“I giovani snobbano le quattro specialità fondamentali per gli ospedali: così il sistema implode”

Il Direttore della Medicina dell'Asst Sette Laghi e Presidente di Fadoi Francesco Dentali analizza le scelte degli specializzandi: sono ben 1800 le borse non assegnate tra chirurgia, anestesia, medicina interna e medicina d'emergenza e urgenza

chirurghi

Se non si interviene velocemente c’è il rischio che gli ospedali implodano. È l’allarme che lancia il professor Francesco Dentali, Direttore del Dipartimento di Medicina interna dell’Asst Sette Laghi e Presidente della Società scientifica dei medici internisti Fadoi.

Una borsa su 4 non è stata assegnata

L’ultima distribuzione delle borse di studio per le scuole di specialità indica, per l’ennesima volta, un problema : il 25% delle borse non sono state assegnate.

La crisi riguarda, in modo preoccupante, le 4 principali specializzazioni ospedaliere: chirurgia, medicina d’emegenza urgenza, anestesia e medicina interna. Quest’ultima è quella che si difende ancora con il 79% delle borse disponibili assegnate ( 661 su 836).  Anestesia ha visto sottoscrivere 940 contratti delle 1566 borse disponibili, chirurgia generale ha assegnato la metà dei contratti ( 362 su 715) mentre medicina d’emergenza urgenza ha avuto una richiesta pari al 30% delle disponibilità ( 304 su 1020). Eppure sono proprio i medici di pronto soccorso a mancare in maniera quasi drammatica.

Dati sconfortanti

« Dati sconfortanti» li definisce il professor Dentali alla luce anche dell’andamento degli ultimi anni a cui si aggiunge il dato degli abbandoni. I giovani preferiscono sbocchi professionali più remunerativi e che consentono una qualità della vita migliore al di là del Sistema sanitario nazionale: «La somma dei posti vuoti in Medicina d’Urgenza, Anestesia e Rianimazione, Chirurgia Generale e Medicina Interna va ben oltre le 1800 unità. Riformare il sistema di specializzazione, pensando anche a contratti di formazione-lavoro, non è più solo un’urgenza formativa, ma una questione di sopravvivenza per la tenuta del SSN. È necessario introdurre subito misure correttive, tra cui  stipendi più adeguati, sopratutto per chi decide di difendere la Sanità Pubblica, e un miglioramento complessivo delle condizioni lavorative».

Le quattro carriere ospedaliere devono essere valorizzate

Il presidente di Fadoi sa che il momento storico è delicato, anche alla luce di una situazione economica difficile: « Le risposte che chiediamo non sono quelle di aumentare le borse di specialità ma di renderle più attrattive. Le carriere di chirurghi generali, anestesisti, medici di pronto soccorso o internisti sono concentrare soprattutto in ospedale. È qui che svolgono il proprio compito: questa mancanza di alternative deve ottenere un riconoscimento.  Un pronto soccorso non può esistere se mancano questi specialisti: se vogliamo mantenere un sistema efficiente, si individuino dei bilanciamenti».

Depenalizzazione dell’operato

«Si deve pensare a una valorizzazione di questi professionisti, a livello economico e con benefit per migliorare il welfare. È importante ancora lavorare sulla depenalizzazione dell’operato dei medici: non è possibile vivere con la paura delle denunce. Non parliamo di dolo o mancanze gravi ma si chiedono garanzie per lavorare in modo coscienzioso e sereno. Ricordiamo che il 97% delle cause intentate finisce in nulla».

Senza le quattro figure specialistiche non può esserci pronto soccorso

Il professor Dentali analizza la distribuzione delle borse di specialità: « Nelle grandi città la richiesta è sempre maggiore, ma si va riducendo a mano a mano che i centri di formazione diventano più piccoli. Non è un problema di università o di scuole singole, ma di sistema. Poi ,si può sempre discutere se cambiare il modello formativo degli specializzandi, ma non cambia, al momento, il grave rischio che si corre: senza queste 4 figure specialistiche gli ospedali implodono perchè sono specialità che non possono venir sostituite».

L’Università dell’Insubria conferma il gradimento di alcune carriere

Anche l’Università dell’Insubria conferma questa tendenza con un primato negativo per la scuola di chirurgia generale mentre si colloca meglio l’offerta di medicina d’emergenza e urgenza, a metà della classifica nazionale e al terzo posto di quella regionale, alle spalle di Milano Bicocca e Pavia ma prima di Milano Statale, Sn Raffaele Humanitas e Brescia.

Anche l’Insubria registra l’alto gradimento dei percorsi più ambiti tra i giovani. La prima tornata ha viso assegnare tutte le borse a disposizione di

Chirurgia vascolare, 4 posti

Endocrinologia e malattie del metabolismo, 5 posti

Ematologia, 2 posti

Geriatria, 5 posti

Ginecologia e ostetricia, 15 posti

Malattie dell’apparato cardiovascolare, 9 posti

Malattie dell’apparato respiratorio, 5 posti

Medicina del lavoro, 7 posti

Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, 1 posto

Ortopedia e traumatologia, 9 posti

Otorinolaringoiatria, 6 posti

Pediatria, 12 posti

Radiodiagnostica, 5 posti

Urologia, 3 posti

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Alessandra Toni
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Pubblicato il 01 Ottobre 2024
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