un buon risultato. So che alla gente piacerebbe tornare ai playoff dove Varese è andata raramente negli ultimi vent’anni: è un obiettivo grande. Se poi il campionato dice che dovremo essere noni, dovremo migliorare, ma se dirà che siamo i quarti saremo molto più contenti».
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