In aula gli audio delle telefonate di Manfrinati a Lavinia Limido: “Vengo col martello a Varese e ti ammazzo”
Una giornata pesante sul fronte processuale, oltre a Lavinia hanno perlato in tribunale anche le due sorelle della donna che l’ex marito ha tentato di uccidere: “La nostra vita un inferno, anche oggi continuiamo a guardarci le spalle“
![Generico 14 Oct 2024](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2024/10/generico-14-oct-2024-1747584.610x431.jpg)
Il movimento riflesso, d’istinto, quando cammini e hai la sensazione che qualcuno ti stia seguendo e ti fa girare due, tre, quattro volte durante una passeggiata.
LA CASA ROCCAFORTE
Gli automatismi rimasti legati all’allarme perimetrale della casa che inserivi e che vuoi attivo anche mentre sei in casa: «Perché quella, la nostra casa, era diventata una roccaforte con allarmi, telecamere e persino un cane addestrato dall’esercito appositamente per la difesa. Da quando lui ha cominciato a perseguitare la nostra famiglia, siamo tutti cambiati. Anche nostro padre, che amava il bricolage e andava a messa, aveva completamente mutato le sue abitudini: non usciva più, e le funzioni religiose le seguiva in televisione, dentro casa».
I RICORDI IN AULA
Ci sono cose che mettono i brividi a leggerle. Ma rimangono sulla carta. Quando però escono dalle pagine e l’inchiostro si scioglie di nuovo e si trasforma in parole, in suoni, tutto cambia e tornano a fare paura. Fa rabbrividire la storia della famiglia Limido, per quello che le testimoni sotto giuramento hanno raccontato nell’udienza di mercoledì, durata l’intera giornata, in un processo che non riguarda l’omicidio di Fabio Limido, avvenuto il 6 maggio 2024, né il gravissimo ferimento di Lavinia, la figlia.
LO STALKING
Questo è un procedimento penale per atti persecutori, stalking. Va dunque accertata la responsabilità dell’imputato Marco Manfrinati, ex avvocato di Busto Arsizio, che da quando la moglie Lavinia lo lasciò nel luglio 2022 scappando col figlio, è accusato di aver messo in atto una serie di azioni persecutorie contro le persone presso le quali la consorte aveva cercato rifugio.
LA DIFESA
«Era pericoloso», ha dichiarato Lavinia nella sua testimonianza fiume, durata tre ore, che è riuscita a mantenere sotto controllo emotivo, specialmente durante l’esame del difensore dell’imputato, avvocato Fabrizio Busignani. Quest’ultimo ha chiamato a testimoniare vari operanti intervenuti in seguito alle chiamate di soccorso con cui i Limido avvertivano il 112 dell’arrivo di Manfrinati, dei danneggiamenti o delle aggressioni subite. La difesa cerca di dimostrare una non piena responsabilità di Manfrinati nelle sue condotte, affermando che sono state commesse «da un uomo a cui era stato impedito per mesi di vedere il figlio minore, di soli due anni», come ha spiegato lo stesso difensore ai cronisti, a margine dell’udienza. Quest’ultima si aggiornerà il prossimo 13 novembre, quando l’imputato potrebbe essere sottoposto a esame (è stata autorizzata la sua traduzione in aula dal giudice Luciano Luccarelli).
«COLTELLO E MARTELLO, TI SFONDO IL FINESTRINO»
La tesi difensiva ha messo a dura prova l’emotività di Lavinia, che ha visto morire suo padre nel tentativo di difenderla dall’aggressione. Ma un processo è fatto di domande e risposte, spesso dolorose per entrambe le parti. Un dato oggettivo ha però toccato tutti: due telefonate, una di 11 minuti e l’altra di circa due, che hanno mostrato l’aggressività dell’imputato verso la famiglia e le sue minacce: «Vengo a Varese, ho un martello, ti spacco la faccia a te e al tuo avvocato, vi apro la gola». Queste conversazioni, registrate da Lavinia, sono state fatte ascoltare in aula.
LE SORELLE
Pesanti anche le ultime testimonianze delle sorelle di Lavinia, Cecilia e Lucrezia, entrambe trentenni, chiamate dal difensore di parte civile Fabio Ambrosetti. La prima ha assistito a diverse aggressioni e minacce, come nel natale del 2022 quando Cecilia rimane da sola a casa col padre Fabio perché la sorella maggiore assieme alla mamma e al nipotino lasciano la casa per andare fuori regione per cambiare aria ed evitare di imbattersi in Manfrinati: «Quella sera, sarà stato alla vigilia o qualche giorno dopo, non ricordo con precisione, qualcuno citofonò: era lui. Era fuori dalla nostra casa. Ci disse: “Avete visto che nel Natale che avete fatto?”».
L’altra sorella, Lucrezia ha raccontato di aver somatizzato la situazione con gravi problemi psicofisici, al punto da dover lasciare temporaneamente la casa dei genitori e trasferirsi fuori provincia.
(nella foto, Lavinia Limido mentre riascolta gli audio delle telefonate ricevute dall’ex marito. Di spalle, seduta su di un banco la madre Marta Criscuolo, che ascolta)
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