Ghiringhelli sul consiglio provinciale: “I minestroni politici non rispettano la volontà degli elettori”
Il primo consiglio provinciale dopo le elezioni porta ancora con sè i suoi strascichi politici: l'intervento del consigliere provinciale della Lega Sergio Ghiringhelli
Il primo consiglio provinciale dopo le elezioni porta ancora con sè i suoi strascichi politici: l’assemblea, che non ha espresso una maggioranza esplicita in quel frangente, ha provocato grande dibattito durante la seduta, ma anche nei giorni seguenti.
Dopo il primo intervento del consigliere di Fratelli d’Italia Marco Colombo, è di poche ore fa la nota del consigliere della Lega Sergio Ghiringhelli, che nel suo intervento in aula aveva già espresso dubbi sulla “maggioranza allargata” che si stava formando, lanciando addirittura alla formazione centrista la proposta di aggregarsi al centrodestra per “Rendere il governo della provincia più rispondente all’effettivo indirizzo di voto dei cittadini della provincia”, che ribadisce e rincara le sue opinioni.
«L’altra sera in Consiglio Provinciale è andata in onda una delle peggiori rappresentazioni che un Ente locale (anche se di secondo livello) può esprimere – ha commentato nella nota Ghiringhelli – All’insegna del “Nel fare le cose non vi è differenza tra destra e sinistra“ non solo si sono disattese e svilite il volere e le scelte degli elettori, ma si sono gettate le basi per una grande ammucchiata, di fatto rinunciando a idee, valori e stili di vita che caratterizzano da sempre la posizione dei vari schieramenti nel nostro paese».
«Dire che non vi è differenza nelle cose da fare tra un’amministrazione di destra o di sinistra è una stupidata pazzesca. Perché a questo punto basterebbe un grigio e magari capace burocrate per sostituire tutti gli eletti a qualsivoglia livello – Ha sottolineato Ghiringhelli, che oltre ad essere consigliere provinciale è consigliere di minoranza a Grantola – Ed anche se, sulle opere da realizzare siamo quasi tutti d’accordo, sul modo, tempi, caratteristiche o priorità di queste la differenza vi è eccome. E poi sui grandi temi legati a valori, famiglia, educazione dei figli, istruzione, gestione dei flussi migratori, sicurezza o la forma da dare allo Stato vi è una forte differenza, come è abissale il solco tra una società liberale e con meno stato da una fortemente statalista».
Secondo Ghiringhelli: «Altra cosa è collocarsi al centro del confronto politico per scegliere di schierarsi saltando di qua o di là a seconda del momento o della convenienza. E peggiore ancora perseguire il rafforzamento di uno schieramento e nel contempo andare a braccetto con l’altra parte».
Rivolgendosi evidentemente ai centristi, domanda: «Ma davvero pensate che i cittadini che hanno votato il centrodestra possano capire alleanze o accordi di governo con il PD? Davvero pensate che tutto sia fattibile e non si debba mettere dei paletti a valori, posizioni o scelte? Davvero siete convinti che gli elettori abbiano l’anello al naso e vi perdonino tutto? Io penso che sbagliate e di grosso».
«I minestroni politici in cui si mettono insieme forze di destra, centro, sinistra, civici ecc. non rispettano la volontà di chi nel votare ha fatto una precisa scelta di campo – Conclude Ghiringhelli – E gettano le basi per qualunquismo e opportunismo e sono i grandi nemici della” buona politica” di cui oggi, più di sempre, abbiamo bisogno».
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