Mario Tozzi: “La vera differenza tra l’uomo e gli altri animali? La capacità di accumulare”

Al Cyber Park di Elmec Informatica, il noto scienziato esplora le sottili differenze tra evoluzione biologica e culturale, mettendo in discussione il primato dell'intelligenza umana rispetto alle altre specie animali

«Che cosa distingue l’homo sapiens dagli altri animali?». La domanda che Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr e volto televisivo noto al grande pubblico, ha posto alla numerosa platea del “Cyber Park” alla Elmec Informatica di Brunello, è risuonata più volte. E ancora: «Vi siete mai chiesti perché la tastiera degli smartphone è uguale in tutto il mondo? E perché quella della macchina per scrivere è rimasta immutata nel tempo? La seconda linea di tasti comincia dappertutto con cinque lettere “QWERTY“. Non sarebbe forse meglio posizionare le lettere secondo l’ordine alfabetico come ci viene insegnato o in qualsiasi altro modo?».

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EVOLUZIONE BIOLOGICA E CULTURALE

Sul fronte dell’evoluzione delle tastiere, nulla è cambiato con l’avvento dei computer. La risposta a questi quesiti è solo apparentemente semplice: la tastiera è un oggetto che evolve per cultura, mentre qualsiasi organismo evolve per biologia. Queste due evoluzioni non seguono le stesse leggi. «Nell’evoluzione biologica – ha spiegato Tozzi – non è possibile mantenere apparati che non siano efficienti. Il serpente conserva la traccia delle zampe nel suo apparato scheletrico, ma non tornerà a camminare. L’evoluzione culturale invece segue altre vie e mette al centro la grande differenza che c’è tra il sapiens e gli altri esseri viventi».
La bellezza degli incontri al Cyber Park della Elmec è l’interazione fisica tra le persone e i relatori ospiti. Potrebbe essere un’attitudine culturale sviluppata grazie al linguaggio, se non fosse che anche altri animali viventi si relazionano grazie a un linguaggio che noi non conosciamo. Il florilegio di esempi, portato da Tozzi, non è solo accattivante ma innesca molti dubbi sul presunto primato dell’intelligenza dell’homo sapiens rispetto ad altre specie.

IL CANTO DEI CAPODOGLI

«I gruppi di Capodogli sono ben identificati  – ha spiegato lo scienziato –  e si riconoscono come partecipanti dello stesso gruppo, individuando gli altri come diversi. All’interno del gruppo, alcuni maschi e tutte le femmine cantano. Si tratta di armoniche molto complesse e ogni capodoglio utilizza sempre la stessa armonica per lo stesso individuo, una sorta di presentazione. Per poi cominciare con un canto che noi non sappiamo interpretare e che dura una ventina di minuti. La cosa straordinaria è che alla fine del loro viaggio intorno al mondo, lo stesso gruppo di capodogli elabora un canto che è diverso e che ricomprende il canto di tutti gli altri. Questa è cultura, solo che noi non la capiamo».

LA CULTURA NON È ESCLUSIVA DELL’HOMO SAPIENS

Non è quindi solo l’homo sapiens a elaborare una cultura basata sul linguaggio, ma molte altre specie animali alcune delle quali comunicano con i movimenti del corpo, come per esempio, il capo branco che guida l’attacco dei leoni, muovendo coda e orecchie in direzione dell’attacco. E lo stesso vale per i virus come il Sars cov2, definito «geniale», o per la falena, un insetto che inganna un pipistrello, che è un mammifero, fingendosi in difficoltà. «Quando ragioniamo per altre specie animali – sottolinea Tozzi – parliamo di appunto di specie. Quando parliamo di uomo invece usiamo la parola individui. Inoltre quando si considerano le emozioni che portano i sentimenti, crediamo di averle solo noi. Non è vero: le emozioni e i sentimenti  evolvono come se fossero organi e sono presenti in tutti gli altri esseri viventi, insetti compresi».

L’HOMO SAPIENS ACCUMULA

Nemmeno l’uso della tecnologia e la capacità di usare strumenti segna la differenza tra l’homo sapiens e gli altri esseri viventi. I corvi per esempio usano anche sette  strumenti diversi per arrivare all’obiettivo. Gli scimpanzé si avventurano nella foresta alla ricerca di noci portando con sè un sasso per rompere i gusci ed estrarne così il frutto.
Non sono dunque le emozioni, l’intelligenza, l’uso di utensili o la loro costruzione per fare altri strumenti, che segna la differenza tra l’homo Sapiens e tutte le altre specie. «Una vera differenza c’è – conclude Tozzi – ed è alla base delle pandemie, delle guerre e del cambiamento climatico: l’homo sapiens accumula e crea denaro. Se uno scimpanzé prende un casco di banane e se lo tiene tutto per se, bisogna interpellare subito l’etologo e chiedergli cosa succede. Ma quando un sapiens dimostra tutta la sua abilità nell’accumulo gli dedichiamo le copertine di prestigiose riviste economiche. Questa caratteristica è solo nostra. Avete per caso mai visto un’ape lanciare sul mercato un future sugli afidi?».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Ottobre 2024
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