Giovani e ricerca all’Università dell’Insubria: un pomeriggio di confronto sui principali progetti di ateneo

La delegata alla ricerca Flavia Marinelli, il rettore Angelo Tagliabue e il direttore generale Marco Cavallotti hanno introdotto l’evento nell’Aula Magna Granero Porati, a Varese

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Giovani e ricerca all’Insubria” è il tema dell’incontro che si è tenuto oggi nell’aula magna Granero-Porati in via Dunant a Varese, una tavola rotonda dell’Università dell’Insubria dedicata alla presentazione dei progetti dei giovani ricercatori che hanno vinto il bando Fondo di Ateneo per la Ricerca (Far), con lo scopo di stimolare idee progettuali nuove e transdisciplinari tra coloro che erano stati recentemente reclutati come ricercatori a tempo determinato di tipo A o B.

L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di valorizzare le idee dei giovani e promuovere la scrittura e presentazione di progetti di ricerca competitivi: basi fondamentali per partecipare a bandi nazionali ed internazionali e promuovere l’attrattività e competitività del nostro Ateneo. I progetti sono stati presentati in ciascuna delle tre aree Erc, ossia Physical Sciences and Engineering, Life Science, Social Sciences and Humanities, e sono stati valutati da tre revisori esterni italiani e stranieri appartenenti a Reprise, il Registro digitale di esperti scientifici indipendenti del Mur, per la valutazione scientifica della ricerca italiana. Le risorse assegnate per il finanziamento dei progetti vincitori della selezione provenivano da fondi propri dell’Ateneo, dalle donazioni del 5 per 1000 e da finanziamenti ministeriali Decreto 737.

L’incontro è iniziato alle 14 con i saluti del rettore Angelo Tagliabue e del direttore generale Marco Cavallotti. L’introduzione è stata curata dalla professoressa Flavia Marinelli, delegata alla Ricerca, con un breve intervento di Luca Azimonti del Servizio ricerca e trasferimento tecnologico dell’Ateneo. A seguire, ci sono state due tavole rotonde dedicate ai progetti vincitori delle edizioni 2022 e 2023 del bando Far.

Spiega Flavia Marinelli: «La ricerca dei giovani rappresenta il nostro futuro ed è per questo che abbiamo pensato in Ateneo a investire in misure che sostengano la progettualità dei nostri giovani ricercatori, anche utilizzando a questo scopo i contributi del 5/1000. Pensiamo che la ricerca vada “nutrita” e “coltivata” giorno per giorno, perché è preziosa e fragile, ha bisogno di attenzione, passione, cura e tenacia e solo così darà i suoi frutti che sono essenziali non solo per il nostro Ateneo ma per il nostro territorio, il nostro Paese ed il nostro pianeta. I giovani ricercatori hanno bisogno di sostegno e incoraggiamento, non possono fermarsi, le difficoltà li stimolano a studiare, elaborare, cercare soluzioni, ricominciano da capo se sbagliano, facendo tesoro degli errori commessi; così veramente scrivono il nostro futuro, trovando nuove terapie, proteggendo l’ambiente, inventandosi nuovi materiali, e proponendo nuovi modelli di sviluppo e sostegno sociale e culturale. La giornata di oggi testimonia questo nostro impegno e la grande vitalità e capacità dei nostri giovani ricercatori».

I progetti del 2022, finanziati con 15mila euro ciascuno e da completare entro il 31 dicembre di quest’anno, hanno incluso ricerche in diverse aree disciplinari. Tra questi, il progetto di Elisa Terzaghi si è concentrato sulla rimozione degli inquinanti atmosferici attraverso l’interazione tra foglie e microrganismi, mentre Nicolò Baranzini ha studiato un enzima innovativo per la rigenerazione dei tessuti. Francesco Della Monica si è occupato dello sviluppo di poliesteri a base di linalolo rinnovabile, e Lilli Viviana Casano ha analizzato il lavoro femminile e le transizioni sostenibili in chiave di giustizia di genere. Infine, Valentina Albanese ha creato un osservatorio dedicato alle mobilitazioni sociali legate al cambiamento climatico.

I progetti del 2023 hanno ricevuto un finanziamento di 25mila euro ciascuno e dovranno essere completati entro il 31 dicembre 2025. Tra i temi affrontati figurano i deficit intestinali legati al disturbo da carenza di Cdkl5, studiato da Isabella Barbiero, e il ruolo dell’epigenetica nell’ipertrofia cardiaca, al centro della ricerca di Christina PagiatakisSilvia Gazzola sta sviluppando dispositivi chimici innovativi per la protezione sostenibile delle colture vegetali, mentre Davide Spanu si è occupato della trasformazione selettiva dei nitrati in azoto nelle acque. Valentina Albanese è tornata con un nuovo progetto dedicato alla danza urbana per migliorare la sicurezza delle donne, ed Elena Maiolini ha esplorato il pensiero di Morselli e la sua rilevanza nella società contemporanea.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2024
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