L’inatteso e duro attacco de “La Prealpina” a Luis Scola
In un articolo lanciato in prima pagina il quotidiano cartaceo cittadino accosta il CEO della Pallacanestro Varese al "marchese del Grillo". Una scelta inusuale nel mondo della stampa cestistica locale
Questa mattina (giovedì 26 settembre) i lettori che hanno preso tra le mani il numero in edicola de “La Prealpina” – almeno quelli appassionati di basket – sono senza dubbio sobbalzati nel vedere in prima pagina un lancio dedicato alla Pallacanestro Varese. Un titolo tutt’altro che accomodante, ispirato alla più celebre frase del Marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi.
Nel ruolo del marchese però, secondo il quotidiano, ci sarebbe addirittura Luis Scola, leggenda del basket mondiale e attuale CEO (e proprietario) della Pallacanestro Varese. «Io sono Luis, e voi non siete un ca…» è il titolo di un fondo affidato a Giancarlo Pigionatti, ovvero il giornalista che per tanti anni ha seguito in prima persona le vicende biancorosse. Oggi Pigionatti è in pensione, mantiene uno spazio settimanale di commento sulla partita della domenica ma non si occupa quotidianamente della squadra (un compito affidato da anni a Giuseppe Sciascia).
Un titolo così diretto – di fatto contiene una parolaccia facilmente individuabile, seppure proveniente da una citazione – è piuttosto inusuale tra gli organi di stampa (noi compresi) che seguono la Pallacanestro Varese. Da quando è il dominus della società, l’operato di Scola è sempre stato giudicato interessante a livello generale ma non esente da critiche sia sul lato sportivo sia su quello gestionale (su VareseNews, per esempio, abbiamo contestato le porte chiuse ai tifosi in settimana o le politiche dei prezzi attuate in questa campagna abbonamenti). Non si ricordano però attacchi frontali così forti da parte dei media.
All’interno dell’articolo Pigionatti ripercorre in maniera piuttosto moderata le vicende dell’attuale Openjobmetis – che certo non ha brillato nei risultati estivi -, parla della centralità di Mannion e dell’amore del pubblico anche se si mostra critico sul fatto che molti giocatori rimangono a Varese per pochi mesi per poi salpare per altri lidi, generalmente più redditizi. «Solo questione di denari?» si chiede quindi l’articolista che prosegue con le frasi poi scelte per il titolo in prima pagina: «Non casca foglia che Scola non voglia quale monarca assoluto dal quale sarebbe auspicabile un po’ più di riguardo per le componenti varesine a cominciare dai tifosi cui è negata la vicinanza quotidiana con la squadra da ingrate porte chiuse. Per il suo modo di gestire, almeno in apparenza, viene in mente il marchese del Grillo: “io sò io e voi non siete un ca…”».
Da piazzale Gramsci non si registrano intanto reazioni, ma è certo che una simile presa di posizione appare inusuale e tutto sommato inattesa in un momento della stagione delicato (il campionato è alle porte) ma anche dopo un appuntamento – quello di martedì sera – in cui il club ha mostrato rinnovata solidità con nuovi sponsor appena entrati a far parte del pool di sostenitori.
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