Osvaldo Bolloli ci ha lasciato
Classe 1926, era di gran lunga il più attempato atleta tesserato della Lombardia e, forse, dell’intero Paese Italia. Un mito consolidato ormai nel tempo
È lì la piccola bara bianca nella linda e serafica chiesa di Porto Valtravaglia, è la fine della mattinata e tu, Osvaldo non ci puoi sentire, non ci puoi vedere – o forse sì, perché negare che tu ci stia guardando con il solito sguardo languido, colmo di affetto per il mondo che ti circondava – per il commiato al quale tutti noi dobbiamo prepararci, prima o poi.
Eri di gran lunga il più attempato atleta tesserato della Lombardia e, forse, dell’intero Paese Italia, eri un mito consolidato ormai nel tempo; apparivi eterno, inossidabile al procedere dei minuti, delle ore, dei giorni, quasi che questo galoppare inarrestabile della componente tempo – il secondo appena vissuto appartiene già al passato e non puoi sfuggire all’ineluttabile della caducità del momento, impossibile da arrestare, impossibile da cristallizzare, impossibile da fermare – ti lasciasse indifferente, ti sfiorasse solo benignamente a consolidare quel tuo sorriso perennemente presente a confermare la tua filosofia di vita. 30 dicembre 1926, giorno e anno della tua venuta al mondo, ma l’anagrafe non ti vietava di praticare quello sport delle bocce che ti ha visto sovente protagonista ignorando qualsiasi vincolo legato alla carta d’identità.
Solo alla fine del 2023, nel corso del campionato sociale del G.S. Bocciofila Bederese, nell’eliminatoria a terzine Bolloli si trova a duellare con due esponenti appena reduci da un secondo posto in una gara regionale e si difende con valore, sconfigge uno di questi, perde con l’altro fino a disputare, nella lotteria dei pallini, nella quale soccombe, la finale e si leggeva: “Osvaldo è uno splendido, fantastico giocatore di bocce che compie in questi giorni 98 anni. Accosta da maestro, ma non accosta soltanto, boccia di raffa, ma non solo boccia, prende! Prende la boccia o il pallino dichiarati, lasciando attoniti avversari e spettatori. Perde con Testa per un’incollatura, vince con Guidoni e, siccome Guidoni batte Testa, la contesa si deve concludere ai pallini; qui si arena e prevale Guidoni, che poi si aggiudicherà l’ambito titolo di campione sociale 2023”.
Ma non solo in una contesa interna il nostro era in grado di distinguersi, nel 2019, in una gara regionale, Osvaldo vince la sua eliminatoria e si piazza fra i primi otto finalisti soccombendo solo al quarto classificato!
Sembrava impossibile, eppure la piccola bara bianca è lì, quasi a simboleggiare la tua innocenza, la purezza dei sentimenti verso il mondo delle bocce che tanto amavi, nel quale avevi profuso tesori di energie e d’impegno, senza nulla chiedere solo con il piacere di dare, di fornire un concreto aiuto all’organizzazione “facendo i campi”, come si suol dire per la preparazione perfetta dei terreni di gioco, fosse semplicemente una competizione ludica fra amici oppure una gara di livello più elevato.
Eri il “nonno”, un gentile soprannome traboccante d’affetto: i nonni, si sa, sono la ricchezza inestimabile di ogni famiglia.
Sembrerebbe una favola da libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, ma così non è, nessun “Dagli Appennini alle Ande” o “Il piccolo scrivano fiorentino”, bensì “Il mondo di Osvaldo” che sembrava non dovesse interrompersi mai, fino al raggiungimento del centesimo compleanno e oltre.
Così non è stato, rimarrà sempre scolpita la tua figura, attenta, orgogliosa – guai a raccoglierti le bocce per metterle sulla rastrelliera: compito tuo come atleta era, e come tale doveva da te essere espletato! – intenta a duellare con serietà e impegno, come si richiede a un atleta, perbacco.
Tutta La Bederese, la Provincia di Varese, la Lombardia al completo non potrà dimenticarti e presto, nel tuo nome, qualcosa sarà varato, perché Osvaldo Bolloli fa parte della leggenda e le leggende si tramandano, si mitizzano e vanno confluire nell’alveo della cultura popolare scolpita nel granito di quelle Alpi che ti sovrastano da vicino e ti guarderanno sempre con immutato affetto.
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