Preoccupazione a Cuasso dopo l’incendio all’ospedale: “Spazio alle indagini ma aspettiamo da Asst risposte e atti concreti”
Il sindaco Loredana Bonora fa il punto su tutte le questioni messe in luce dall'incendio all'ospedale di Cuasso e attende che Asst Sette Laghi mantenga gli impegni su vigilanza privata e riattivazione del cancello di accesso
«Siamo molto preoccupati. L’incendio di sabato ha messo in luce tutta l’urgenza dei problemi legati alla sicurezza dell’ospedale di Cuasso». Il sindaco di Cuasso al Monte Loredana Bonora è in vacanza per qualche giorno, ma non si sottrae alle domande sulla questione più delicata che sta caratterizzando la sua amministrazione: non solo il futuro ma soprattutto il presente della struttura sanitaria che insiste sul territorio del suo comune con tutto il carico di problemi e di rischi che l’incendio ha messo definitivamente in luce.
«La questione della sicurezza è urgente e prioritaria e i temi sul tappeto sono diversi, a partire dalla questione dell’accesso alla struttura e della sorveglianza, di cui stiamo discutendo da tre mesi in modo molto assiduo – dice Loredana Bonora – Il tema è quello della responsabilità di Asst Sette Laghi, proprietaria della struttura: è possibile che la strada comunale che conduce all’Ospedale e che l’azienda ha utilizzato per 50 anni oggi non sia più “di nessuno”? Perché non viene ripristinato il cancello automatico all’ingresso dell’Ospedale? E’ vero che non basta a fermare chi si vuole introdurre ma è un presidio in più. Richieste che Asst Sette Laghi ha trovato ragionevoli e che dovrebbero portare entro questa settimana alla riattivazione del cancello. Che però non basta, quindi abbiamo chiesto ed ottenuto che Asst Sette Laghi disponga un servizio di vigilanza privata, perché non è giusto che il tema della sicurezza di questa struttura ricada tutto sulle forze di polizia pubbliche. Ci siamo resi disponibili ad integrare con le attività della nostra Polizia locale, così come i Carabinieri, e stiamo attendendo che ci vengano comunicati i turni di questo servizio. Ci è stato garantito che entro la settimana li avremo».
Un altro tema è emerso proprio in occasione dell’incendio: «Come è possibile che in un edificio così, abbandonato, isolato e non presidiato, siano stati lasciati materiali infiammabili? Scatoloni e scatoloni di mascherine, gel e altri materiali accatastati che infatti hanno alimentato le fiamme, costringendo a un certo punto i Vigili del fuoco a raddoppiare il personale intervenuto. Una leggerezza su cui credo sia importante adesso lasciare alle autorità competenti lo spazio delle indagini, per comprendere come mai è stato messo un magazzino con merce infiammabile nell’ospedale di Cuasso nell’attesa dell’inizio dei lavori».
A chiudere il cerchio delle preoccupazioni che il sindaco condivide con molti dei suoi concittadini, il rischio rappresentato dalla collocazione dell’ospedale, immerso in una vera e propria foresta. Cosa sarebbe successo se l’incendio avesse attaccato i fitti boschi che circondano l’ospedale? «Anche questo è un problema serio – dice Loredana Bonora – E’ stata tra le mie prime preoccupazioni una volta avuta la notizia dell’incendio, tant’è che ho chiesto ai volontari dell’antincendio boschivo del Piambello di intervenire sul posto per controllare che le fiamme non prendessero il bosco».
La questione dell’ospedale di Cuasso è a un bivio: «Quello che è successo inciderà sull’inizio dei lavori per l’ospedale di comunità? – si chiede il sindaco – E cosa succede ora al progetto del secondo padiglione? Ne chiederemo conto all’azienda. Sono molto colpita dalle condizioni in cui ho trovato l’ospedale e in maniera molto seria e determinata voglio risposte e informazioni».
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