Tornano a salire i reati in Lombardia: +55% quelli a sfondo sessuale, aumentano truffe e frodi informatiche

È quanto emerge da una ricerca ricerca di PoliS Lombardia presentata a Milano. Il tasso di criminalità nella nostra regione ha raggiunto i 45,6 reati ogni mille abitanti, attestandosi per sopra alla media nazionale (39,7)

violenza contro le donne

Dopo un calo costante dal 2015 al 2019, nel 2020 il numero dei delitti in Lombardia ha ricominciato a crescere e nel 2023 il tasso di criminalità nella nostra regione ha raggiunto i 45,6 reati ogni mille abitanti, attestandosi per sopra alla media nazionale (39,7).

È quanto emerge dalla ricerca “Delitti e vittime in Lombardia: uno sguardo statistico” realizzata da PoliS Lombardia in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese.

A livello provinciale nel 2023 la città metropolitana di Milano ha raccolto oltre la metà delle denunce di reato di tutta la Lombardia con più di 70 delitti denunciati ogni mille residenti. Seguono Pavia (40), Varese (37), Brescia (35), Bergamo (34), Monza Brianza (32), Lodi (31), Como (30), Lecco (30), Cremona (30), Mantova (29) e Sondrio (23).

Le truffe e le frodi informatiche sono i reati cresciuti maggiormente in regione dal 2015 al 2023 con un incremento del 133% e nel 2023 costituiscono il 12% del totale dei delitti denunciati. I delitti informatici registrano, invece, un aumento di oltre il 400%.

Le vittime di violenze sessuali sono aumentate del 55% nel periodo 2015-2022, in un contesto di incremento del 64% del numero di denunce. Aumentano anche le lesioni dolose (+7%) e le percosse (+13%) che, insieme alle minacce (-15%), sono considerati come possibili reati spia della violenza di genere. Nel 2023 le lesioni dolose rappresentano il 2,4% del totale dei reati denunciati e le minacce il 2,3%.

Cresce del 30% il reato di stalking (il 75% delle vittime è di genere femminile).

In aumento anche le estorsioni (+39%) che, quando rientrano in strategie criminali più complesse, possono essere considerato come un reato spia di possibili infiltrazioni mafiose.

Il 57% delle vittime di reato sono uomini, mentre il 43% donne. I minori rappresentano il 2% delle vittime di reato in Lombardia, una tendenza stabile nel tempo. Il 31% delle vittime di violenza sessuale è minore, mentre 16% delle vittime di rapina ha meno di 18 anni.

«Questa ricerca mappa il fenomeno dei reati in Lombardia e il sistema regionale di tutela delle vittime – sottolinea il Garante Riccardo Bettiga -. Sono numeri utili per programmare e realizzare interventi rivolti all’assistenza e al sostegno delle vittime di qualsiasi violenza, consolidando e rafforzando le reti di assistenza già operative sul territorio».

«Le violenze sessuali e di genere e, in modo esponenziale, i reati informatici sono in crescita in tutta la regione e, soprattutto, nell’area metropolitana di Milano – spiega Fulvio Matone, Direttore generale di PoliS Lombardia -. L’aspetto che vogliamo sottolineare, però, è l’esistenza sul territorio di una rete promossa da regione Lombardia e di un tessuto di associazioni che accompagna le vittime secondo un modello di intervento che prevede linee guida strutturate».

Hanno partecipato al convegno il Presidente della Commissione Sostenibilità sociale Emanuele Monti e il Presidente della Giunta regionale Attilio Fontana. L’Assessore alla Sicurezza Romano La Russa ha inviato un messaggio.

Sono intervenuti l’avvocato Mauro Bardi (associazione Libra Onlus), Antonio Dal Bianco (PoliS Lombardia) e il team di ricerca dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese composto dalla professoressa Grazia Mannozzi, dalla professoressa Gilda Ripamonti, dalla dottoressa Elena Ammannato e dalla dottoressa Carlotta Calemme.

«Il trauma psicologico di chi subisce una violenza, un furto, una truffa o una rapina ha conseguenze immediate e, soprattutto, di lungo periodo», ha affermato il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani. «Io credo che, quando parliamo di un reato, la priorità debba essere la vittima. La mia impressione è che troppo spesso la politica si occupa più di chi, dopo aver commesso un reato, sconta la propria condanna in prigione che delle vittime e delle loro famiglie. Questa è una prospettiva da superare. Le persone condannate è giusto che scontino la loro pena in modo dignitoso, ma noi abbiamo il dovere etico e morale di stare, prima di tutto, dalla parte delle vittime, tenendo sempre al centro la barra dei loro diritti. Solo così potremo avere un sistema giudiziario senza colore politico né ideologie, nell’esclusivo interesse della giustizia».

 

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Pubblicato il 24 Ottobre 2024
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