Marito e moglie esploratori: “Così misuriamo e documentiamo le grotte del Campo dei Fiori”
Antonio Premazzi e Luana Aimar da anni documentano quello che nasconde la grande montagna: “Oltre metà delle cavità sono inesplorate”. Oggi il loro lavoro è racchiuso in un libro fotografico
In principio fu casco, corde, matita e bindella. Ora mantenuti i due addendi iniziali, e aggiunta la tecnologia laser, il prodotto non cambia nel lavoro di Antonio Premazzi e Luana Aimar, marito e moglie con la passione per la speleologia: esperti di rocce, strapiombi e cavità nascoste nel cuore della grande montagna, hanno realizzato un lavoro fotografico che documenta cosa nasconde il Campo dei Fiori, tutto racchiuso in un volume fresco di stampa. Residenti a Varese, sono entrambi speleologi ormai da lunga data e Istruttori sezionali del CAI sezione di Erba; hanno dedicato una parte significativa della loro attività speleologica degli ultimi dieci anni alla documentazione video-fotografica del sottosuolo della provincia varesina e non solo.
Ma davvero solo pochi anni fa eravamo fermi a carta e penna per i rilievi del sottosuolo? «Diciamo che si operava con rotella metrica e clinometro, e bussola a traguardo manuale. Da una decina di anni a questa parte sono disponibili strumenti più performanti. Praticamente distanziometri laser modificati per calcolare anche le direzioni. Anche le esplorazioni speleologiche seguono anche gli sviluppi tecnologici. Ad ogni modo capita che rifacendo topografie eseguite in passato si evidenzino errori»
Spiegano Antonio a Luana: «Dopo tanti anni di attività (più di venticinque per entrambi) gli ambienti sotterranei ci sono molto famigliari; ci rendiamo conto che non è però così per la maggior parte dei residenti della zona, pur vivendo in prossimità di aree particolarmente significative dal punto di vista speleologico. Con quest’opera abbiamo voluto condividere la nostra passione, mostrando almeno una parte degli scorci che gli ambienti sotterranei del Campo dei Fiori regalano ai loro visitatori».

Puntualizza Premazzi che in questo momento copre il ruolo di Curatore del Catasto Speleologico di Federazione Speleologica Lombarda per quanto riguarda l’area varesina: «All’attuale stato delle conoscenze sul monte Campo dei Fiori sono noti oltre 200 ingressi di cavità naturali per uno sviluppo complessivo di vuoti sotterranei percorsi e topografati prossimo ai 50 chilometri. Le grotte rappresentano un patrimonio di inestimabile valore, ancora più importante se si pensa che, nel caso specifico, l’acqua che scorre al loro interno è captata a uso idropotabile per soddisfare la richiesta idrica di alcune decine di migliaia di persone».
Ma quanto sappiamo del sottosuolo del Campo dei Fiori? E quanto rimane da esplorare? «Per quanto riguarda Campo dei Fiori probabilmente conosciamo meno della metà degli ambienti sotterranei presenti.Quindi potenzialmente, nonostante 120 anni di attività, c’è ancora molto da scoprire».
Il volume si compone di 144 pagine e contiene al suo interno oltre 130 immagini (tutte realizzate da Luana Aimar con il supporto di numerosi speleologi appartenenti a diversi Gruppi speleologici) corredate da didascalie.
I testi a corredo, oltre a descrivere sommariamente il sistema carsico e le sue caratteristiche , ripercorrono la storia esplorativa delle grotte del Campo dei Fiori, perché, chiariscono gli autori: «Il sistema carsico esiste a prescindere ma le grotte come le intendiamo umanamente, con un nome, un ingresso, una profondità e uno sviluppo, esistono solo grazie allo sforzo congiunto degli uomini e delle donne che in oltre 120 anni hanno dedicato il loro tempo all’esplorazione speleologica della montagna varesina»
L’opera è distribuita nelle librerie della provincia e è acquistabile on line ordinandola all’indirizzo email info@pubblinovanegri.it. In alternativa è possibile contattare gli autori attraverso l’indirizzo email premazzi.antonio@gmail.com.
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