Varesini ovunque: il cuore dei tifosi biancorossi batte forte anche a Minorca

Al palasport di Mahon, di fronte al Real Madrid, non è mancato il sostegno del popolo biancorosso. Da Pinuccia a Dario, da Alessio a Iolanda e Valerio: viaggio tra chi ha affiancato la Openjobmetis dalle tribune

tifosi varese minorca

Dal nostro inviato – A dieci minuti dalla palla a due tra Varese e Real Madrid, un gruppo di persone fa capolino nella “curva” di destra del Pavellò Menorca, quella dalla parte della panchina della Openjobmetis. Uno di loro indossa una maglietta inconfondibile, quella rossa del trust con la scritta “VARESE” sul petto, un altro addirittura ne ha una con lo stemma dei Boys di una volta, un terzo ha tra le mani una specie di pon pon di carta a strisce bianche e rosse.

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Real Madrid – Openjobmetis 83-79, il racconto in campo e sugli spalti 4 di 19

I due ragazzi in maglietta aiutano una signora di una certa età a fare le scale e a prendere posto nella prima fila del settore da dove faranno un bel tifo per Librizzi e compagni. Lei, Pinuccia, saluta gentile quando ci presentiamo e ha subito un pensiero alla sua squadra del cuore: «Lei che segue da vicino la squadra, mi dica un po’: com’è questa Varese? Stasera è durissima ma l’importante è che facciano bene in campionato!». Alessio, al suo fianco, è il figlio: sono originari di Castelseprio ma vivono a Minorca da anni e non hanno perso l’occasione di fare il tifo per la squadra del loro cuore insieme a qualche amico che li ha raggiunti. «Tifo Varese dal 1982: la prima squadra che mi hanno portato a vedere era la Cagiva e da allora non ho mai smesso, nemmeno a distanza visto che abito qui da parecchi anni».

Per la sfida con il Real Madrid, chi si attendeva un Pavellò tutto schierato per i Blancos è rimasto sorpreso. Al di là dei tifosi neutrali (ma Sergio Llull è nato a Mahon e in tanti hanno ovviamente parteggiato per il proprio idolo di casa) infatti, a Minorca ha toccato con mano quanto batta forte il cuore per la Pallacanestro Varese nonostante la distanza. Il gruppo di Pinuccia e Alessio non era certo l’unica “macchia rossa” all’interno dell’impianto minorchino.

Alle spalle della tribuna stampa ecco Dario, nostro “cicerone” nella due giorni sull’isola delle Baleari. Cresciuto tra Venegono Superiore e Vedano Olona, playmaker per tante stagioni nelle minors varesine, Dario oggi vive a El Castell, a pochi minuti dal palazzetto. Qui è tornato a giocare a basket con i ragazzi del posto, molti dei quali – anni fa – avevano formato il primo nucleo dell’attuale Hestia Menorca quando la società disputava i tornei minori. «Conosco tanti appassionati e tifosi del Minorca e anche io durante la stagione frequento il Pavellò per vedere del buon basket ma chiaramente l’arrivo della Openjobmetis mi ha reso felice – racconta con addosso una maglia Roosters scudettata della stagione 99/2000 – E alla sirena finale tanti tifosi di qui e anche qualche dirigente mi ha fatto i complimenti: dicono che Varese è una squadra divertente e che avrebbe meritato di battere il Real».

Real Madrid - Openjobmetis Varese 83-79
La contesa iniziale tra Kao Akobundu-Ehiogu e Walter Tavares

Dopo la partita, davanti a una caña di birra a El Castell, in un locale gestito da un ragazzo argentino cui brillano gli occhi quando gli mostriamo la foto con Luis Scola e Facundo Campazzo («Non sapevo fossero qui, altrimenti sarei corso anche io al palazzetto. È sabato sera ma mi sarei organizzato per il lavoro»), Dario avvista un altro “varesino ad honorem”. Joan Martinez è minorchino, è un quotato allenatore e dirigente del basket locale ma conosce bene la Città Giardino e il suo movimento cestistico: grazie all’amicizia con Stefano Bizzozi, Joan fu uno dei coach invitati dall’Academy per tenere un clinic di basket un paio di anni fa. «Una bella occasione per scoprire la vostra città e il suo amore per la pallacanestro».

Torniamo però al palazzetto dove, alle spalle della panchina di Mandole, c’è come previsto il gruppetto proveniente da Varese per rappresentare “Il basket siamo noi”. Ci sono Paola, Patrizia, Elena, Luca ed Enrico con le magliette d’ordinanza a sostenere da vicino la squadra, esprimendo così il tifo di tutti gli associati. E poi incrociamo Barbara, che conosce Dario e si ferma per un saluto: «Vivo qui e lavoro nel settore alberghiero ma sono di Varese: quando ho saputo che sarebbe arrivata la Openjobmetis sono corsa ad acquistare il biglietto. Vedere la squadra della mia città a Minorca è bellissimo».

Altre magliette- una bianca e una rossa – sono indossate con orgoglio da due sostenitori alle nostre spalle. «Una foto su VareseNews? Volentieri, anzi, ne siamo onorati» rispondono con un accento che svela origini ben lontane dalle Prealpi. Iolanda e Valerio infatti arrivano da Fregene ma la loro fede biancorossa è solida e di lunga data. «Ho vissuto a Varese tra i 4 e i 14 anni – racconta Valerio – erano i tempi della DiVarese e della Ranger e io mi ero appassionato al basket grazie a quelle squadre. Quando sono tornato a vivere a Fregene ho preso l’abitudine di andare a tifare i biancorossi a Roma fino a quando la Virtus è rimasta in Serie A. Inoltre siamo amici di Michele Lo Nero, per diversi anni dirigente della Pallacanestro, e grazie a lui ci siamo aggiornati sull’andamento della squadra. Perché siamo qui?  Avevamo prenotato le vacanze a Minorca e quando abbiamo saputo che la Openjobmetis avrebbe giocato due amichevoli ci siamo subito organizzati per essere in tribuna: non potevamo perdere l’occasione».

Il contingente biancorosso dentro al palazzetto, pronto a scattare in piedi a ogni tripla di Hands, conta poi altre unità: la famiglia Sogolow con amici, la famiglia Scola, Stefania – la moglie di Max Ferraiuolo – insieme alla fidanzata di Alviti. Ma poi, con il passare del tempo, mentre il Real fatica a prendere le misure ai biancorossi, le fila dei sostenitori si ingrossano. Alle nostre spalle anche José e Carlos: uno tiene al Barcellona – e quindi tifa per forza Varese – mentre l’altro è un fan delle Merengues. Si divertono, ridono, commentano e se la prendono con gli arbitri. «Falta! Esto es una falta!» urlano su un contatto non fischiato ai danni di Gray. Lo dicono entrambi, anche Carlos, il madrileno. «Quando un fallo c’è è giusto che venga fischiato – sottolinea – e comunque questa Varese si merita tanti complimenti». Per la squadra e per i suoi tifosi: i Varesini Ovunque.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Settembre 2024
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