PIscina Manara chiusa fino a giugno 2025? Atleti e famiglie chiedono risposte agli amministratori di Busto
In una lunga lettera Maria Cristina Rogora si fa portavoce della delusione delle migliaia di persone che frequentano la piscina chiusa per i lavori di ripristino dopo anni di malagestione: "Sindaco e assessori vengano a chiarire"
Ha scritto una lettera indirizzata la sindaco Antonelli, all’assessore all’Urbanistica e Sport Folegani e all’assessore alle Politiche Educative Colombo per chiedere maggiore chiarezza sul futuro dello sport a Busto Arsizio e in particolare del nuoto visto che la piscina Manara dovrà rimanere chiusa ancora a lungo.
L’autrice della lettera è Maria Cristina Rogora, nata e cresciuta a Busto Arsizio, ha frequentato, sia come atleta della Pro Patria Ginnastica che della Busto Nuoto, gli impianti del palazzetto dello sport di Via Ariosto e della piscina di Via Manara: «Vi scrivo con il massimo rispetto per i vostri incarichi e per il difficile compito a cui siete chiamati in una città che presenta diversi problemi, ma che è stata e continua ad essere un importante bacino di risorse economiche e sociali. Credo che conosciate molto meglio di me la triste storia della piscina di via Manara, da quando è passata in gestione a società private».
Come è noto l’impianto è fermo, bloccato, inagibile da giugno scorso e le notizie recentemente arrivate sono che i lavori preventivati per la riapertura sono stati procrastinati a data da definire (si parla di Giugno 2025).
Una piscina, però, non è un’azienda e il suo valore sociale non può essere sottomesso a quello economico: «Tutto “regolare” se si pensa alla gestione economica di un’azienda, ma la piscina (e il palazzetto dello sport) di una città come Busto Arsizio, con circa 84.000 abitanti di cui più di 10.000 bambini sotto i 14 anni, hanno anche un importante valore Sociale, contribuiscono alla salute dei cittadini ed in particolare sono luoghi dove si formano i nostri giovani, non solo dal punto di vista fisico ma soprattutto per gli aspetti di aggregazione, salute sociale ed educazione in generale».
La Rogora ricorda, inoltre, che questi impianti sono frequentati da centinaia di atleti agonisti di altissimo livello che hanno portato lustro alla città e dove alcuni assessori e sindaci, attuali e del passato, hanno consegnato premi e medaglie.
Alla piscina di via Manara, dove si allenano: la Busto Pallanuoto con 300 atleti tra maschile e femminile, la Busto Nuoto Sincro, campioni olimpici come Nicolò Martinenghi «ma anche centinaia di bambini, ragazzi e cittadini che molto probabilmente o rinunceranno a fare sport o si sposteranno in altre città per poterlo fare. Per non parlare dei disabili e delle scuole che si appoggiavano alla Manara per le ore di motoria».
Maria Cristina aggiunge che «le società sopra menzionate hanno tante idee per riportare la Manara ad essere un centro di attrazione per manifestazioni sportive che portino lustro e indotto economico alla città e ci sono anche dei “piccoli” sponsor che vorrebbero sostenere questa rinascita».
Che scopo ha questa mia email? Chiedere un incontro chiarificatore che dia risposte concrete: «Il mio scopo è quello di sensibilizzarvi e di chiedervi di dare risposte alla cittadinanza, agli atleti, ai genitori sulla riapertura della piscina di Via Manara, che vi ricordo è stato menzionato come uno dei migliori impianti a livello europeo, che ha ospitato le migliori squadre del mondo e il nostro 7 Bello, solo poco tempo fa».
Solo un mese fa in una riunione tenutasi presso il Centro conferenze del museo del Tessile l’ex assessore allo Sport Maurizio Artusa aveva chiesto di pazientare ancora qualche settimana e che i lavori sarebbero terminati entro fine ottobre/primi di novembre: «I nostri ragazzi si sono presentati il giorno dopo in piscina per aiutare a sgomberare il piano vasca per l’inizio dei lavori. Piccoli gesti concreti e di attaccamento alla propria squadra e alla propria città, purtroppo completamente ignorati. Poi il silenzio delle istituzioni e le notizie sulla stampa di un fermo forse anche di un anno o più».
Alla fine tra le centinaia di persone che la voce di Rogora vuole rappresentare inizia a serpeggiare un po’ di stanchezza che prelude la sfiducia: «Per essere onesti e trasparenti il pensiero che si fa strada tra i cittadini di Busto è che non si è fatto quello che si poteva fare e che probabilmente alcune questioni sono passate in secondo piano per motivi politici e di spartizione delle poltrone, visti i recentissimi cambiamenti della giunta. Se così non fosse e se ho scritto cose non corrette mi scuso, siamo qui per ascoltarvi e darvi ancora una volta fiducia».
Una cosa è certa: «Noi cittadini, genitori e atleti non ci fermeremo perché un impianto così importante lasciato fermo per un anno o più è condannato alla degenerazione totale: raccoglieremo firme e manifesteremo, non per protesta ma per smuovere le coscienze e per richiamarvi a quello che è il vostro dovere primario di rappresentare e tutelare i cittadini che vi hanno eletto».
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