Fecondità in Italia: il numero medio di figli per donna continua a scendere
Nel 2023, il numero medio di figli per donna si è attestato a 1,20, in calo rispetto al 1,24 registrato l'anno precedente. Questo dato rappresenta uno dei livelli più bassi mai osservati in Italia
La fecondità in Italia continua a diminuire, riflettendo la crescente difficoltà delle donne italiane nel conciliare vita lavorativa, personale e genitoriale. Una situazione ben fotografato dal report Istat sulle nascite del 2023.
Nel 2023, il numero medio di figli per donna si è attestato a 1,20, in calo rispetto al 1,24 registrato l’anno precedente. Questo dato rappresenta uno dei livelli più bassi mai osservati in Italia e riporta il Paese vicino al minimo storico di 1,19 figli per donna, registrato nel 1995.
Il calo della fecondità è il risultato di vari fattori. La riduzione della popolazione femminile in età fertile è uno di questi, ma non va trascurato l’impatto della precarietà lavorativa, delle difficoltà economiche e dell’accesso limitato al mercato abitativo, che spesso costringono le coppie a rimandare o addirittura rinunciare alla genitorialità.
A questo si aggiungono scelte di vita sempre più orientate a perseguire obiettivi professionali e personali, con l’idea di avere figli che viene spesso messa in secondo piano.
Il fenomeno della posticipazione della maternità è una delle tendenze più significative emerse dal report ISTAT del 2023. L’età media alla nascita del primo figlio è salita a 31,7 anni, una cifra che rappresenta un cambiamento radicale rispetto a soli pochi decenni fa, quando le donne diventavano madri in media a 28 anni. Questo dato sottolinea l’importanza del contesto socio-economico nel determinare le scelte riproduttive delle donne italiane.
Il tasso di fecondità delle donne italiane e straniere: il divario si riduce
Il tasso di fecondità delle donne italiane e straniere in Italia mostra una convergenza significativa negli ultimi anni. Nel 2023, il tasso di fecondità totale per le donne italiane è sceso a 1,14 figli per donna, mentre quello delle donne straniere si è attestato a 1,79. Sebbene le donne straniere abbiano ancora una fecondità maggiore rispetto alle italiane, il divario si sta riducendo gradualmente, segnalando un processo di integrazione anche nei comportamenti riproduttivi.
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