Uomo di parte e di dialogo, l’omaggio del consiglio comunale di Gallarate a Giuseppe De Bernardi Martignoni
Dopo la scomparsa del consigliere di FdI, nella prima seduta dell'assemblea si è tenuta la commemorazione, in cui ogni gruppo è intervenuto in ricordo
Un uomo di parte, convinto delle sue idee, ma anche capace di dialogo, dentro al gioco democratico. È il ritratto di Giuseppe De Bernardi Martignoni negli tanti interventi al consiglio comunale di Gallarate, nel ricordo dell’esponente della destra, che sui banchi del consiglio ha a lungo militato, nelle file di An prima, del PdL poi, infine di Fratelli d’Italia.
In prima fila tra il pubblico c’era una nutrita rappresentanza del suo partito capitanati da Francesca Caruso e dall’amico Salvatore Marino, c’erano i familiari – i figli Giulia e Paolo e il fratello Vittorio.
In aula ogni gruppo politico ha voluto portare un saluto. «Beppe era una figura amata e sentita, un uomo del popolo» lo ha salutato Marco Colombo, presidente del consiglio comunale, che con lui condivideva la militanza in FdI. Per il suo partito lo ha salutato il capogruppo Luca Sorrentino: «In questi mesi ho sempre avuto a fianco la cartellina con il suo nome, speravo in un suo ritorno. Oggi fa male non vedere più il suo nome» (al suo posto è subentrato, emozionato, Alessio Imbriglio, primo dei non eletti in FdI nel 2021). Sorrentino ha ricordato «simpatia e umanità» di Martignoni, la capacità di fare posto a nuove leve ma anche quanto era esigente in politica.
«L’assenza di Beppe è un’assenza che si fa sentire» ha esordito il sindaco Andrea Cassani. «Porto con me una frase di sua figlia che mi ha detto:non dimenticatevi di mio padre. E noi in ogni modo possibile lo ricorderemo per l’uomo e per il politico che era».
Poi gli altri ricordi dal centrodestra: Calogero Ceraldi di Forza Italia ne ha ricordato «lealtà, coerenza e responsabilità», sono intervenuti Michele Aspesi di Lista Cassani e Luigi Galluppi dall’area più civica e centrista («era una persona vera, aveva in sé un desiderio di felicità»), poi l’assessore Germano Dall’Igna: «Siamo stati spesso avversari, ma nemici mai», ha detto ricordando gli anni nel PdL e poi in partiti diversi, prima della nuova militanza comune in FdI. «Mi hai sempre superato con le preferenze e poi alla fine di ogni contesa mi dicevi sempre Gè ce l’hai fatta anche stavolta, bravo e si festeggiava».
«Deciso, simpatico e battagliero» gli aggettivi con cui l’ha salutato Paolo Bonicalzi, per la Lega.
Poi il riconoscimento anche dalle file dell’opposizione: Sonia Serati di PiùGallarate lo ha ricordato «generoso nel dare consigli ai giovani consiglieri», anche di minoranza, «incoraggiando a seguire la propria passione politica, anche se con idee diverse».
L’intervento più politico è stato l’omaggio di Giovanni Pignataro del Pd: «In queste occasioni si dice il bene delle persone e di Beppe Martignoni, umanamente, si può dire solo bene. Ma aggiungo un dato politico: da presidente del consiglio è stata una sorpresa positiva, molto positiva. Uomo di parte, che viveva con passione il suo essere di destra, entrò nel ruolo, fu un buon arbitro, bisogna dargliene atto. È stato un esempio per la nostra città, che può essere spunto. Esempio perché con lui lo scontro era sempre dialettico, non guerra personale».
Sulla stessa linea anche Massimo Gnocchi: «Conoscevo da tanto Beppe Martignoni e sapevo che avrebbe sapuro ben gestire quest’aula. Oggi gli tribtiamo un grzie per aver servito la nostra città».
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