Federica Cesarini e la “nuova carriera” nel beach sprint. «Ora i Mondiali, obiettivo Los Angeles»
L'olimpionica di Bardello sarà in Nazionale a Genova per la prova iridata di uno sport che dal 2028 sarà alle Olimpiadi. "Servono agilità e scatto, sto imparando a cavalcare le onde del mare»
Uno scatto di 60 metri sulla spiaggia, un salto in barca rapido e preciso e poi la parte “remata” in acque aperte tra le onde e il giro di boa. E ancora, l’arrivo: balzo per scendere dalla barca cercando di non perdere tempo e non incespicare, poi ultima volata sulla sabbia fino a tagliare il traguardo.
È – in breve – ciò che accade in una gara di beach sprint, la specialità del canottaggio che diventerà parte del programma delle Olimpiadi da Los Angeles 2028 andando di fatto a sostituire le gare tradizionali della categoria “pesi leggeri”. Uno sport spettacolare, televisivo ma anche molto immediato e piacevole per chi assiste dal vivo alle competizioni. L’Italia si appresta (13-15 settembre) a ospitare i Mondiali di beach sprint, inseriti nel programma di quelli di Coastal Rowing che stanno per iniziare a Genova, sul lido di San Nazaro.
Ai Mondiali – la definizione ufficiale è World Rowing Beach Sprint Finals – ci sarà anche una delle stelle dello sport e del canottaggio varesino, Federica Cesarini. La 28enne di Bardello, campionessa olimpica a Tokyo, rappresenterà l’Italia nella gara del singolo femminile e in questi giorni sta lavorando a Sabaudia con i tecnici delle Fiamme Oro (ha il doppio tesseramento con la Canottieri Gavirate) per preparare l’appuntamento iridato.
Dal canottaggio tradizionale al beach sprint: possiamo considerare definitivo il suo passaggio alla nuova disciplina?
«Sì, ormai la mia scelta è fatta. Ho preso la decisione definitiva dopo i campionati italiani di Varese. Avrei scelto con più calma ma c’era la possibilità di partecipare alle selezioni della Nazionale per i Mondiali di Genova e insieme a Kiri Tontodonati ho deciso di provare. Ho vinto la selezione a Donoratico, senza aver mai remato in mare prima di quel giorno e quindi ho deciso di iniziare seriamente a praticare il beach sprint. Anche perché, per le mie caratteristiche fisiche, un passaggio tra i senior sarebbe stato difficile».
Qual è il suo approccio e con che obiettivi parteciperà al Mondiale?
«Sono all’inizio di questa avventura, consapevole che dovrò scoprire bene la disciplina e tutti i suoi aspetti. Per Genova non ho obiettivi particolari anche perché quest’estate mi sono allenata un po’ a singhiozzo tra vacanze già programmate e Olimpiadi, dove sono andata da Ambassador del Coni. Aggiungiamo il Covid, tre settimane fa, quindi l’avvicinamento non è stato dei più facili. Ora comunque sono a Sabaudia per perfezionare la tecnica e prepararmi al meglio con i tecnici delle Fiamme Oro».
Cesarini sul mare di SabaudiaQuali sono le difficoltà per chi ha sempre remato in maniera tradizionale?
«Io non avevo mai provato a remare in mare aperto e faccio ancora fatica a cavalcare correttamente le onde. Poi anche la barca è molto differente, e tra l’altro è uguale per uomini e donne quindi per me è piuttosto grande e pesante. Le altre cose che devo imparare bene riguardano la salita e la discesa e ogni tanto capita di fare qualche gaffe: mi è successo di prendere lo scafo sulla testa ma – ride ndr – dall’anno prossimo ci sarà il caschetto obbligatorio».
Da cosa dipende la scelta di gareggiare in singolo?
«Dalle prospettive olimpiche: a Los Angeles sono previsti i singoli maschile e femminile e il doppio “lui e lei” ma in questo momento non ho un atleta maschio con cui provare a gareggiare quindi remo da sola. Vedremo in futuro se ci sarà qualche “peso leggero” che passerà al beach sprint, è una prospettiva probabile viste le decisioni che riguardano la partecipazione olimpica».
Non c’è il rischio che anche gli atleti senior passino al beach sprint, “togliendo il posto” a voi pesi leggeri?
«Non credo, perché in questi anni si è visto che per questo sport la stazza e l’altezza non aiutano più di tanto. È meglio essere agili e scattanti per i tipi di sforzo necessari: bisogna essere veloci nella corsa, abili nel saltare su e giù dalla barca e nel manovrare lo scafo al giro di boa. Devo dire che a Donoratico ho capito di avere diverse qualità fisiche adatte al beach».
Capitolo Olimpiadi: a Parigi è stata spettatrice dopo aver mancato la qualificazione. Come è andata in Francia?
«Meglio di quanto pensassi (ride ndr) anche per i risultati. Sia il mio fidanzato Luca (Chiumento, argento nel quattro di coppia), sia il miglior amico Stefano (Oppo, argento sul doppio PL) hanno vinto una medaglia d’argento e da “tifosa” non potevo chiedere di più. Inoltre il ruolo di ambasciatrice del Coni mi ha permesso di frequentare Casa Italia, di assistere alle gare di molte discipline e di fare gruppo con alcune leggende dello sport italiano, presenti con il mio stesso incarico. Ho trascorso molto tempo con atleti come Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Antonio Rossi, Luigi Busà e altri ancora, fino a Fiona May che ho incontrato negli ultimi giorni. È stata una esperienza bellissima, ma ora si torna a gareggiare».
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