Da Kao a Hands passando per Mannion: tutti gli uomini della nuova Openjobmetis
Pregi e difetti, punti di forza e caratteristiche da migliorare di tutti i giocatori biancorossi a disposizione di Herman Mandole per la Serie A 2024-25
Una stella conclamata, un americano confermato, un drappello di stranieri al vaglio della Serie A, una pattuglia italiana chiamata a dare solidità. E un allenatore argentino – ma già molto inserito nel contesto – chiamato a cucire tutti i pezzi per dare ai tifosi di Varese una stagione convincente, nonostante i “colpi di tosse” del precampionato. La Openjobmetis è fatta, ha una rosa di undici uomini e sta per iniziare il proprio cammino con Herman Mandole sulla tolda di comando, terzo allenatore in tre stagioni (non consideriamo la pazza annata 2021-22) sotto la gestione di Luis Scola.
Come promesso, abbiamo atteso di vedere la squadra all’opera prima di dare giudizi: ecco il consueto quadro della situazione con pregi e difetti degli uomini che vestiranno la maglia biancorossa nel campionato di Serie A 2024-25, sperando che la chimica sia vincente e regali soddisfazione ai 5mila di Masnago.
0 – Kaodirichi AKOBUNDU-EHIOGU (Pivot – 2,08 – 1999 – Nig)
▲– Basta osservare 5′ di allenamento per capire quale sia il potenziale atletico di Kao. Alto (come tanti), magro (come pochi, nel ruolo), costruito con le molle in tutto il corpo: il pivot di origini nigeriane ha la capacità di sorvolare il campo ad altitudini incredibili che gli permettono di distribuire stoppate ad avversari di ogni genere. La copertura difensiva dovrà essere il suo ruolo primario mentre sull’altro lato del campo Kao può sfruttare la velocità di gambe per lasciare indietro i pari ruolo più stazzati e volare a canestro imbeccato dai compagni.
▼– Il bagaglio di esperienza di AirNigeria è ridottissimo: poche partite da “pro” in Germania prima di un infortunio che ha interrotto la prima annata europea. Ciò si riflette nella gestione dei falli, spesso complicata, ma anche nella mancanza di malizia nei corpo a corpo, situazione cui sarà costretto a far fronte quando i pivottoni si faranno largo in area. In attacco è bello volare sopra al ferro, ma servirebbe dare continuità almeno a un’altra soluzione: la mano non è maleducata ma va sgrezzata ancor di più.
1 – Jordan HARRIS (Guardia-Ala – 1,93 – 1997 – Usa)
▲– L’ex Brussels è risultato uno dei migliori biancorossi nella parabola del precampionato. Fisico asciutto, gambe reattive, si è già calato nel ruolo di “francobollatore” degli esterni più pericolosi dell’attacco avversario, si tratti del play, della guardia o dell’ala piccola. Ci mette corpo e atletismo, doti che prova a sfruttare anche in attacco: ha il coraggio di sfidare i lunghi e cercare la strada del ferro, anche in acrobazia. Sulla carta è chiamato a dare solidità uscendo dalla panchina: in quell’ottica è un’aggiunta di livello.
▼– L’impressione è che troppo spesso, in attacco, gli manchi la chiusura dell’azione: fa tutto bene ma – sia in entrata sia al tiro – qualche volta la conclusione vincente gli rimane impiastricciata nei polpastrelli. Tornando alla difesa, la sua abnegazione è innegabile ma la retroguardia non è sempre ermetica perché in Italia (il massimo, per ora, della sua carriera) capita di dover marcare veri e propri califfi a livello realizzativo. Farà il salto a un livello di basket più alto?
2 – Davide ALVITI (Ala – 2,00 – 1996 – Ita)
▲– Arrivato all’improvviso in un giorno di luglio, Varese punta forte su Alviti che nelle intenzioni è il secondo titolare italiano (quintetto o no, poco importa) insieme a Mannion. Tiro morbidissimo dall’arco, anche senza avere i piedi a posto, buon fisico che gli consente qualche “escursione” nel ruolo di 4 (per lo meno nell’accezione varesina del termine…), esperienza ormai solida costruita in anni ottimi a Trieste dove ha già lavorato con Marco Legovich, fruttuosi a Milano (due scudetti), concreti a Trento. E con un obiettivo in testa: tornare a essere preso in considerazione dalla Nazionale.
