A Brezzo di Bedero 20ma edizione del trofeo Cesare ed Emilia Donà consacra la memoria di una tradizione
Tra emozioni, rivalità e accostamenti impeccabili, la località lacustre celebra un secolo di storia delle bocce con la vittoria di Mario Tartaglia. Un evento che ha unito sport, memoria e comunità
A Brezzo di Bedero la sera di venerdì 11 ottobre si celebrava una ricorrenza particolarmente significativa: la ventesima edizione del Trofeo Cesare ed Emilia Donà, presidente e coniuge che, per quanto attiene alle bocce, hanno segnato l’epoca del paese a cavallo della fine del secolo e l’alba del successivo.
Come scrisse Vasco Pratolini, nel suo splendido romanzo “La costanza della ragione”, «I ricordi sono come le tavole, ci galleggi sopra e sono schermati da una luce artificiale come se la memoria poggiasse dietro una maschera che si usa per le saldature, ma sono i nostri ricordi, delle persone che hanno attraversato la nostra esistenza e ci hanno lasciato un’impronta indelebile grazie alla loro capacità d’incidere il nostro io», mai parole furono più appropriate per far riemergere immagini per nulla sopite dallo scorrere del tempo.
La competizione, che si era sviluppata nelle fasi eliminatorie fra i campi di Bedero e di Vergiate, aveva avuto una lusinghiera partecipazione, aveva laureto i 18 finalisti che, suddivisi fra la sede naturale e Cuvio, avrebbero selezionato i quattro semifinalisti.
Nella parte alta del tabellone campeggiavano gli alfieri della Ternatese di seconda categoria, con i due Dall’Occo e Basini, che freschi della battaglia per la conquista del titolo lombardo contro i bergamaschi della Villese, guardavano, non con sufficienza bensì con la consapevolezza del loro valore, gli avversari che il quadro gara offriva.
La Bederese aveva permesso, fra il folto schieramento dei partecipanti locali – una ventina – di farne sopravvivere solo due, i quali erano comunque ben intenzionati a non lasciare nulla d’intentato per giungere alla fase finale. Il percorso più irto di asperità era sicuramente quello di Mario Tartaglia, al quale il destino aveva riservato, in primo grado, il giovane e pimpante Daniele Basso, lucido interprete della bocciata, specialmente di volo da piccola e media distanza; incontro equilibrato con alterne fortune, dove tuttavia la costanza nell’accosto di Mario riusciva a far uscire di giri il cuviese che, con un paio di mani inique, si consegnava sconsolato fra le fauci del sornione e navigato bederese. Nelle sfide fratricide fra i ternatesi emergeva, quasi senza accorgersene, il temuto Basini, il quale conquistava il piacere di affrontare il Mario, che con la sua aria apparentemente dimessa pareva destinato a immolarsi sull’altare di Tonatiuh, il dio del sole azteco che aveva bisogno di sacrifici umani per apparire nel cielo. Incontro intenso, colmo di bel gioco e di colpi di scena, con Tartaglia che prima fugge in avanti, poi Basini ricupera, si porta in vantaggio, si fa a sua volta ricuperare, fino all’ultima mano sull’undici pari, dove il ternatese con l’ultima boccia non riesce a conquistare il punto finale, su una situazione di difficoltà non trascendentale dell’avversario, che conquista così l’accesso alla semifinale. Intanto arriva il primo semifinalista da Cuvio e – udite, udite – chi è? L’altro bederese, il Fabrizio Cozzi, di certo non predestinato al successo.
Le due semifinali sfornavano due limpide vittorie di Cozzi su Giorgetti di Cassano, il quale dopo qualche fiammata iniziale si spegneva lasciando campo libero al caricatissimo Fabrizio, mentre anche sull’altro campo Mario spegneva le residue velleità del novarese Biondetti, affatto nuovo a queste imprese. Quindi finalissima fra i bederesi, pervenuti in modo inatteso a disputarsi l’ambito trofeo. Partita giocata seriamente, nessuno dei due era disposto a fare concessioni, ma Tartaglia, sempre impassibile, continuava imperterrito nel suo cammino compassato, eseguiva alcuni accosti da campione e concludeva con una bocciata da tre punti sul pallino che smorzava le residue speranze di Cozzi, mai domo e autore di molte pregevoli giocate.
La premiazione, a tarda ora, vedeva i piacevoli interventi delle numerose autorità che erano presenti a celebrare l’evento, i sindaci di Brezzo di Bedero – Daniele Boldrini -, di Castelveccana – Maurizio Spozio – e di Porto Valtravaglia – Ermes Colombaroli -, oltre all’ex-presidente provinciale ed ex-consigliere regionale FIB Gianpiero Martinoli, hanno ricordato le figure degli scomparsi e, con la premiazione officiata dai due figli di Cesare ed Erminia – Claudio ed Elena – si è avviata la conclusione dell’evento nel ricordo citato da Vasco Pratolini, “delle persone che ci hanno lasciato un’impronta indelebile grazie alla loro capacità d’incidere il nostro io”, entrava nello storico archivio la ventesima celebrazione di Cesare ed Erminia Donà.
PILLOLE DI BOCCE
11 ottobre – Bederese – finale regionale individuale BCD 1) Tartaglia Mario – Bederese (VA) 2) Cozzi Fabrizio – Bederese (VA) 3) Biondetti Giovanni – Agrate Conturbia (NO) 4) Giorgetti Sergio – Casciago – (VA) Direttore di gara – Nacci Cosimo Arbitri – Boscaro Umberto e Longhi Mario
14 ottobre – Daveriese – inizio regionale individuale BCD
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