Soares si gode la medaglia d’argento: “La sognavo fin da piccolo”
Le parole del campione di Besozzo dopo il podio: «Volevamo l'oro ma non abbiamo sbagliato nulla. Un risultato che vale tantissimo». Oppo: «Irlanda fortissima, per noi è festa»
Una volata lunga duemila metri, alle spalle di un’Irlanda inarrivabile ma davanti a una Grecia sorprendente e arrembante per appena 11 centesimi. Quella di Gabriel Soares e Stefano Oppo è un’impresa d’argento da festeggiare e il perfetto epilogo dell’Italia dei pesi leggeri che chiudono qui un’avventura olimpica iniziata nel 1996, pronta a mutare nella nuova disciplina del beach sprint.
«Devo ancora realizzare cosa abbiamo fatto: ci vorranno settimane per comprenderlo» spiega il 27enne di Besozzo, che alla prima partecipazione ai Giochi si toglie il lusso di salire sul podio. «Volevamo l’oro – ammette Soares – la speranza l’avevamo ma poi abbiamo fatto la gara per mantenere l’argento: tatticamente non potevamo sbagliare nulla e infatti non abbiamo sbagliato. Se ripetessimo la regata non farei niente di diverso». (foto in alto: Perna/Canottaggio.org)
Per Gabriel la medaglia è il completamento di un cammino iniziato da lontanissimo: «Una grande gioia avere vinto questo argento che vale oro e che rappresenta un sogno, la mia contentezza è inspiegabile. Desideravo fin da piccolo questo momento: era un sogno salire su questa barca e vincere una medaglia per l’Italia dove sono arrivato con mia mamma Silvana dopo la separazione dei miei genitori. Sono nato a Iguazù dove ci sono le cascate più belle del mondo e ho iniziato a remare per sfogare la mia iperattività. A proposito di mia mamma, mi spiace solo di non averla trovata tra il pubblico dopo la gara: non vedo l’ora di abbracciarla».
Il risultato di Soares scatena la festa un po’ ovunque: «Da Bellagio dove ho vissuto al mio arrivo in Italia fino a Varese e Besozzo dove risiedo (QUI le parole del sindaco Gianluca Coghetto), alla sede della Marina Militare per cui sono tesserato. Ma un po’ anche in Brasile». Piccola curiosità: il grande Paese sudamericano non ha mai vinto una medaglia ai Giochi in questa disciplina.
Se per Soares quella di Parigi è stata la prima volta, per Stefano Oppo si tratta della seconda medaglia olimpica nel doppio leggero dopo il bronzo di Tokyo colto con Willy Ruta. Il forte rematore sardo ammette la superiorità dell’Irlanda: «Abbiamo provato ad attaccarla ma sono davvero una leggenda. Ero convinto che avremmo preso l’argento e siamo stati bravi a tenere dietro la Grecia che non conoscevamo. A loro va grande rispetto come per la Svizzera che si è forse fatta sorprendere proprio dai greci». Anche per Oppo, come per Soares, gli echi della festa sono molteplici: «A Oristano innanzitutto ma anche a Ferrara e a Firenze dove sono cresciuto agonisticamente e a Sabaudia, sede dei Carabinieri».
Dopo il podio di Soares-Oppo ha parlato anche il d.t. azzurro Francesco Cattaneo: «Puntavamo a questa seconda medaglia: il settore della coppia, senior e PL è quello che ha avuto i minori movimenti dopo Tokyo, mentre nella punta c’è stato un ricambio generazionale che ha però portato a un bel quarto posto sul quattro senza e alla qualificazione dell’otto maschile. Nelle donne, invece, anche se ancora manca la finale dell’otto, il lavoro di crescita impostato sta pagando, come dimostra proprio la qualifica dell’ammiraglia. C’è ancora da lavorare, ma dove non ci sono stati stravolgimenti e solo piccoli aggiustamenti i risultati sono arrivati, altrove abbiamo gettato le basi per continuare a crescere».
Medaglia d’argento targata Varese: Gabriel Soares sul podio nel doppio pesi leggeri
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