▼– Messo a giostrare in un sistema per lui nuovissimo, ha mostrato qualche difficoltà di inserimento in estate. Nelle amichevoli ha avuto giorni buoni in attacco ma magri sull’impatto generale e viceversa (pochi punti, attenzione a rimbalzo e difesa). Deve rendere più uniformi le sue prestazioni per garantire certezze alla squadra. Da valutare nel momento in cui ci sarà da “sporcarsi le mani” dopo tre anni trascorsi in squadre di livello superiore.
4 – Nicolò MANNION (Play – 1,90 – 2001 – Ita)
▲– Eccoci al pezzo pregiato: senza dubbio Mannion – che a 23 anni sarà anche capitano – è l’uomo centrale della Openjobmetis Varese. Avrà la palla in mano e dovrà capitalizzare i possessi, tra slalom verso il ferro, tiri dall’arco e scarichi ai compagni (sul perimetro o sopra il ferro). Ha la classe, ma ormai anche l’esperienza (e lo stipendio), per prendersi la squadra sulle spalle in un ambiente ideale per la consacrazione sul palcoscenico della Serie A.
▼– Coach Mandole ha subito dichiarato che sarà un Mannion più graffiante anche in difesa, il lato del campo nel quale è senza dubbio meno performante: vedremo quale sarà la sua crescita a riguardo. Arriva all’esordio in campionato con un percorso tribolato a causa della schiena: vedremo se questo inciderà a livello personale e di meccanismi con i compagni. Infine l’altro rischio è quello del “fuorigiri”: chiamato a fare tanto, non dovrà strafare anche perché in quei casi rischia di cadere nelle provocazioni degli avversari e nelle decisioni degli arbitri.
5 – Justin GRAY (Ala – 1,98 – 1995 – Usa)
▲– Buon college alle spalle, esperto d’Europa, prelevato in Germania, nel cuore della sua carriera. Insomma, uno straniero su cui Mandole intende puntare a occhi chiusi anche perché porta alla causa sia fisico sia qualità tecniche diffuse compresa una buona mano nel tiro da fuori. Altezza e peso gli permettono anche di innalzare il peso complessivo della difesa. Raccordo fondamentale tra il reparto piccoli e quello lunghi.
▼– Il tagliafuori, questo sconosciuto. In precampionato ha lasciato camionate di rimbalzi ai diretti avversari per la totale assenza del movimento fondamentale in questi casi: urge intervenire subito. Come ogni tiratore, può attraversare momenti di appannamento nei quali tende a sparire un po’ dal gioco.
13 – Matteo LIBRIZZI (Play – 1,80 – 2002 – Ita)
▲– Il lavoro differenziato “forzato” a causa dell’infortunio alla spalla ha permesso a Libro di lavorare ancora più a fondo sul lato fisico: Mandole si è trovato tra le mani un giocatore ancora più definito ed esplosivo di prima con, anche, una personalità ancora più marcata. La sfida a testa alta con Facundo Campazzo è stata esemplare. Buon tiro, gambe rapidissime per appiccicarsi ai play avversari, un anno di esperienza in più, la giusta dose di faccia tosta: sarà l’anno della consacrazione a livello di Serie A?
▼– Ha bruciato le tappe del rientro arrivando in formissima ad agosto: vedremo se la condizione resterà tale strada facendo o avrà un calo fisiologico. Sembra sempre più diretto in posizione di playmaker, ruolo più adatto al fisico ma del quale deve assorbire tutte le caratteristiche (dal ball handling al tempismo per servire i compagni).
18 – Nicolò VIRGINIO (Ala – 2,06 – 2003 – Ita)
▲– Alto, dotato di buona tecnica di base, capace di correre il campo e di colpire dalla distanza. Tra l’altro tira senza tante remore, a differenza di molti coetanei. Queste parole risalgono a due anni fa e sono ancora attuali perché il bagaglio cestistico di Nick è quello, anche se in precampionato è finito in fondo alle rotazioni.
▼– Finito in A2 nella fase finale della scorsa stagione, non ha lasciato segni particolari e sembrava destinato a un nuovo prestito. Alla fine è rimasto ma per trovare minuti dovrà necessariamente trovare continuità al tiro e solidità a rimbalzo, due aspetti necessari in quel ruolo e con quel fisico.
24 – Elisée ASSUI (Ala – 1,92 – 2006 – Ita)
▲– Spinto ufficialmente in prima squadra da una primavera memorabile (torneo Schwatzer ed Europei con l’Italia, Next Gen di Eurolega, finali nazionali giovanili) ha firmato un contratto lungo con la “sua” Varese perché, da Scola in giù, c’è tanta fiducia sul suo futuro. Fisico particolare ma possente, mano piuttosto educata, propensione al rimbalzo (più di certi compagni USA): c’è materiale per fare bene fin da questo campionato.
