Violenza sessuale su disabile nel Luinese, chiesti sette anni di condanna

Imputato un pensionato amico di famiglia della giovane ed ex appartenente alle forze dell’ordine. La violenza sulla pista ciclabile che attraversa la zona

Ciclabile Cuveglio - Luino, gli interventi di ripristino

Una ricostruzione puntigliosa dei fatti da parte dell’accusa: quella ragazza – maggiorenne all’epoca dei fatti ma con problemi che le causano disabilità -è stata molestata da un adulto, un amico di famiglia ed ex appartenente alle forze dell’ordine.

Un processo difficile (lo raccontavamo qui) per il tema e per i diversi passaggi procedurali che hanno portato in aula svariate udienze dibattimentali fino alla data di oggi, primo ottobre con la pm Maria Claudia Contini richiede sette anni di reclusione. Manca, nel processo, l’esame della persona offesa, «ma le testimonianze della madre e dello psicologo è già sufficiente per raggiungere la prova”», ha specificato il legale della ragazza costituitasi parte civile. La ragazza sarebbe stata toccata nelle parti intime in un momento in cui si era trovata sola con l’imputato, lungo una ciclabile della zona (la foto di apertura è generica).

«C’è genuinità della confessione fatta dalla ragazza alla madre, rilevata anche dalla perizia di una psicologa. La ragazza ha cambiato le sue abitudini rispetto a quanto ha subito: prima andava a fare la spesa da sola, andava in bici. Ora no: neppure alla fermata del pullman andava da sola. Non si capisce perché questa ragazza abbia dovuto inventarsi una cosa così grave per cambiare le sue abitudini in maniera così profonda», ha spiegato il legale che rappresenta la persona offesa.

Per il difensore dell’imputato, avvocato Corrado Viazzo, «gli elementi evidenziati non hanno carattere di prova, ma solo di natura indiziaria. La Procura non ha richiesto incidente probatorio che in questo caso sarebbe stato determinante: aveva la possibilità di coltivare una prova e non l’ha fatto. La prova non sorge come una Venere dalle acque ma deve formarsi in dibattimento. Quindi la corte è chiamata a decidere su atti de relato». La richiesta del difensore è di arrivare all’assoluzione. Il 5 novembre la sentenza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Ottobre 2024
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