Percepiva il Reddito di Cittadinanza senza averne diritto. Riccardo Bossi chiede il rito abbreviato
Il figlio di primo letto del Senatur Umberto Bossi è a processo per aver percepito indebitamente il sostegno dallo Stato tra il 2020 e il 2023

Ha chiesto il rito abbreviato tramite il proprio avvocato Federico Magnante, Riccardo Bossi, figlio di primo letto del Senatur Umberto Bossi, fondatore della Lega. Nel marzo scorso era finito sotto indagine della Procura di Busto Arsizio per aver beneficiato del Reddito di Cittadinanza senza averne i requisiti tra il 2020 e il 2023.
Il reato ipotizzato è falsa attestazione e stabilisce che chiunque al fine di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza “rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni”.
Questa mattina si è svolta l’udienza preliminare davanti al gup Veronica Giacoia che doveva valutare la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Nadia Alessandra Calcaterra che aveva disposto le indagini scaturite da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate.
Dalle verifiche eseguite successivamente è emerso che il 45enne avrebbe percepito 280 euro al mese come sostegno per il pagamento dell’affitto della casa in cui ha vissuto fino al 2022 pur avendo ricevuto lo sfratto nel 2019 proprio perchè moroso.
Il gup ha aggiornato le parti all’udienza del 14 gennaio 2025 nella quale deciderà se accogliere la richiesta di rito abbreviato (che in caso di condanna sconterebbe la pena di un terzo, ndr) da parte dell’avvocato difensore.
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