Cassa integrazione e incertezza alla Beko Europe di Cassinetta. Lavoratori pronti alla mobilitazione
La rsu Fiom, Fim e Uilm ha tenuto le assemblee con i lavoratori . "Il Governo intervenga rapidamente per garantire l'applicazione del Golden power"
I lavoratori dello stabilimento Beko di Cassinetta di Biandronno si sono riuniti il oggi giovedì 24 ottobre in assemblee molto partecipate, esprimendo preoccupazioni sul futuro della fabbrica e del settore degli elettrodomestici in generale. Nonostante la Beko di Cassinetta rappresenti un’eccellenza europea nel campo della produzione di elettrodomestici da incasso, i recenti sviluppi legati alla crisi del settore e alle scelte aziendali hanno sollevato dubbi e timori tra il personale.
Alle assemblee sono interventuti i tre segretari provinciali dei metalmeccanici: Nino Cartosio per la Fiom, Geknnaro Aloisio per la Fim Cils e Fabio Dell’Angelo della Uilm.
Il sito di Cassinetta, polo dell’elettrodomestico da incasso, impiega 2200 lavoratori e un indotto che coinvolge un numero ancora maggiore di persone. Tuttavia, la crisi del mercato europeo degli elettrodomestici, aggravata dalla contrazione dei consumi e dalla natura di “mercato di sostituzione”, ha colpito duramente lo stabilimento. Da oltre un anno, i dipendenti sono frequentemente in cassa integrazione ordinaria, e questo clima di incertezza economica preoccupa sempre più i lavoratori.
A ciò si aggiungono le scelte strategiche di Beko, che da aprile di quest’anno ha assorbito ufficialmente le attività di Whirlpool. In seguito a questa acquisizione, Beko ha chiuso stabilimenti in Gran Bretagna e Polonia, spostando la produzione e licenziando 1800 lavoratori polacchi. Il personale di Cassinetta si interroga su dove verranno ricollocati i volumi di produzione di questi stabilimenti chiusi, temendo ripercussioni anche in Le preoccupazioni dei lavoratori non si limitano alle questioni occupazionali. Molti sottolineano un impoverimento manageriale e strategico all’interno dell’azienda, con numerosi professionisti che hanno lasciato l’azienda, riducendo il know-how e le capacità di innovazione, in particolare nel settore della ricerca e sviluppo, vitale per il futuro della fabbrica .
Il segretario provinciale della Fim Cisl Gennaro AloisioQuesto “silenzio industriale” è un ulteriore segnale d’allarme che rischia di compromettere il ruolo strategico di Cassinetta Nel corso dell’assemblea, il sindacato di categoria Fiom, Fim e Uilm ha ribadito la necessità di ottenere risposte chiare da Beko riguardo il piano industriale per i siti italiani. Nonostante l’incontro con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 25 giugno scorso, Beko non ha ancora mostrato disponibilità per ulteriori confronti.
La mancanza di dialogo con il sindacato e la scarsa attenzione verso le problematiche dei lavoratori sono ritenute inaccettabili. I lavoratori di Cassinetta chiedono che il Governo intervenga rapidamente per garantire l’applicazione del Dpcm del 1° maggio 2023, che prevede l’uso del “Golden Power” per evitare che vi siano sovrapposizioni produttive tra gli stabilimenti italiani e quelli europei, scenario che potrebbe portare a una riduzione della produzione nazionale con pesanti ricadute sull’occupazione e sul tessuto sociale locale.
il Segretario della Uilm Altomilanese Fabio Dell’AngeloBeko è chiamata dai lavoratori a rispettare non solo le norme legali, ma anche i principi etici che essa stessa dichiara nei suoi codici aziendali. I lavoratori, sostenuti dal sindacato, sono pronti a mobilitarsi per difendere il futuro dello stabilimento di Cassinetta e chiedono con forza un confronto immediato a livello ministeriale per salvaguardare l’occupazione e il tessuto industriale di una delle realtà produttive più importanti d’Italia.
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