Mantide di Parabiago, il figlio che guidava l’auto che uccise Fabio Ravasio difende la madre
Il 26enne Igor Benedito, figlio di Adilma Pereira Carneiro, è stato interrogato in procura. Ammette di aver investito Fabio Ravasio lo scorso 9 agosto ma sostiene che il mandante dell'omicidio non era sua madre
Interrogatorio davanti al pubblico ministero Ciro Caramore, questa mattina (lunedì), anche per Igor Benedito, il figlio 26enne di Adilma Pereira Carneiro che ha materialmente investito con l’auto della madre Fabio Ravasio, uccidendolo, lo scorso 9 agosto.
Il giovane è in carcere dal 23 agosto insieme ad altre sette persone, compresa Adilma accusata di essere l’ideatrice e la mandante del piano omicida che prevedeva l’eliminazione fisica del suo ultimo compagno, il 52enne commerciante di Parabiago falciato dall’Opel Corsa lungo via Vela mentre tornava a casa in bicicletta dal negozio di Magenta che gestiva insieme ad un socio.
Assistito dal suo avvocato Valentina Alberta ha risposto alle domande del magistrato bustese raccontando, però, una versione dei fatti che non troverebbe riscontri. L’unico punto fermo sul quale non ha potuto dare una versione diversa è che lui era alla guida quel pomeriggio e che ha investito volontariamente Ravasio anche se l’intenzione non era quella di ucciderlo.
Da questo punto in avanti la ricostruzione di Igor non collimerebbe più con quelle raccolte dagli altri indagati, in un estremo tentativo di difendere la madre, la quale avrebbe saputo del piano per ucciderlo ma dicendosi contraria. Alla domanda su chi avrebbe voluto la morte del 52enne Igor Benedito avrebbe puntato il dito contro Massimo Ferretti, il barista amante di Adilma che aveva perso la testa per la brasiliana.
Una versione, quella di Igor, che però non reggerebbe. Troppi gli elementi in mano agli investigatori contro la 49enne per proporre una versione alternativa. Contro il racconto fatto dal giovane ci sono le parole di Mirko Piazza e Fabio Lavezzo (i due incaricati di fare da pali lungo la strada) oltre a quelle di Marcello Trifone che la scorsa settimana ha parlato per quattro ore davanti al pm.
A questo punto toccherà ad Adilma raccontare la sua versione dei fatti agli inquirenti e nei prossimi giorni potrebbe essere convocata. Questa volta, però, non potrà più dirsi estranea alla vicenda come aveva fatto davanti al giudice per le indagini preliminari subito dopo l’arresto.
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