Salvezza tranquilla e sempre più giovani: il presidente Barbieri traccia gli obiettivi del Rugby Varese

Intervista al numero uno della palla ovale biancorossa: «Diversi under 18 in prima squadra: possono guadagnare minuti in campo». Sabato 21 la presentazione in Fiera

rugby varese 2024 2025

La stagione ufficiale non è ancora iniziata, ma il Rugby Varese è pronto per presentarsi ai propri tifosi. Sabato 21 settembre si terrà nella Fiera di Varese la presentazione delle squadre del biancorosse per quanto riguarda la stagione sportiva 2024/25. Un’ottima occasione per gli appassionati di questo sport e per chi è curioso di scoprire il mondo del rugby varesino che negli ultimi anni si sta evolvendo.

Ad anticipare i temi che verranno trattati in fiera è il presidente Giovanni Barbieri al quale abbiamo chiesto quali sono le nuove prospettive per la stagione futura e come la società sta lavorando in merito.

Presidente Barbieri, come state promuovendo il rugby a livello locale per attrarre nuovi tifosi e giovani atleti?

«Sabato 21 presenteremo in fiera le squadre che comporranno la nostra società, così che tutta la città possa scoprire i volti dei giocatori che questa stagione vedranno in campo. Stiamo poi facendo un lavoro di reclutamento di nuovi giocatori, creando due open day, uno in autunno e uno in primavera, che danno la possibilità ai genitori di far scoprire ai figli più piccoli la bellezza di questo sport. Inoltre sabato 5 ottobre ci sarà l’inaugurazione del campo da basket in Via Salvore: in quell’occasione ci saranno attività dedicate proprio ai bambini che vogliono provare lo sport della palla ovale. Per i più grandi invece stiamo andando nelle scuole medie e superiori a fare lezioni di rugby per far conoscere questo sport anche agli adolescenti». (foto: FB Rugby Varese)

Ci sono novità rispetto agli anni precedenti per quanto riguarda la prima squadra?

«Nessun grande cambiamento in questa stagione per quanto riguarda i campionati: disputeremo ancora la serie B e il campionato cadette (quello aperto alle squadre “B” delle diverse società ndr). Per quanto riguarda i giocatori invece abbiamo qualche nuovo innesto di ragazzi più giovani provenienti dall’under 18 che adesso faranno parte delle due prime squadre, tutti allenati dagli stessi allenatori degli anni passati, fatta eccezione per “gli avanti” che verranno seguiti dal nuovo Andrea Musazzi».

Che ruolo svolgeranno in questa stagione sportiva i giovani provenienti dall’under 18?

«I ragazzi dovranno iniziare ad adattarsi a una nuova categoria nella quale giocheranno per il resto della loro carriera sportiva: per loro cambiano lo stile di gioco, la fisicità e i compagni che sono tutti più grandi. Inizialmente dovranno adattarsi e inserirsi piano piano nella squadra conquistandosi minuti in campo, fino magari a riuscire a trovare una funzione fondamentale per la formazione della squadra».

Avete prefissato un obiettivo per entrambi i campionati?

«L’obiettivo principale è quello di mantenere la serie B; se poi riuscissimo ad arrivare a metà classifica saremmo ben felici del risultato. Per quanto riguarda la cadetta, per noi conta riuscire a dare spazio a tutti coloro che hanno ancora qualcosa da dare in campo: un campionato simile ci dà più libertà anche per chi non rientra più nell’età consentita in altri campionati. Crediamo che sia importante dare la possibilità a tutti di poter giocare a rugby, dai più giovani ai meno giovani».

giovanni barbieri rugby
Giovanni Barbieri – terzo da sinistra – in campo con il Varese nel 1997

Quali sono stati i punti di forza e di debolezza della scorsa stagione e come pensate di affrontarli quest’anno?

«Abbiamo avuto un finale di stagione da cardiopalma rischiando la retrocessione e salvandoci all’ultimo. Quest’anno vorremmo arrivare più preparati per stare tranquilli e non dover tenerci aggrappati con le unghie alla serie B».

Infine, ci parli delle principali sfide che la società dovrà affrontare quest’anno sul piano organizzativo?

«In primis il campo da gioco, che non è mai facile da gestire e preservare per via della sua delicatezza e dello stress che uno sport come il nostro gli può mettere. E poi ci sono le trasferte, che per la cadetta molte volte sono lontane, per cui c’è spesso bisogno di organizzare un pullman che porti la squadra dove dovrà giocare. Mentre per la serie B la sfida più grande è la trasferta a Capoterra, dove bisogna andare obbligatoriamente in aereo; quindi, organizzare gli spostamenti ed inevitabilmente anche i costi salgono di parecchio».

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Pubblicato il 17 Settembre 2024
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