Finanza e sostenibilità: un binomio vincente per il futuro delle imprese
Durante l’evento organizzato da Elmec Informatica e Andaf, esperti e imprenditori hanno discusso come integrare la sostenibilità nella strategia aziendale per creare vantaggi competitivi e un impatto positivo
Quando si parla di sostenibilità, c’è sempre il rischio di rimanere sul limite della definizione, senza entrare nel merito delle pratiche quotidiane con cui questa parola, usata in ogni contesto, viene declinata. Se poi la si accosta alla parola finanza, altro tabù culturale per molti italiani, il rischio di complicare la comprensione di entrambe è molto alto.
L’evento organizzato dall’azienda Elmec Informatica e Andaf (Associazione nazionale direttori amministrativi) dal titolo “Finanza & sostenibilità: sfide e opportunità per le imprese” ha cercato di varcare quel limite, partendo proprio dagli esempi e dalle testimonianze degli ospiti intervenuti alla tavola rotonda.
A facilitare il compito della moderatrice Silvana Toppi, group head of digital Afc evolution in A2A, ci hanno pensato i padroni di casa che prima dell’incontro hanno fatto fare ai tanti ospiti presenti uno study tour al Campus Elmec nello stabilimento di Brunello, in provincia di Varese, e toccare con mano come un’azienda di servizi informatici, che dà lavoro a quasi 1000 persone, di cui 650 tecnici specializzati, mette a terra i tanti significati della parola sostenibilità.
Ma cosa fanno per essere sostenibili le oltre 60mila imprese, perlopiù micro, piccole e medie, disseminate sul territorio? A questa domanda ha risposto Marco Crespi, responsabile dell’area finanza di Confindustria Varese, che ha citato i risultati di una ricerca del Centro studi dell’associazione datoriale su un gruppo campione di industrie del territorio. «Nel 2023, il 46% delle imprese intervistate – ha sottolineato Crespi – ha effettuato almeno un investimento in sostenibilità. Una percentuale, questa, che, secondo le previsioni, è destinata a salire nel 2024 di 3 punti percentuali, con il 49% delle aziende che ha dichiarato di avere in programma investimenti per l’anno in corso».
La dimensione aziendale pesa ancora molto nella scelta di fare investimenti in sostenibilità che crescono al crescere dell’impresa.
Dalle testimonianze dei partecipanti alla tavola rotonda, a cominciare da quella di Crespi e Silvia Giovannini di Confindustria Varese, emerge però una consapevolezza che si fa largo in modo molto trasversale nelle imprese, dunque anche in quelle piccole: l’investimento in sostenibilità diventa un vantaggio competitivo se entra nella strategia aziendale.
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
La domanda della moderatrice, circa l’impatto di questi investimenti sull’innovazione nei processi di circolarità, ha trovato un immediato riscontro nelle testimonianze degli ospiti. «Se fino a poco tempo fa il packaging era una commodity che generava molti sprechi – ha risposto Lara Botta vice presidente di Botta Ecopackagin -, oggi non lo è più grazie all’innovazione portata dalla spinta della sostenibilità».
Avere ben chiaro che si fanno cose che impattano sulla vita delle persone, secondo Paolo Viganò, head of debt and financial planning di A2A, può cambiare la definizione stessa di un’azienda e la sua strategia. «Noi ci definiamo “life company” – ha detto il manager di A2A- La sostenibilità ha cambiato tutta la modalità con cui progettiamo la nostra strategia: a partire dal 2021 tutto il nostro debito è solo Esg».
Per Andrea Bottelli, cfo di Elmec Informatica, la coerenza, quando si parla di sostenibilità, è ancora una virtù piuttosto importante. Il ragionamento di Bottelli è il seguente: «Quando si parla di sostenibilità e compliance normativa bisogna stare attenti a non cadere nel tranello di redigere solo documenti perdendo di vista la sostanza». Come dire: la sostenibilità non è una patente a punti, bensì una cultura che permea i valori dell’azienda e il suo modo di operare nella realtà.
TROVARE IL CORAGGIO DI INVESTIRE
«Andare a lavorare sulla strategia quando si parla di sostenibilità – ha aggiunto Stefania Carraro, coordinatrice del furniture pact e ricercatrice nel Sustainability Lab Sda Bocconi – non è per niente facile. I dati ci dicono che la sensibilità c’è, la volontà pure, ma non sempre le aziende trovano il coraggio di portare la sostenibilità nella strategia aziendale».
“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” scriveva Alessandro Manzoni nei “Promessi sposi”. Usare precise parole, oltre che essere un atto rivoluzionario, può generare coraggio, perlomeno di sperimentare. Elisa Bisceglia è la direttrice Fiducia e sostenibilità di Elmec Informatica. La parola “fiducia” non può certo passare inosservata perché, come dice la manager, «è sulla fiducia che si costruiscono rapporti di lavoro e di business». E quando viene affiancata alla parola “sostenibilità”, l’effetto può essere straordinario come dimostrano i numeri di questa azienda e la qualità dei progetti realizzati per i collaboratori (l’età media è inferiore ai 31 anni) e la comunità di riferimento.
TERZO SETTORE E SOSTENIBILITÀ
Invitare in un panel di questo genere la presidente di una fondazione è stato indubbiamente un atto di coraggio. O forse perché, come sostiene Silvana Toppi, «con la sostenibilità il cosiddetto Terzo settore non è più tale» perché quel mondo ha già affrontato, per sua vocazione, quelle che oggi per gli altri sono le sfide del cambiamento.
«Il mondo del non profit – ha detto Mariavittoria Rava, presidente esecutivo Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus- è cambiato moltissimo in questi ultimi 25 anni. Un tempo, quando andavo dalla governance delle imprese, chiedevo una donazione, poi una sponsorizzazione, nel senso che la nostra fondazione si poneva come partner. La sostenibilità ha cambiato tutto perché guarda in prospettiva: garantendo la soddisfazione dei bisogni presenti garantisci il soddisfacimento dei bisogni delle future generazioni. Lo scopo di una fondazione non è fare utili, ma realizzare questo tipo di impatto».
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