Nell’anniversario della scomparsa di Salvatore Furia ci si prepara a celebrare un secolo di stelle e ottimismo

Oggi moriva il celebre studioso, tanto amato dai varesini. In occasione del centenario della sua nascita, il 22 novembre 1924, la Società Astronomica Schiaparelli organizza una serie di eventi e convegni per celebrare la sua eredità

salvatore furia

«Auguro a tutti gli ascoltatori una buona giornata e nonostante tutto, pensieri positivi». Si chiudevano così le previsioni del tempo del professor Salvatore Furia al Gazzettino Padano. Una bella consuetudine, quasi “una carezza” ai suoi tantissimi, affezionati, radioascoltatori.

Ci lasciava oggi, il 12 agosto del 2010, l’ideatore della Società Astronomica Schiaparelli e fondatore dell’osservatorio astronomico del Campo dei Fiori. Furia è nato il 22 novembre 1924 a Catania e proprio quest’anno si celebra il centenario della sua nascita. La società astronomica sta pensando di organizzare eventi e convegni a fine novembre: il programma è ancora in costruzione ma presto sarà diffuso.

Ecco come, nel 2011, lo ricordava Luca Guido Molinari, presidente della Società Astronomica Schiaparelli.

Molti oggi ricordano Salvatore Furia per le previsioni del tempo e i suoi “pensieri positivi”. Chi l’ha conosciuto per molti anni sa che dobbiamo ricordarlo soprattutto per altre cose: l’instancabile impegno per la legislazione e la nascita dei parchi lombardi in cui si prodigo’ fiducioso anche nell’opera di persuasione dei cittadini, la difesa del verde cittadino e del lago, l’impegno per Sacro Monte, il ruolo che ebbe nel fronteggiare le calamita’ dell’Irpinia (1980) e della Valtellina (1987) – sono ancora vive nei Montoresi la memoria e la gratitudine per il loro cittadino onorario Furia e una loro strada e’ intitolata a Campo dei Fiori -, la valorizzazione del volontariato e il contributo alla nascita della Protezione Civile, la difesa dell’integrità del cielo notturno, e altre battaglie. Fu un esempio di impegno civile appassionato, di parole e comportamenti coerenti, per il diritto e il bisogno di tutti di accostare e conoscere la bellezza della natura, e per proteggerla per le generazioni future. Per i suoi molti meriti ricevette numerose e importanti onoreficenze, e il tributo di gratitudine della Città di Varese: tutta la città si fermò per l’ultimo saluto.

La vita intera di Salvatore Furia si intreccia con la storia della sua creatura più cara, come sovente ripeteva, la Cittadella di Campo dei Fiori: una realtà di persone, strutture e strumenti.

Salvatore Furia giunse a Varese dalla Sicilia a 16 anni e imparò subito la fatica. Ma il suo destino era volare alto. Aveva una grande passione: le stelle. Per anni frequentò lo storico osservatorio di Brera per osservare la Luna. L’altra sua passione fu questa montagna, che frequentò in solitudine e maturando il desiderio di costruire un “osservatorio astronomico popolare”: un luogo aperto, dove la conoscenza fosse offerta e spiegata con parole semplici.
Perseguì il sogno con ostinazione e coraggio e studiando molto, da autodidatta. Senza propri mezzi finanziari, in mezzo secolo costruì la Cittadella. Tanti volontari condivisero il suo sogno e la sua fatica, il piccone e il badile, col sole e con la pioggia, e le notti stellate.

La Cittadella è il risultato di una vicenda umana notevole, una storia che merita un giorno di essere raccontata. Ma essa esiste anche grazie alla generosità di molti privati cittadini, e al sostegno costante degli Amministratori del Comune e della Provincia di Varese, che si sono susseguiti fino ad oggi, dando fiducia a Furia e ai suoi giovani e a chi prosegue la sua opera.

