Picchiata e violentata a 15 anni da quello che sembrava il primo amore. A processo a Busto Arsizio l’ex-fidanzato

Il racconto della giovanissima vittima in aula, protetta da un separè, fa emergere una storia d'altri tempi tra violenza e sopraffazione: "Speravo di riuscire a cambiarlo e invece mi ha portato all'anoressia"

violenza sulle donne

La voce è ancora quella di una bambina ma quello che racconta sembra uscito direttamente dal film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani” in cui, in una Roma appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, il marito padrone maltratta senza pietà la moglie e ne abusa a proprio piacimento. Eppure è quello che ha raccontato una ragazza sedici anni in un’aula del tribunale di Busto Arsizio nel 2024, protetta da un separè per non dover incrociare lo sguardo dell’ex-fidanzato, appena maggiorenne, mentre racconta degli abusi sessuali subiti.

«Gli volevo bene e speravo che cambiasse prima o poi. Invece è andata sempre peggio. Ero collegata a lui e non riuscivo a staccarmi fino a stare male». La giovane che chiameremo Valentina, residente in un comune dell’Altomilanese, ha poi trovato il coraggio di denunciarlo e liberarsi dal peso insopportabile che l’aveva portata ad abbandonare la scuola e all’anoressia: «Non ero contraria ad avere rapporti sessuali con lui ma alcune volte dicevo esplicitamente che non volevo farlo e lui, invece di fermarsi, diceva che si eccitava ancora di più e mi picchiava».

Schiaffi, spintoni, aggressioni vere e proprie con l’unico intento di assoggettarla ai suoi desideri che non tenevano conto della giovanissima età della ragazza e che la rendevano simile ad un oggetto: «Un paio di volte che eravamo in camera a casa sua sono entrati anche i suoi genitori perchè sentivano i rumori e le urla. Mi nascosi sotto la scrivania» – racconta la giovane davanti ai giudici del collegio presieduto da Giuseppe Fazio (Cristina Ceffa e Francesca Roncarolo a latere).

La giovane ha risposto alle domande del pubblico ministero Martina Melita ricostruendo il periodo in cui i due avevano una relazione da novembre 2022 ad aprile 2023, con in mezzo alcune interruzioni: «Ho provato più volte a lasciarlo ma poi lui mi chiedeva scusa e chiedeva di ricominciare. Io ci ho creduto ma poi finiva sempre allo stesso modo». La giovane ha raccontato di abusi anche durante i tentativi di riappacificazione.

Quella relazione, nota ad entrambe le famiglie, era solo all’apparenza normale: «Mi penetrava anche senza preservativo col rischio di mettermi incinta. Mi diceva che così sarei stata sua per sempre. Ad un certo punto non ho più potuto tenere nascosto il mio dolore e ho raccontato tutto a mia madre» – ha raccontato ancora Valentina. Quando ha deciso di staccare definitivamente la spina a quel rapporto tossico ha dovuto affrontare un percorso con la neuropsichiatria infantile e con una psicologa per cercare di riprendere in mano la propria vita.

Il processo è poi proseguito con la testimonianza della mamma della ragazza che ha confermato il periodo di grande sofferenza vissuto dalla figlia. A seguire dovrano essere sentiti anche altri testimoni prima che il giovane imputato possa raccontare la propria versione dei fatti.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Ottobre 2024
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