“Parigi che ospita le Paralimpiadi? Tra le città meno accessibili d’Europa”
In vista dell'inizio dei giochi paralimpici di Parigi il cairatese Simone Gambirasio ha voluto fare un'analisi dell'accessibilità della città durante la sua visita
Il cairatese Simone Gambirasio, nostro carissimo ex collega, in questi giorni è a Parigi a pochi giorni dall’inizio delle Paralimpiadi. Ecco la sua disamina della città dal punto di vista dell’accessibilità ai disabili. La capitale francese non ci fa una gran figura e il nostro Simone, mai tenero anche in patria, ne analizza i (tanti) difetti ma anche i miglioramenti.
Parigi! Città che si appresta ad accogliere le paralimpiadi e una delle città meno accessibili d’Europa. Che combo pazzesca. Ma ci sono cose che sono migliorate e che metto qui a uso delle tante persone con disabilità che visiteranno la città in questi giorni. In ordine sparso:
La RER
Usare la RER richiede assistenza, ovvero mettono una pedanina per superare uno o due gradini. Non chiedetela in aeroporto perché hanno accorpato l’ufficio disabili a quello degli oggetti smarriti (osceno). Per non fare la fila potete chiedere assistenza 24 ore prima a questo link (in inglese non sempre funziona, meglio usarlo in francese): https://www.garesetconnexions.sncf/fr/assistances-psh-pmr. Se la stazione di arrivo non è accessibile vi organizzeranno a spese loro un trasporto in taxi.
Autobus o metro?
Solo una linea metro è accessibile a Parigi, meglio usare gli autobus. L’app “Transport Public Paris 2024” vi consente di calcolare il miglior trasporto accessible dal punto A al punto B. Attenzione: la segnaletica fisica indica come non accessibili delle fermate che invece lo sono, meglio usare l’app. Quando arriva l’autista fatevi vedere e vi aprirà la pedana.
Taxi accessibili e navette per la Paralimpiadi
In Francia non hanno adottato la disability card Europea. Per sconti e ingressi prioritari meglio portarsi il pass del parcheggio azzurro (ad alcuni non piacerà comunque, c’è davvero poca chiarezza).
A Parigi ci sono tanti taxi accessibili! Potete prenotarne uno anche al momento con l’app G7.
Consapevoli di un trasporto pubblico poco accessibile, i parigini hanno organizzato navette apposite per le persone con disabilità che vanno a vedere le gare di olimpiadi e paralimpiadi. Si possono usare solo mostrando il biglietto per una gara.
I monumenti accessibili e come raggiungerli
In molti sostengono che la basilica del Sacro Cuore a Montmartre non sia accessibile: falso. Potete salire con la teleferica e poi entrare in basilica suonando il citofono dell’Hotellerie Sacre Coeur. Lí c’è un ascensore che vi collega tramite una galleria alla chiesa.
Potete accedere alla cima dell’arco di Trionfo ma meglio farsi portare lì in taxi o in auto: c’è un parcheggio disabili apposito per scaricarvi e farvi accedere. Se andate con i mezzi (come me) dovrete fare la mossa suicida di attraversare la rotonda bloccando il traffico sugli Champs Elysees, perché la galleria pedonale non è accessibile. Una volta arrivati all’arco vi metteranno una pedana per superare tre gradini e poi due ascensori portano fino in cima: non adatto a chi soffre di claustrofobia e vertigini, l’ascensore accoglie comunque senza problemi una sedia elettronica standard.
I musei accessibili e quelli no
Louvre: un labirinto con tantissimi ascensori fuori uso e montascale vecchi che non portano più di 150kg sedia compresa (non provate a usarli, io l’ho fatto e non lo rifarò mai più). Ho visto tutto eccetto le statue italiane, gli ascensori non andavano proprio: ridatecele che le mettiamo in un museo accessibile dai. Dovete prenotare prima l’ingresso, anche se gratuito.
– Orsay: non potete vedere tutto tutto ma quasi grazie a un sistema di scivoli per il piano terra. E due ascensori per gli impressionisti. Potete entrare anche senza prenotazione.
Hotel des Invalides è il monumento più inaccessibile di Parigi (sic). Potete vederlo solo da fuori.
Super accessibili Orangerie e Museo Rodin.
Pur avendo un ascensore che raggiunge la cima della Tour Eiffel, se non riuscire a fare passi da sol* potrete salire “solo” fino al secondo piano per una questione di sicurezza (non saprebbero come farvi scendere in caso di guasti). Il biglietto, gratuito, va comunque preso con anticipo. Se non lo avete potete saltare la coda ma rischiate il sold out.
Alla tour di Montparnasse potete accedere all’ultimo piano (chiuso) ma non alla terrazza all’aperto in cima.
Al Pantheon (accessibile solo per metà, non i sotterranei e il piano superiore) c’è una mostra sui giochi paralimpici…. si accede comunque dal lato est e all’interno c’è una piattaforma mobile per salire dei gradini.
Non è accessibile la Conciergerie mentre potrete accedere (senza fila chilometrica) alla Sainte-Chapelle (vi faranno passare dal Tribunale).
– Disneyland Paris e Versailles
Fondamentale portare un documento che certifichi la vostra disabilità per ottenere una tessera saltafila per attrazioni, negozi e ristoranti. Ad alcune attrazioni potete accedere addirittura senza scendere dalla sedia. Sconto per voi e per l’accompagnatore (che non è più gratuito come in passato): potete fare i biglietti direttamente al parco anche se è sold out. Sono andato con la RER che qui non ha un gradini ma un semplice buco tra binario e treno. Meglio chiedere comunque l’assistenza per assicurarsi che vadano gli ascensori (sono pochi e sotto stress visti i molti passeggini).
Versailles completamente accessibile ma meglio una sedia elettronica per fare il parco, a mano potrebbe essere una sfida.
Stazioni e ristoranti
Nelle stazioni e nei locali spesso nessuno parla (decentemente) inglese. Imparate a dire le parole chiave (tipo fauteil roulant) o non ne uscirete. L’ingresso per disabili spesso è indicato con la sigla PMR (personne à mobilité réduite).
Per capire se un ristorante è accessibile Google Maps si è rivelato molto affidabile qui. Spesso prenoto con The Fork (La Fourchette qui) per indicare in anticipo che sono in sedia a rotelle e ottenere un posto facile da raggiungere.
E questo più o meno è tutto. Parigi fa battere il cuore e merita sempre. Mi permetto di dire che francesi e italiani avrebbero entrambi qualcosa da insegnarsi sull’accessibilità. Ma come sempre, con le giuste informazioni, molto si può fare.
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