Al Giuditta Pasta di Saronno “La Locandiera” di Goldoni nella lettura contemporanea di Antonio Latella e Sonia Bergamasco
Giovedì 31 ottobre alle 20,45 la stagione teatrale 2024-2025 si apre con uno dei testi più amati di Carlo Goldoni, che il regista Antonio Latella veste di contemporaneità non solo nei costumi e nelle scene, ma illuminando di una luce nuova il significato della commedia.
La nuova stagione teatrale 2024-2025 del Teatro Giuditta Pasta si apre con una delle commedie più amate e rappresentate di Carlo Goldoni, “La Locandiera”. Giovedì 31 ottobre (alle 20,45) sulle scene del teatro Saronnese, non si vedranno però ambientazioni e abiti settecenteschi. Il regista Antonio Latella, spoglia infatti la commedia goldoniana e la veste di contemporaneità, non solo nei costumi e nelle scene, ma illuminando di una luce nuova il significato della commedia e il ruolo della protagonista Mirandolina, interpretata da Sonia Bergamaschi.
La locandiera secondo Antonio Latella è «una grande operazione civile e culturale, un manifesto teatrale che dà iniziò al teatro contemporaneo».
«Il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto – spiega Latella – Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti».
Sonia Bergamasco dà vita a una Mirandolina differente da quella che la tradizione ha spesso proposto, sottolineando la profondità dell’approccio goldoniano: «Spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con questa opera – aggiunge il regista – L’abbiamo ridimensionata, cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo
sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: parlo di
Massimo Castri».
In scena con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo e Annibale Pavone.
Qui il link al sito del Teatro Giuditta Pasta dove è possibile acquistare i biglietti
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