I sabati della Bioarcheologia: riprendono gli incontri e i laboratori
«I Sabati della Bioarcheologia» è il titolo del ciclo di incontri pensato per coinvolgere la comunità locale e i visitatori appassionati, che prosegue anche quest’anno con un calendario ricco di iniziative
Nell’ambito del progetto «I paesaggi della Valcuvia» del Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita dell’Università dell’Insubria, si rinnova l’impegno per la divulgazione scientifica e la valorizzazione dei siti archeologici della provincia di Varese.
Il programma è finanziato dal bando «Emblematici provinciali 2019» promosso da Fondazione comunitaria del Varesotto e Fondazione Cariplo, in collaborazione con la Soprintendenza «Archeologia, belle arti e paesaggio», per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, e con la Diocesi di Como, la Parrocchia di San Giulio Prete, la Parrocchia della Beata Vergine Annunziata, l’Associazione Amici di San Biagio, la Società storica varesina, il Comune di Azzio, il Comune di Caravate e il Comune di Cittiglio.
«I Sabati della Bioarcheologia» è il titolo del ciclo di incontri pensato per coinvolgere la comunità locale e i visitatori appassionati, che prosegue anche quest’anno con un calendario ricco di iniziative pensate per promuovere la conoscenza dei beni archeologici e antropologici del territorio e sostenere il turismo culturale di prossimità.
Le attività cominceranno il 5 ottobre con una visita a San Biagio in Cittiglio dove il pubblico, accompagnato dagli Amici di San Biagio e dalla dottoressa Chiara Tesi dell’Università dell’Insubria, potrà esplorare un contesto funerario medievale. I visitatori avranno la possibilità di osservare i reperti ossei rinvenuti nel sito e assistere alla ricostruzione storica di un episodio di violenza, che permetterà di scoprire lo scheletro del giovane della Tomba 13 con la ricostruzione del volto e della dinamica della sua morte.
Il 12 ottobre l’attenzione si sposterà sulla chiesa dei Santi Primo e Feliciano di Leggiuno, un sito ancora non indagato dal punto di vista bioarcheologico, ma che è sotto l’attenzione degli antropologi dell’Insubria. Si terrà una presentazione storica guidata dall’Associazione Lezedunum e dalla dottoressa Nicol Rossetti, borsista di ricerca dell’Università dell’Insubria, in collaborazione con il Comune di Leggiuno e con la Comunità Pastorale dei Santi Primo e Felician. Durante la visita verrà approfondito il ruolo delle ricerche bioarcheologiche nella riscoperta delle testimonianze storico-artistiche e sarà un’occasione per esplorare la storia del sito e il suo potenziale significato nell’ambito delle indagini archeologiche del territorio.
Il 19 ottobre al Bioarchivio di Caravate la dottoressa Roberta Fusco, assegnista di ricerca dell’Università dell’Insubria, terrà un laboratorio di antropologia fisica. L’incontro offrirà ai partecipanti l’opportunità di analizzare da vicino i reperti ossei provenienti dai siti della provincia, guidati dagli esperti antropologi dell’Ateneo. Il laboratorio sarà un’occasione interattiva e coinvolgente per riscoprire il patrimonio storico-culturale locale.
Sabato 9 novembre il programma si concluderà con una visita guidata alla Cripta della chiesa dei Sant’Eusebio e San Antonio ad Azzio, dove i visitatori avranno modo scoprire le ricerche bioarcheologiche condotte in questo suggestivo contesto funerario con la dottoressa Marta Licata, responsabile scientifico del progetto.
Durante tutti gli incontri, il team scientifico presenterà i risultati delle ricerche svolte, offrendo una panoramica dettagliata delle antiche aree cimiteriali e dei reperti studiati, illustrando il valore storico e bioarcheologico dei siti e permettendo al pubblico di avvicinarsi al mondo della bioarcheologia in modo diretto e coinvolgente.
Per partecipare è necessario effettuare la prenotazione al sito https://bioarcheo.it/ o inviando una mail a info@bioarcheo.it.
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