Il Pro Patria Museum ancora chiuso dopo l’incendio allo Speroni: “Attendiamo risposte per la riapertura”
Il museo della squadra di calcio non ha più riaperto in seguito alle fiamme che lo scorso luglio avevano avvolto i magazzini dello stadio. L'associazione custode dei cimeli: "Attendiamo una comunicazione sulle tempistiche dalla società e dal Comune"
Se il campionato di Serie C è entrato ormai nel pieno del calendario, con metà del girone d’andata già disputato, il museo della Pro Patria non ha più potuto ospitare nuovi visitatori da dopo l’incendio di luglio allo stadio Speroni di Busto Arsizio.
Lo scorso 31 luglio, infatti, le fiamme hanno avvolto uno dei magazzini sottostanti alla tribuna, senza arrivare direttamente al museo, ma intaccando con fumo e fuliggine anche i locali che conservano gli oggetti storici della squadra di calcio.
«I cimeli si sono anneriti ed è stato necessario prelevarli dai locali per sanificarli e ripulirli; i costi di queste operazioni sono state totalmente a carico dell’Associazione Pro Patria Museum che ha anche provveduto a spostarli in un posto sicuro» spiega il museo ancora in attesa che «i locali del Museum vengano a loro volta ripuliti e sanificati. I nostri ringraziamenti vanno a chi ci ha aiutato e supportato in quelle giornate e ci ha concesso i locali per il deposito di tutto il materiale» anche se a oggi, «non è ancora pervenuta alcuna comunicazione a tal riguardo e il Pro Patria Museum non è riuscito a tornare nella sua sede, impedendo ai tifosi e agli appassionati di visitarlo».
La mancata riapertura porta con sé più di un rammarico: «In data 28 settembre 2024 era presente allo stadio Matteo Marani che, oltre a essere presidente della Lega Pro, è anche presidente della Federazione Italiana Musei del Calcio della FICG, della quale il Pro Patria Museum fa parte e con nostro rammarico non ha potuto avere l’occasione di visitarlo, anche se, della sua visita, ne siamo venuti a conoscenza solamente sugli articoli degli organi di informazione che commentavano la partita alla quale ha assistito. L’Associazione attende sia da parte della Società Aurora Pro Patria che dal Comune una comunicazione sulle tempistiche e in particolare auspica che si possa arrivare a uno sblocco dei locali oppure a una soluzione alternativa che permetta di fare tornare “vivo” il Pro Patria Museum».
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