▼– Dovrà reggere il confronto con le ali pure sul piano della velocità, con le ali forti su quello dei centimetri, con tutti su quello dell’esperienza. L’obiettivo è che nei minuti in campo possa permettere al quintetto di Mandole di non perdere quota ma, per quanto interessante, rimane un rookie in un campionato che non fa sconti. Con tutte le incognite del caso.
28 – Abdel FALL (Centro – 2,02 – 1991 – Ita/Sen)
▲– “Non è mai troppo tardi”, predicava il maestro Manzi ai tempi di una Rai in bianco e nero. Un assunto che vale per Aka che a 33 anni ha la grande occasione della carriera dopo aver assaggiato la Serie A solo in un’occasione (a Brescia, sei anni fa). Il lungo italo-senegalese, chiamato dopo la rottura tra Varese e Okeke, farà di tutto per meritarsi il posto: porta in dote grande volontà, senso della posizione e del sacrificio, esperienza. E un “pregresso” migliore rispetto a Scott Ulaneo che occupava quel ruolo un anno fa (il lungo romano, poi, fu molto bravo a crescere durante l’anno).
▼– Il precampionato ha confermato i timori della vigilia: pivot di 2,02, fatica contro giocatori più potenti e non sembra avere le armi adatte per colpire in attacco a livello di massimo campionato. Dovrà gestire la situazione falli ma, anche qui, ha fatto una certa fatica rischiando di lasciare scoperte le spalle a Kao.
44 – Gabe BROWN (Ala – 2,01 – 2000 – Usa)
▲– Seconda conferma del quintetto base che ha terminato la scorsa stagione (insieme a Mannion), Brown è chiamato a confermare le proprie qualità. Mancino dal tiro sgraziato ma dalle alte percentuali, affida proprio a questo fondamentale le fortune offensive sue e della squadra. L’atletismo non gli manca (e gli servirà per attaccare di più il ferro oltre che per dare sostanza in difesa), ha avuto cifre importanti da rookie e sarà investito di ulteriori responsabilità. Ed ha una età in cui, se fosse italiano, sarebbe considerato un giovane futuribile.
▼– Fino a oggi il suo problema principale è stata la continuità, sia nel medio periodo sia all’interno della stessa partita. E questo non aiuta la squadra che, in certi momenti, non sa cosa aspettarsi da uno dei suoi cardini. Oltre al tiro da 3 dovrebbe crescere in attacco con altre soluzioni, magari sfruttando la sua verticalità, talvolta però inibita da qualche limite tecnico di troppo (ball handling, capacità di mettere palla a terra…). In difesa parte sfavorito contro le ali forti avversarie e il peso in chili non sarà colmabile: riuscirà a migliorare in quei dettagli che gli permetterebbero comunque di reggere i confronti nel ruolo (tagliafuori, lettura dei movimenti, tempo di salto…)?
50 – Jaylen HANDS (Play-Guardia – 1,91 – 1999 – Usa)
▲– Quando lo staff societario ha costruito la squadra, contando sulla presenza di Mannion, ha pensato di affiancare al Red Mamba un giocatore con le caratteristiche di quell’Olivier Hanlan che tanto bene fece insieme al play azzurro, salvo poi partire a febbraio per Mosca. Jaylen Hands dovrà essere quel genere di guardia: tiro mortifero, gambe rapide, capacità di portare palla per togliere pressione a Nico (o per dargli minuti di riposo) e tutte queste cose il numero 50 le ha già fatte vedere, pure contro il Real Madrid. Primo o secondo violino offensivo, è considerato una delle garanzie in casa Openjobmetis.
▼– Come si integrerà il suo gioco con quello di Mannion? Quanto ci metteranno a prendere l’uno le misure dell’altro? Due quesiti leciti ai quali si potrebbe affiancare qualche dubbio sia sulla gestione palla (Hands sembra più adatto a concludere l’azione che non a iniziarla) e su un fisico non certo erculeo (1,91 per 82 chili o giù di lì).
AGGREGATI alla prima squadra: Ivan Prato, Tomas Scola, Matteo Tapparo, Mauro Villa.
NEGLI ANNI SCORSI – Ecco le nostre previsioni delle stagioni precedenti*: 2022 – 2021 – 2020 – 2019 – 2018 – 2017 – 2016 – 2015 – 2014 – 2013 – 2012 – 2011 – 2010.
* nel 2023 l’esordio anticipato per i preliminari di coppa non permise di completare l’articolo in tempo.
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