Duecento firme contro la riqualificazione del lungolago a Biandronno e l’opposizione torna a chiedere trasparenza
La petizione mira a salvaguardare le attuali aree a verde che verranno sostituite dal lastricato. In una lettera aperta Il gruppo Biandronno Più pone tre domande
Sono quasi 200 e firme raccolte per salvare le aiuole sul lungolago di Biandronno dove è ormai avviato il cantiere per la riqualificazione. Il gruppo, coordinato da Sara Parola, contesta il progetto finanziato con un milione di euro da Regione Lombardia per sistemare l’area detta della Strencia sostituendo le attuali aree a verde con un pavimento lastricato.
Una scelta che gli attivisti contestano affermando che il degrado è dato dall’incuria e dalla trascuratezza e non da una zona a verde.
Intanto il gruppo di opposizione di Biandronno Più scrive una lettera aperta sempre sui lavori in atto al lago
Come opposizione abbiamo invitato in ogni modo l’amministrazione a spiegare il progetto ai cittadini, senza però ottenere alcun riscontro. Evidentemente, le promesse fatte durante la tardiva presentazione di piazza Corvi, gli errori di progettazione già fatti in quel caso con la piazza allagata, senza cestini, con problemi pesanti di viabilità e con il verde ormai morente non sono serviti a migliorare.
Ad oggi, gli scavatori lavorano e non è ancora chiaro quale sia il progetto in realizzazione, visto che le autorità ne possiedono uno, esposto sul lago ce n’è un altro totalmente diverso e l’esecuzione sarà presumibilmente ancora differente. Sperando che almeno chi esegue i lavori sia stato informato di quale sarà la forma progettata…
Avremmo voluto fare al sindaco, e a tutti i membri della giunta e del consiglio che difendono il progetto spesso senza nemmeno conoscerlo, 3 semplici domande. La prima, di carattere tecnico. L’area dove si stanno eseguendo i lavori è catalogata come “ad alto rischio idrogeologico”. E’ rischiosa. Pertanto, sono consentiti solo lavori di manutenzione, mai nuove costruzioni, e comunque seguendo regole che garantiscano la sicurezza di chi poi fruirà quel luogo. Di fatto, così recita il PGT appena approvato, l’area è a rischio frana, sia quella su cui sorgerà la pesante e delicata pavimentazione che quella su cui prenderanno forma il nuovo belvedere e su cui verrà creato un rialzo alla darsena. Tutti questi elementi sono eleggibili come nuove edificazioni, quindi che procedura è stata eseguita e quali elementi strutturali sono stati previsti per evitare che ci siano rischi e che le norme del PGT, approvato dalla stessa maggioranza un mese fa, siano rispettate?
La seconda domanda, collegata alla prima. Visto che quasi ogni primavera quell’area è sommersa di acqua, considerato che non è previsto né un sopralzo delle quote, né meccanismi di protezione, come sarà protetto quell’enorme investimento da un milione di euro per evitare che venga sommerso e rovinato rapidamente?
E infine, sono anni che sentiamo come scusa per le mancate manutenzioni parlare di costi manutentivi insostenibili per il comune. Ebbene, un’opera di quel tipo, circa un milione di euro, prevede mediamente un costo manutentivo perlomeno del 4% annuo, significa che in un periodo di 5 anni verranno incrementati i costi manutentivi di almeno 200.000 euro, da prendere dalle tasche dei cittadini. Davvero mantenere in ordine il prato e il lungolago attuale, persino migliorarlo, non sarebbe costato infinitamente meno? O, come ci è stato detto per piazza Corvi, ormai i soldi ci sono e vanno spesi?
Riteniamo fondamentale chiarire un aspetto, per evitare le solite noiose parole al vento. Non ci preoccupa la realizzazione di un nuovo progetto, che sebbene non sia per nulla la priorità del paese, rappresenta comunque un valore. Ciò che vogliamo è poter esercitare il ruolo che ci compete, ossia vigilare e verificare che ciò che viene fatto sia nell’interesse dei cittadini, e questa continua fuga dal confronto non è certamente un segnale di sicurezza da parte della maggioranza.
Purtroppo, confronto e trasparenza restano slogan per i social in campagna elettorale.
Gruppo consigliare Biandronno più
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