Massimo D’Alema a Varese per ricordare Enrico Berlinguer
Appuntamento venerdì 11 ottobre in Salone Estense incontro con
Dopo la lunga serie di eventi realizzati nei mesi scorsi per ricordare Enrico Berlinguer nel quarantennale della morte, il Comitato “Ricordo Berlinguer” propone e organizza un nuovo incontro per riflettere sulla gestione della politica internazionale negli anni della segreteria Berlinguer e l’attualità delle sue idee nel drammatico contesto del mondo d’oggi. Nel quindicennio in cui Enrico Berlinguer è stato alla guida del PCI le sue riflessioni sui problemi dell’Italia sono stati strettamente intrecciati a quelli del mondo: dalla condizione e dalle lotte operaie in Italia a quelle dei popoli in lotta per la loro indipendenza, dalla questione femmminile a quella ambientale, dal ruolo dell’Europa alla coesistenza pacifica, al “governo mondiale”.
VENERDÌ 11 OTTOBRE ORE 21 SALONE ESTENSE VARESE
IL MONDO DI BERLINGUER
incontro con Massimo D’ALEMA
intervistato da Silvestro PASCARELLA, direttore de “La Prealpina”
LA PACE COME CONDIZIONE DI UN NUOVO ASSETTO INTERNAZIONALE
(intervento al Comitato Centrale del Pci, dicembre 1973)
“La pace intesa come soluzione dei conflitti in atto, come allontanamento definitivo della minaccia di una guerra termonucleare, come costruzione di un sistema di sicurezza in Europa. La pace intesa, al tempo stesso, come condizione per la costruzione di un assetto delle relazioni internazionali e della società mondiale che consenta di affrontare i grandi problemi del mondo contemporaneo: da quello del disarmo a quello del sollevamento delle aree sottosviluppate; da quelli delle fonti di energia e della alimentazione a quelli della difesa e trasformazione dell’ambiente naturale; da quelli della libertà e dell’indipendenza di tutte le nazioni a quelli della lotta contro ogni forma di fascismo, di razzismo, di oscurantismo; infine per la costruzione di un sistema di cooperazione economica a livello mondiale.
RUOLO DELL’EUROPA E GOVERNO MONDIALE
(dal rapporto al XIV congresso del PCI – marzo 1975)
Da tutto ciò risulta che quell’Europa occidentale che ha bisogno più che mai di affermare la sua iniziativa autonoma e quindi di rinnovarsi profondamente, non solo non si deve contrapporre né all’Unione Sovietica né agli Stati Uniti, ma deve mtervemre come interlocutrice positiva e attiva in tutto il contesto dei rapporti internazionali. Ciò vuol dire anche porsi il compito d1 favorire il dialogo sovietico-americano e, anzi di fare tutto il possibile affinché esso, nel quadro del generale processo diistensione, dia tutti i suoi frutti per l’avanzamento di ogni popolo e dell’intera civiltà umana. Se vogliamo gettare uno sguardo più lontano, si può pensare che lo sviluppo della coesistenza pacifica, e di un sistema di cooperazione e integrazione così vasto da superare progressivamente la logica dell’imperialismo e del capitalismo e da comprendere i più vari aspetti dello sviluppo economico e civile della intera umanità, potrebbe anche rendere realistica l’ipotesi di un «governo mondiale» che sia espressione del consenso e del libero concorso di tutti i paesi. Questa ipotesi potrebbe uscire così da quel regno di pura utopia nel quale si collocarono i progetti e i sogni di vari pensatori, nel corso degli ultimi
IL PERICOLO DI UNA CATASTROFE IMMANE DOVUTA ALL’OPERA DELL’UOMO
(intervento al Comitato Centrale del Pci, 3 dicembre 1981)
Oggi si sente che esiste […] il pericolo di un olocausto, di una catastrofe immane dovuta non alla natura, ma all’opera dell’uomo, […] … C’è il pericolo del disastro ecologico […]. C’è il divario crescente fra aumento della popolazione mondiale e risorse, con tutte le conseguenze che ne derivano per le condizioni di vita e per la stessa possibilità di nutrimento di grandi masse umane […]. Ci sono le conseguenze sociali di quell’inevitabile, e in sè positivo, rinnovamento tecnologico […]. Che fa sorgere anche l’interrogativo se sia possibile risolvere il problema della piena occupazione per le nuove generazioni.
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