La casa dei sogni diventata un incubo: gli esodati del Superbonus chiedono l’intervento della Regione
Ci sono famiglie che non possono rientrate nella loro casa perché i lavori, bloccati per mancanza di risorse, l’hanno resa inabitabile. Altre ci vivono, ma con i lavori in corso. Il tema dei crediti del 110% non può più attendere
In un momento in cui il dibattito politico è focalizzato sulla manovra finanziaria e sui fondi necessari per sostenerla, il tema degli esodati del Superbonus 110%, che riguarda un milione e mezzo di cittadini italiani, potrebbe essere un’ulteriore grana per il Governo. La questione, al momento, sembra essere ai margini dell’agenda dell’esecutivo e anche dei media. Ma se non si trovasse una soluzione adeguata, questo torrente carsico potrebbe riemergere in superficie e trasformarsi in un fiume in piena.
Dei segnali ci sono stati, come il fondo per gli esodati del Superbonus, inserito nel pacchetto di provvedimenti “Salva spese”. Sedici milioni di euro è paragonabile a una goccia nel mare di crediti maturati dagli italiani che hanno aderito alla misura fiscale.
In attesa di capire che fine faranno, ci sono famiglie che non possono rientrate nella loro casa perché i lavori, bloccati per mancanza di risorse, l’hanno resa inabitabile. I più fortunati – si fa per dire – ci vivono, ma con i lavori in corso.
È UNA PRIORITÀ
«A casa abbiamo iniziato a mettere le persiane e poi faremo il silicato, per il resto non si sa nulla. Il tema degli esodati del Superbonus 110% dovrebbe essere una delle priorità di questO Governo, ma a quanto pare non è così» dice Giorgio Mona di Cuveglio.
I cittadini coinvolti in questa vicenda stanno aspettando la legge di bilancio per capire come muoversi sul piano legale. Del resto in gioco c’è il bene più importante per la famiglia, la casa, e su questo punto è sicuro che le varie associazioni e comitati nati negli ultimi due anni per dare voce agli esodati del Superbonus daranno battaglia.
LA REGIONE SI METTA IN GIOCO
Regione Lombardia potrebbe giocare un ruolo importante in questa vicenda, anche alla luce della cosiddetta Autonomia differenziata? Secondo Giorgio Mona, sì: «Ci sono regioni che si sono fatte carico dei crediti fiscali dei loro cittadini e delle loro imprese per poter dare loro modo di terminare i lavori e uscire da questo tunnel diabolico. L’elenco comprende Veneto, Piemonte, Puglia, Lazio e Basilicata, mentre Regione Lombardia ha preferito ignorare completamente questa problematica. La maggioranza del Consiglio regionale tra l’altro ha sempre bocciato ogni iniziativa al riguardo».
IL RAPPORTO ENEA
A gennaio 2024, l’Agenzia delle Entrate aveva reso noto che i crediti inutilizzabili del Superbonus 110% ammontavano a 134 milioni di euro, una cifra esigua se paragonata al valore delle cessioni e degli sconti in fattura maturati grazie alla misura agevolata. Secondo il Rapporto Enea, aggiornato a luglio 2024, il totale degli edifici interessati da interventi con Superbonus 110% sono stati 496194 (133mila condomini, 245 mila edifici unifamiliari, 117 mila unita immobiliari indipendenti e 8 castelli) per un totale di detrazioni maturate per lavori conclusi che sfiora i 133 miliardi di euro.
LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA
In Lombardia gli edifici che hanno effettuato interventi con il beneficio del Superbonus 110% sono stati 78.106 per un totale di detrazioni maturate per lavori conclusi pari a 23 miliardi di euro (Fonte Enea). Tra gli esodati la speranza di un confronto con le istituzioni, soprattutto con i rappresentanti degli enti regionali, non è ancora del tutto perduta. «Rinnovo al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana – conclude Giorgio Mona – la mia disponibilità e quella di altri componenti del gruppo ”Esodati del 110” a un incontro leale, senza pregiudizi e costruttivo teso a risolvere definitivamente questa drammatica situazione che affligge moltissimi suoi corregionali. A richiederlo è la situazione disperata e tragica di privati e imprese lombarde».
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