Al Castello di Masnago arriva “Buz Baz. Dietro le quinte”, una mostra di Luca Lischetti
Sabato 5 ottobre alle ore 18.00 verrà inaugurata la mostra personale di Luca Lischetti dal titolo "Buz Baz. Dietro le quinte." ospitata presso il Castello di Masnago a Varese.
Sabato 5 ottobre alle ore 18.00 verrà inaugurata la mostra personale di Luca Lischetti dal titolo “Buz Baz. Dietro le quinte.“ ospitata presso il Castello di Masnago a Varese.
L’esposione offre ai visitatori un’ampia panoramica della produzione artisitica di Luca Lischetti dispiegata in un percorso cronologico ed estetico che svela la poetica dell’artista di solito celata da una naturale ritrosia. L’uomo, dai tratti grotteschi e ironici, è il principale protagonista delle opere dove lo vediamo rappresentato sia come singolo che in una caotica dimensione collettiva. Ad aprire l’esposizione ci sono i teatrini, quadri polimaterici che Lischetti propone da diversi anni, generati da effimere reminiscenze giovanili che prendono corpo e anima in messeinscene che lo stesso artista definisce “mai rappresentate”. Il ricordo o meglio la fantasticheria è messa sotto la lente d’ingrandimento dell’arte e trasposta sulla tela che acquista così una sua tridimensionalità grazie all’innesto di elementi lignei, i quali rendono la scena molto vivida e partecipata. E’ il regno dell’irrazionale dove le impalcature logiche della mente vengono smontate e si forzano i limiti del reale proponendo la rappresentazione come deformazione. In Lischetti il topos creativo riflette l’idea che la verità sulla realtà emerga dalle esagerazioni o amplificazioni piuttosto che da una rappresentazione edulcorata, perciò falsa della società.
Procedendo lungo il percorso si fa il piacevole incontro con Buz Baz, un omino inquieto, vestito di tutto punto in abito nero. Il volto è accennato, lo sguardo fisso è rivolto alla propria interiorità più che all’ambiente circostante. Le smorfie che deformano la sua faccia, oltre alle pose disarticolate, ci proiettano nella dimensione alternativa che spinge a riflettere sulla condizione dell’uomo nella contemporaneità.
Nella sala destinata alle opere in rosso il colore inonda lo spazio. È l’emblema dell’estroversione e della forza di volontà che influisce sul battito cardiaco e sulla pressione sanguigna stimolando il corpo e accelerando i ritmi vitali. Energia, spaesamento e angoscia sono le principali emozioni percepite dal visitatore. Secondo la logica dell’assurdo presentata dall’artista, i personaggi in questione, stretti nei loro limiti, tentano di liberarsi o, in maniera ancor più eroica, cercano di oltrepassarre la parete come in una sorta di sogno lucido in cui i confini della physis perdono solidità e vengono avvertiti come fascio di energia. Alla serie dei rossi appartiene anche il tondo donato al Museo del Castello di Masnago nel 1996 dal titolo “Elogio del rosso”. L’opera è ispirata alla drammatica fine di Thomas Becket, santo martire dell’Inghilterra del XII secolo, le cui vicende avvincono ancora in virtù dei temi trattati: libertà e potere, amicizia e tradimento, onore e dovere. Completa questa sezione una singolare scultura di uomo seduto, dotata di un dispositivo sonoro che riproduce una serie di improvvisazioni vocali della soprano Rossana Maggia (1930-2014), nota per le onomatopee futuriste musicate per l’intonarumori di Luigi Russolo. La Maggia, ricordata anche come amica generosa, viene celebrata da Lischetti per l’importante operazione culturale che condusse sulle scene internazionali come interprete di un canto immaginativo ispirato a sensazioni personali e all’improvvisazione.
L’allestimento delle ultime sale è dedicato alla piu recente produzione delle grandi opere con soggetti per lo più maschili che sembrano uscire dai quadri e affacciarsi su panorami geometrici con l’utopistica volontà di fare ordine e cercare integrazione fra uomo e mondo. Attualissime le sculture degli Assassini, inquietanti figure emerse da fiabe metropolitane, archetipi delle più profonde paure che vanno affrontate per quello che sono: illusioni in grado di acquistare corpo per chi le vive. La reazione per lo spettatore è viscerale, i personaggi instaurano un rapporto diretto con chi li guarda e invitano a un sentito dialogo, sicché pur trattandosi di questioni spinose e delicate, per certi versi crude, Lischetti lo fa con una cifra umana straordinaria che allontana dai pregiudizi e ci coinvolge anche con divertito distacco.
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