Regione Lombardia impone il pagamento del ticket a chi non si presenta e non disdice l’appuntamento sanitario
L'assessore Bertolaso spiega: "Non si tratta di una ‘sanzione’ ma di una richiesta di assunzione di responsabilità”. La cancellazione almeno due giorni lavorativi prima della data fissata, anche da remoto
Prenotano e poi non si presentano alla visita. Nel triennio 2021-2023, le mancate disdette per appuntamenti sanitari sono state 12 milioni e 700mila con una percentuale del 33% il primo anno, 17 milioni e 400mila prestazioni con un 25% di appuntamenti andati deserti il secondo anno ed infine, nel 2023, a fronte di 19 milioni di prenotazioni, lo sforamento è pari al 20,9%. Lo aveva raccontato nell’aprile scorso il Sottosegretario ai Rapporti con il Consiglio Mauro Piazza durante il question time su domanda del Consigliere di Azione Italia Viva Massimo Vizzardi.
Il tema del “no show”, così vengono chiamate in gergo le mancate disdette degli appuntamenti che vanno deserti, ha visto in questi anni alcune attività per limitare il fenomeno. Ora una normativa, il Decreto Legge del 07/06/2024, n. 73, convertito in legge con modificazioni dall’art. 1, comma 1, L. 29 luglio 2024, n. 107, recante “misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”, dispone che i pazienti che non si presentano il giorno dell’appuntamento fissato dalle strutture sanitarie pubbliche o private convenzionate per effettuare una visita medica o un esame senza una giustificata disdetta, saranno tenuti al pagamento del ticket. Il pagamento verrà richiesto anche a coloro i quali hanno diritto all’esenzione.
«In Lombardia – ha detto l’assessore regionale Welfare, Guido Bertolaso – grazie all’intenso lavoro di recall messo in campo dalle nostre strutture e dal call center regionale, siamo riusciti a ridurre il cosiddetto ‘no show’ al 10% rispetto al quasi 20% che avevamo registrato lo scorso anno. Si tratta di un risultato importante raggiunto anche con attività di sensibilizzazione verso i cittadini. Per arrivare a ridurre maggiormente il fenomeno possiamo ora utilizzare lo strumento dissuasivo della legge che prevede il pagamento del ticket della prestazione non annullata anche per chi usufruisce di una esenzione, la maggioranza dei pazienti. Il rispetto verso gli altri deve essere garantito: in caso io non possa andare a fare la visita o l’esame devo provvedere ad annullare l’appuntamento di modo che qualcun altro possa usufruirne, se invece non mi presento pago il ticket. Non si tratta di una ‘sanzione’ – conclude Bertolaso – ma di una richiesta di assunzione di responsabilità”.
Con una nota della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia, inviata ai vertici delle ATS, delle ASST e degli IRCCS, tutte le aziende sanitarie sono state invitate a estendere queste procedure anche ai cittadini esenti, che dovranno anch’essi corrispondere la quota di partecipazione in caso di mancata disdetta, salvi i casi di forza maggiore o impossibilità sopravvenuta.
La cancellazione deve avvenire almeno due giorni lavorativi prima della data fissata, anche da remoto, in modo da ottimizzare le agende di prenotazione e migliorare la disponibilità delle risorse.
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