Il rallysmo italiano è – una volta per tutte – nell’era di Andrea Crugnola
La vittoria del "Mille Miglia" di Brescia ha consegnato al pilota di Varese il quarto titolo tricolore in cinque anni. Un dominio che il movimento nazionale dovrebbe sfruttare per puntare a un titolo internazionale. Ed è incredibile che non lo faccia

Sabato sera il palco del Rally 1000 Miglia, a Brescia, ha incorniciato l’ennesimo capolavoro di Andrea Crugnola. Il pilota di Varese, 35 anni, ha giocato ancora una volta pesante sul tavolo del CIAR, il Campionato Italiano Assoluto Rally, prendendosi con un’altra prova di forza la corsa lombarda. E abbinando, accanto a quel trofeo, il quarto titolo tricolore nell’arco di cinque anni.
Una cavalcata praticamente perfetta quella di Crugnola che prima del “1000 Miglia” si era già aggiudicato i rally del “Ciocco” (Toscana), “Targa Florio” (Sicilia), “Due Valli” (Veneto), e “Roma Capitale” (Lazio). Con la prova bresciana fanno cinque vittorie su sei gare in calendario, con il solo Rally di Alba/Piemonte a tradire Andrea, unica sbavatura di una campagna nazionale senza rivali. E non per assenza di avversari, perché personaggi come Simone Campedelli o Giandomenico Basso – fermiamoci solo ai principali inseguitori – hanno piede pesante e bacheche di enorme prestigio.
L’ennesimo risultato favorevole però ha definitivamente detto – ma non ce n’era bisogno – che il rallysmo italiano sta vivendo quella che a buon titolo possiamo chiamare “Era Crugnola”. Il ragazzo di Calcinate del Pesce nell’ultimo lustro ha vinto praticamente tutto a livello nazionale grazie alle sue qualità e all’affiatamento perfetto che ha messo insieme lo stesso Crugnola, il navigatore Pietro Ometto, il team F.P.F. e la sua perfetta Citroen C3 gommata Pirelli, con la scuderia EASI a fare da collante nelle ultime due annate. Non a caso l’unica stagione senza “scudetto” è stata quella (2021) trascorsa in Hyundai prima di ritornare alla Casa del Double Chevron.
E, alla luce di tutto questo, appare sempre più incredibile che Crugnola sia ancora confinato al palcoscenico nazionale: il pilota di Varese ha tutte le carte in regola per puntare quantomeno a fare risultato nel Campionato Europeo, basti pensare che nelle ultime due partecipazioni al “Roma Capitale” (tappa italiana dell’ERC) ha messo in fila tutti i pretendenti al titolo continentale. E nell’ultima esperienza valida anche per un Mondiale (Monza 2021) ha vinto la WRC3 mettendosi anche in tasca un punto iridato assoluto.

Il problema è sempre il solito: il budget. Cui ora si aggiunge – lo si percepisce parlando con chi è nell’ambiente – un po’ di scetticismo legato all’età, che sembra più una scusa di chi fino a ora non ha spinto Andrea che non una motivazione reale. Crugnola è ampiamente il migliore sulla piazza, e se il movimento italiano continuerà a ignorare questa situazione non potrà certo lamentarsi se a livello internazionale manca da anni un pilota vincente. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Al “1000 Miglia” Crugnola e Ometto hanno messo in scena il proprio copione più conosciuto: immediata vittoria nella power stage (dove sono praticamente imbattibili) così da rendere quasi certa la vittoria tricolore con i punti messi in tasca. Poi, nel resto della gara, tempi irraggiungibili – quasi sempre – per i rivali: 9 prove vinte sulle 11 in programma (di Mabellini e Avbelj gli altri due parziali) e piede leggermente rialzato sull’ultima PS, la lunga “Pertiche”, giusto per amministrare il vantaggio.
Alla fine la Citroen C3 ha chiuso con 23.7 di vantaggio sulla Skoda Fabia di Campedelli-Canton, con 26.2 su quella di Albertini-Fappani, con 29.0 sulla Toyota di Basso-Granai e con 31.0 sull’altra Fabia di Mabellini-Lenzi. E, come detto, anche i nomi degli altri concorrenti danno il peso al successo di Andrea e Pietro. Che, sul podio, hanno contato fino a quattro per includere tutti i propri trionfi tricolori.
CIAR SPARCO 2024
CLASSIFICA ASSOLUTA (dopo 6 prove su 7)
1) CRUGNOLA-OMETTO (Citroen) 101,5; 2) Campedelli-Canton (Skoda) 80; 3) Basso-Granai (Toyota) 65; 4) Signor-Michi (Skoda) 42; 5) Avbelj-Andrejka (Skoda) 38,5; 6) Scattolon 30,5; 7) Mabellini 28,5; 8) Nucita 22,5; 9) Re 13; 10) Daprà 12,5.
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