A 30 anni dal suo ultimo spettacolo a Varese, Ferdinando Bruni è tornato per ricevere il Cairolino d’Oro

Nato a Gavirate, ha frequentato il liceo classico per poi intraprendere la carriera al Piccolo di Streheler per poi proseguire al teatro Dell'Elfo che fondò insieme a Gabriele Salvatores

cairolino d'oro

«È da molto tempo che manco da Varese. Sapere che qualcuno mi segue e conosce quello che ho realizzato nella mia carriera mi rende davvero felice».

È ancora sorpreso Ferdinando Bruni, nato a Gavirate nel 1952, che ieri sera è stato premiato al Golf Club di Luvinate durante la tradizionale cena di Natale dell’Associazione Amici del Liceo Cairoli.

Bruni è infatti un cairolino che, una volta preso il diploma, ha imboccato la via del teatro, una strada ricca di soddisfazioni prima alla Scuola del Piccolo Teatro dove ha studiato e mosso i primi passi e poi al Teatro Dell’Elfo di Milano che ha contribuito a fondare con Gabriele Salvatores nel 1973, per poi proseguire nel sodalizio artistico con Elio De Capitani. Ferdinando Bruni è oggi attore, regista, scenografo, costumista, traduttore, co-direttore artistico del Teatro Elfo Puccini di Milano.

« Al liceo Cairoli è cominciato il mio amore per il teatro – rivela Bruni – grazie a professori come Raffo o  Trotti, docenti che sapevano ispirare e avere uno sguardo ampio, oltre i confini provinciali. A quasi tempi, fine anni ’60, inizio ’70, Varese era una provincia abbastanza chiusa con stratificazioni sociali ben precise. Io mi sono innamorato del palcoscenico grazie alle uscite organizzate dal liceo a Milano. Ricordo ancora il mio primo spettacolo: “Il Giardino dei ciliegi” messo in scena da Luchino Visconti».

La scuola di teatro, in realtà, non era stata la prima scelta di Ferdinando Beni dopo il diploma: «Mi ero iscritto a Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’arte. In quel primo anno, ho sostenuto alcuni esami che mi hanno fatto scattare la scintilla, studi sul teatro russo, sul futurismo. Nell’estate, alla fine del primo anno di università, decisi di provare a entrare nella scuola del Piccolo,  sostenuto in questa idea dall’amica Mimma Gallina. Mi preparai tutta l’estate e alla fine riuscii a entrare».

La carriera di Ferdinando Bruni è lunga e ricca di traguardi e successi raggiunti come si legge nella pagina dedicatagli da Wikipedia.

ferdinando bruni

(foto tratta dal sito elfo.org)

Tanti successi ma lontano dalla sua città: «L’ultima volta che ho lavorato sul palcoscenico di Varese è stato il 1992. Allora fummo accolti con grande calore dal sindaco. Interpretammo “La Bottega del Caffè” . Poi basta, non c’è più stata occasione».

Ferdinando Bruni è sempre profondamente innamorato del teatro che ha un pubblico davvero trasversale: «Ai nostri spettacoli abbiamo sempre molti giovani anche perchè, nonostante noi non abbiamo una scuola di teatro, facciamo molta attività di formazione nelle scuole, nelle università. Incontriamo spesso i giovani e loro ci restituiscono grandi energia ed entusiasmo. Il teatro non perde fascino quando è capace di disfarsi di quei riti un po’ polverosi, non teme la concorrenza dei vari YouTube o Netflix. È alternativo e credo che ci sia spazio per tutti».

L’entusiasmo è poi il motore per affrontare la vita di teatro: « Oggi chi affronta la carriera dell’attore non lo fa per i soldi. È un lavoro impegnativo, difficile, ma restituisce molto in termini di gratificazioni personali. Se un giovane oggi vuole intraprendere una carriera teatrale, il mio consiglio è quello di frequentare una buona scuola. Non è solo questione di formazione ma anche di ambiente: si incontrano altri studenti con la stessa passione, si condividono pensieri, riflessioni, dubbi e dal confronto si cresce».

Il ritorno a Varese per ritirare il premio del suo ex liceo riaccende qualche ricordo in Bruni : « Tornerei volentieri a esibirmi a Varese. Aspetto una chiamata».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Novembre 2024
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