Colore rosso, Vhs e tubo catodico: l’arte visiva del varesino Marco Balbi Dipalma
Dopo l’esperienza in Polonia con Rena Mirecka e il Teatr Laboratorium è tornato a casa per iniziare il suo percorso. Diverse le suo opere esposte in tutta Italia. "I miei video sono preghiere carnali"
Marco Balbi Dipalma è un artista che mescola «la plasticità del corpo e del colore rosso» nelle immagini video, che ricerca nelle vecchie tecnologie le risposte al futuro. Nato e cresciuto a Malnate, dopo gli studi al Dams di Bologna e gli insegnamenti del teatro classico di Dimitri Pasquali, ha iniziato a seguire la strada rivoluzionaria tracciata da Jerzy Grotowsky che lo ha portato a Rena Mirecka, cofondatrice e prima attrice del Teatr Laboratorium.
«Ho conosciuto Rena nel 2004 – spiega l’artista – e ho collaborato con lei per 18 anni, fino al 2022 a casa sua, a Breslavia. Dal 2019 al 2022 ho portato avanti la sua ricerca nel parateatro: training teatrale del Teatr Laboratorium di J. Grotowski, tecniche di meditazione, e azioni rituali creative alle quali le persone partecipavano attivamente. Parallelamente, durante il lockdown ho ritrovato l’archivio di documenti e Vhs di Rena Mirecka, del quale è stata riconosciuta la grande importanza».
«A livello artistico – spiega Balbi Dipalma – nel 2021 ho iniziato a creare la ritual performance art, coadattamento tra la creatività performativa e le tecniche rituali tradizionali. Lavorando da solo ho iniziato a usare la telecamera per registrarmi e in questo modo è nato il seme della ricerca sulla Video Arte».
«Nel 2022 Rena Mirecka è morta – prosegue l’artista varesino -. La sua morte è stata una lacerazione ed è per questo che anche nelle mie opere c’è una riflessione spirituale sul dolore e trovano spazio spesso dei simboli profondi. Questo però ha anche liberato la mia creatività dalla sua figura artistica, riuscendo a trovare la mia identità. Nel 2022 sono tornato in Italia, avevo bisogno di esprimere sentimenti inesprimibili a parole e ho iniziato a girare il mio primo video nella cantina di casa dei miei a Malnate. Lavoro con i video perché cerco, attraverso il corpo, un canale visuale per esprimermi. Quello che indago è l’”Io” in senso esistenziale, come nelle filosofie occidentali e orientali. È l’amore primario del performer il centro della mia ricerca. Molti miei lavori sono autoritratti ma non narcisistici, anzi, cerco l’altra persona nell’arte e la capacità di aprirsi agli altri».
«In questo momento ho mie opere esposte in una decina di mostre – prosegue l’artista -. Dal 30 ottobre al 3 novembre durante l’Art Week di Torino, alla mostra “Paratissima” in due sezioni: “Show don’t tell” curata da Elena Sillitti con una video installazione olografica; la seconda “Come la pelle che mi nasconde” curata da Mario Bronzino, parte pubblica, che sarò presente con “De Profundis | Affresco | Parte III” che verrà proiettata in una stanza buia con tubo catodico. Attualmente le mie opere sono anche alla biennale di Sondrio, a Bologna, alla Borgo Pio Gallery di Roma e al premio internazionale “Visioni” di Salerno».
«Le tre opere maggiori che si possono trovare nelle mostre sono: “Trasfigurazione”, un video da 34 secondi, “Autoritratto allo specchio | Fragilità” e “De profundis | Affresco | Parte III” in Vhs digitalizzato. Considero le registrazioni in Vhs più materiche, come il pastello ad olio. Possiamo dire “L’abbandono della materia”. Ha anche a che fare con il ritorno al vintage sognante degli anni ’80, di fatti esibisco i video con televisioni a tubo catodico. Di ritorno a Varese ho scoperto con stupore che la città ha una storia di Video Arte con M.Pirelli e Giaccari e un desiderio di esprimersi con l’arte sottocutaneo. Ho incontrato immediatamente altri artisti con cui collaborare nell’organizzazione dell’”All You Can Art”, evento espositivo e performativo dove chiunque può sentirsi libero di esprimere la sua arte».
«Lavoro molto sul rosso – traccia il suo manifesto Balbi Dipalma -, che è sangue, desiderio, amore e odio, eros e thanatos, catarsi, ma soprattutto passione: l’eterno pathos del rosso. I miei video sono preghiere carnali. Il mio messaggio è di speranza: indagare per cercare il motivo della sofferenza, ma grazie a questa capire cosa ci unisce. Lavoro su video, da solo, ma cerco lo spazio che ci unisce per sentirsi meno abbandonati. Abbandono è un tema doppio: lasciarsi ma anche avere fede negli altri. L’arte è un linguaggio per creare un legame profondo tra le anime».
Canali social:
Instagram: opere di video arte | Marco_balbidipalma_perfomer
Facebook: novità sul training per performer e mostre | Marco Balbi Dipalma Performer
YouTube: Archivio video del training e delle performance | Marco Balbi Dipalma Performer
Sito www.marcobalbidipalma.it
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