Voglio ricordare le tappe principali:
1958) Zaira Morganti Spina cedeva al professor Furia per una cifra simbolica il telescopio equatoriale Merz – Cooke, che per alcuni anni fu conservato nella sede sociale, allora in Villa Mirabello.
1960) Adele e Sai Vita donarono al Comune di Varese l’ingente somma per costruire l’Osservatorio e la prima cupola, terminata nel 1964.
1962-64) Sofia Stringher Zambeletti donò al Comune di Varese i terreni per costruirvi l’osservatorio e realizzare un parco intitolato ai genitori, Leopoldo e Maria. Il Comune di Varese amplio’ l’area con importanti acquisti da privati, provvedendo alla recinzione.
Il 5 febbraio 1963 fu legalmente costituita la “Società Astronomica Giovanni V. Schiaparelli, centro popolare divulgativo di scienze naturali ”, fino ad allora conosciuta come “Societa’ Astronomica Dilettanti Varesina”.
Alla fine degli anni 60′, finite le risorse finanziarie, l’associazione si impegnò nel duro lavoro manuale di costruzione ed asfaltatura della strada di accesso che avete percorso, che da 40 anni è tenuta aperta al pubblico in ogni momento dell’anno. Furia fu personalmente impegnato nello sparo delle mine e nello scavo col martello pneumatico. Allo stesso modo furono costruiti il basamento della seconda cupola, l’edificio del centro studi botanici, la serra.

Questo stile ha sempre contraddistinto la Schiaparelli.
1984) Donazione alla Provincia di Varese dell’attrezzatura del Centro Geofisico Prealpino per le finalità di prevenzione e sorveglianza del territorio.
1997) I fratelli Mascioni donarono la seconda cupola e parte della strumentazione sismica.
2006) Costruzione dell’edificio con la terza grande cupola, finanziati dalla Provincia di Varese e dalla Regione Lombardia.

Questo susseguirsi di eventi configurò la Cittadella di Scienze della Natura. Un patrimonio di strutture e un parco destinati alla divulgazione popolare e alla ricerca che appartiene al Comune di Varese, ed e’ gestito con entusiasmo e serietà dai volontari della Società Astronomica nel quadro di una collaudata convenzione.
Diversamente, la strumentazione meteorologica e sismica e la rete di rilevamento provinciale sono patrimonio della Provincia, gestito dai ricercatori del Centro Geofisico Prealpino per l’attività di previsione, sorveglianza, e studio, nel quadro di una altrettanto collaudata convenzione.

Come volontari della Schiaparelli confermiamo il nostro impegno affinché tutto continui e si sviluppi. Continuiamo nel solco tracciato dal suo fondatore, con attività culturali, l’accoglienza di visitatori e scolaresche, la formazione dei giovani che qui dedicano il loro tempo libero, la cura del giardino montano, i lavori di manutenzione, lo spalo neve. Operiamo in un’ottica di servizio, di grata collaborazione e di economia.

Come successore del professor Furia nella guida della Cittadella, e custode dei nobili ideali e della memoria dei fatti e delle persone che l’hanno determinata, mi sento di raccomandare al Prefetto, al Sindaco, al Presidente della Provincia, agli Amministratori, di avere a cuore e sempre accompagnarci nella cura di questo piccolo gioiello, sorto in un luogo speciale e con una storia speciale, perché qui sempre si abbiano ad incontrare la bellezza del nostro paesaggio e delle stelle.

La Cittadella sulla cima Paradiso è ancora la casa terrena di Salvatore Furia. E’ il luogo del sogno e dell’eroica impresa, lo dico senza retorica.
Null’altro che una lapide lo segnala; non icone o piccolo altare, ma la magnificenza della natura che egli ha sempre amato e difeso. Da un anno riposa sotto la cupola, ascolta la voce del vento e vede dispiegarsi le fioriture e le stelle. Ma soprattutto, io credo, ascolta con affetto le voci di altri giovani che, come lui, amano e spiegano la bellezza di madre natura.

E’ abbracciando con lo sguardo questo stupendo paesaggio tra cielo e terra, che noi possiamo abbracciarlo spiritualmente, e raccogliere l’invito a conoscere, amare, comunicare, coltivare, educare, perseverare nei pensieri positivi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Agosto 2024
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