Elezioni provinciali: quattro liste in corsa ma votano soltanto gli amministratori
Urne aperte domenica 29 settembre dalle 8 alle 20. Il voto per l'elezione del Consiglio Provinciale non coinvolge direttamente i cittadini, ma solo i sindaci e i consiglieri comunali
Le elezioni provinciali sono alle porte, si svolgeranno domenica 29 settembre dalle 8 alle 20. È probabile che non ne sentirete parlare al bar né che vedrete i manifesti elettorali dei candidati. Succede per un motivo abbastanza semplice e non riguarda soltanto la “disaffezione per la politica”: alle urne non ci andranno i cittadini ma soltanto i sindaci e i consiglieri comunali di ogni comune della provincia di Varese. Sono soltanto loro ad essere coinvolti nella scelta del nuovo consiglio provinciale che sarà composto da 16 eletti.
Si elegge soltanto il Consiglio provinciale
Fino a qui potrebbe sembrare semplice ma in realtà è molto più complesso. Innanzitutto il voto di domenica riguarderà soltanto l’elezione dei consiglieri che comporranno il consiglio provinciale perché la figura del presidente, che attualmente è Marco Magrini, viene eletta dallo stesso corpo elettorale ma in un altro momento.
Il meccanismo di voto
Abbiamo già scritto che il voto per l’elezione del Consiglio Provinciale non coinvolge direttamente i cittadini, ma solo i sindaci e i consiglieri comunali della provincia di Varese. Questi elettori esprimono il loro voto scegliendo una lista di candidati e possono indicare una preferenza per uno dei candidati all’interno della lista. Tuttavia, il sistema di voto non è “uno vale uno”: ogni voto viene ponderato in base alla popolazione del comune di appartenenza dell’elettore, quindi i voti di chi rappresenta i comuni più grandi pesano di più rispetto a quelli dei comuni più piccoli. I seggi sono poi distribuiti alle liste tramite il metodo D’Hondt, e all’interno delle liste, i candidati con il maggior numero di preferenze vengono eletti.
Quattro liste in corsa
A questa tornata le liste di candidati sono quattro con composizioni diverse tra loro. Ce ne sono due esplicitamente di partito, Lega e Fratelli d’Italia; un’altra che si chiama “Civici e Democratici” e raccoglie i candidati del Partito democratico insieme ad una componente civica; infine la lista “La Provincia al centro” che racchiude una progettualità del centro moderato che a sua volta raccoglie esperienze civiche e di partito di diverse estrazioni, da Eupolis a Italia Viva, con Forza Italia e altre aree riformiste.
I blocchi di partenza e le aspettative
Le aspettative della politica, per via della base elettorale e del meccanismo di voto, sono molto diverse dallo schema politico a cui siamo abituati a livello nazionale con il Pd in posizione di singolo partito più avvantaggiato e una diversa disposizione delle forze di centrodestra.
La lista della Lega punta a raggiungere i quattro candidati eletti ma tra le sue fila c’è anche Leslie Mulas, espressione di Lombardia Ideale. La divisione del centrodestra è anche mirata a poter massimizzare il risultato dei singoli partiti e non a caso Fratelli d’Italia ha esplicitato come obiettivo quello di raddoppiare la propria rappresentanza puntando ad eleggere due consiglieri attraverso la propria lista. Più semplice la posizione del Pd che con la sua anima civica in lista punta ad eleggere sei consiglieri.
Il fronte più composito è invece quello de “La provincia al centro” dove si giocano diverse partite più o meno intrecciate tra loro. I primi a tirare le fila del progetto centrista sono stati il sindaco di Sangiano Matteo Marchesi, il consigliere regionale IV Giuseppe Licata, il sindaco di Venegono Inferiore Mattia Premazzi e il segretario forzista Simone Longhini. Quasi ogni candidato in lista è espressione di un mondo che in questa elezione mira anche a contare la propria presa tra gli amministratori del Varesotto. Le aspirazioni sono quella di ottenere dai quattro ai cinque eletti.
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