Laveno Mombello

Al Midec di Laveno un viaggio attraverso la ceramica e la Natività con opere di artisti storici e contemporanei

In occasione delle festività natalizie, il MIDEC allestisce una articolata proposta di “presepi”. Dal 30 novembre al 6 gennaio

30 Novembre 2024 - 06 Dicembre 2024

In occasione delle festività natalizie, il MIDEC allestisce una articolata proposta di “presepi”, termine che deriva dal latino “praesepium”: mangiatoia o stalla. Nel contesto natalizio, il presepe rappresenta la scena della Natività di Gesù Cristo: Maria, Giuseppe, il Bambino Gesù, i pastori, gli angeli, i Re Magi e spesso animali domestici, il tutto ambientato in una stalla o grotta.

Tradizione particolarmente cara alle culture cattoliche e occidentali, la Natività è stata celebrata con diversi linguaggi e materiali in tutto il mondo: storie e tradizioni che risalgono a secoli passati in una “fusione” di
progettualità, maestria artigianale e spiritualità. Una tradizione che si rinnova, il tema già affrontato nel passato…e, ancora: ovviamente, al MIDeC protagonista sono i presepi in ceramica, realizzati già nella seconda metà del secolo scorso, prestito di un raffinato collezionista.

Primattore quello firmato da Antonia Campi, per anni art director di SCI, un progetto realizzato su richiesta della Società Ceramica Italiana di Laveno e sviluppato dalla Campi nonostante il suo convinto ateismo. Consapevole, comunque, delle esigenze commerciali e pubblicitarie dell’azienda, la designer si impegnò a delineare i vari personaggi in chiave moderna, allontanandosi dalle forme della tradizione per preferirvi una schematizzazione in linea con il proprio stile personale. A suo vedere, il gruppo doveva essere composto esclusivamente dalla Sacra Famiglia, dall’asino e dalla capanna, escludendo la tradizionale presenza del bue, ritenuto dalla Campi troppo grosso e non necessario ai fini compositivi. Esposta in via Manzoni, questa prima versione suscitò assembramenti e non poche polemiche a causa della posizione accovacciata della Madonna, ritenuta inappropriata per un soggetto religioso, così il prototipo del 1953 venne distrutto.

La seconda versione, sempre del 1953 e in terraglia, entrata in produzione, coniugare le esigenze formali della Campi con il valore spirituale del soggetto: per rispettare la tradizione, ecco anche l’aggiunta dell’animale mancante. Prodotto esclusivamente nella versione in bianco, per motivi commerciali su alcuni esemplari furono aggiunte “lumeggiature” in oro, non previste né approvate/apprezzate dalla minimalista designer.

Del faentino Angelo Biancini (Castel Bolognese 1911 – 1988) – presente in SCI negli anni Trenta -, due formelle in maiolica smaltata e un piccolo bassorilievo, testimoniano l’attenzione dell’artista ai temi sacri, affrontati con forte senso di spiritualità durante tutti gli anni della sua carriera Di Albino Reggiori (Laveno 1933-2006), figura nota anche perché, tra il resto dal 1983 al 1995 è Direttore e Presidente della Civica Raccolta di Terraglia del Museo della Ceramica di Cerro, oggi MIDeC, ceramista di chiara fama, ecco un Presepe (1996) dalla sontuosaì scenografia con il motivo delle cattedrali gotiche dalla particolare scelta cromatica, preziosa la raffinatezza e la particolare ricercatezza di forme e texture; per la Natività (1997), in terraglia e legno, ritorna per certi versi alla semplicità più vicina ai presepi tradizionali in terracotta.

Significativa anche la presenza delle numerose “Natività” del designer Ambrogio Pozzi (Varese 1931- 2012), formatosi a Faenza e operante poi a Gallarate: un tema, questo, da lui affrontato più volte, risolto sia con colori limitati a una scala cromatica estremamente ridotta (bianco, nero, rosso e oro) che attraverso eleganti forme geometriche, il cono, la sfera e il triangolo, che si discostano certo dalla tradizione, non rinnegandola. La forma conica, in particolare, assume qui un valore estetico sia per la sua raffinata geometra, che per i valori trascendenti che la caratterizza: slancio verso l’alto e, di conseguenza, verso il divino. E dunque, i suoi presepi/natività si propongono con forme ed essenziali composizioni quasi astratte, felici sintesi dell’atmosfera sacra della scena religiosa.

E, per restare ancora sul territorio, ecco una testimonianza anonima dalla Ceramica di Ghirla, storica fabbrica di maiolica e ceramica, attiva dagli ultimi anni del XVIII° secolo, Appartiene invece alla scuola ligure Giovanni Battista De Salvo, detto Gibba, savonese (1903-1964), che si avvicina alla ceramica frequentando le fornaci albisolesi, esordendo nel 1924 a “La Casa dell’Arte” di Albissola e dal 1930 presente con regolarità già a Monza e poi alle Triennali di Milano.

Non mancano poi “esemplari” contemporanei, come il colorato e “ludico” presepe di Massimo Giacon, celebre fumettista, che rivisita la tradizione delle popolari statuine in porcellana consuete nelle fabbriche europee del XVIII secolo. Di Giulia Filippi – Lineasette (Marostica – Vi), Tenerezza, tre pezzi in grès porcellanato: una “Sacra Famiglia”, simbolo dell’unione, della gioia e dell’armonia, dinamici il gioco degli sguardi e delle linee convergenti dei protagonisti.

Nonché un presepe di Ottaedro di Laveno, denominazione di un gruppo costituitosi negli anni Ottanta per sperimentare e realizzare ceramiche recuperando la tradizione manifatturiera locale, iniziando a rivisitare proprio il tema della Natività di cui propose numerose varianti. Completano la rassegna due piccoli, curiosi presepi, di fattura popolare il primo, più dal mood contemporaneo il secondo. Nella stessa occasione sarà ufficialmente annunciato il riconoscimento del Museo Internazionale della Ceramica di Laveno da parte della Regione Lombardia: “rinasce” così questa particolare ed unica realtà museale lombarda, il riaccredito ottenuto dopo aver assicurato il rispetto degli standard obbligatori, che rinnovano l’impegno di mantenere una gestione in linea con le richieste regionali.

Infine, sarà presentato in anteprima l’appena pubblicato “Antonia Campi a Capodimonte” (edito da freemocco): il racconto e le immagini di inediti di Campi, alcuni firmati con Antonella Ravagli (Anto), prototipi che hanno preso la via di Capodimonte, una decina di pezzi che Valter Luca De Bartolomeis (designer e direttore) dell’ Istituto ad indirizzo raro Caselli Real Fabbrica di Capodimonte ha realizzato con i maestri e gli studenti della scuola, affiancandoli ad una gioiosa rivisitazione della tazza del servizio “Gallina”. Il volume sarà acquistabile dal nuovo anno presso il bookshop del museo.

Un uomo, una donna e un bambino…
Icone ceramiche della natività: una tradizione occidentale e cattolica
A cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana
Con la collaborazione di Carlo Sironi
30 novembre 2024 – 6 gennaio 2025
MIDeC, Museo Internazionale Design Ceramico
Laveno Mombello (VA)
Orari: sabato 30 novembre e Domenica 1° dicembre 10.00-16.00, mercoledì 4 e 25 dicembre e Giovedì 5 e 26 dicembre chiuso.
mer-gio 10.00-13.00 / — ven-sab-dom 10.00-13.00 / 15.00-18.00
Biglietti: ingresso gratuito tutto il giorno dalle 10.00 alle 16.00 il 30.11 e 01.12, intero 6 €, ridotto 3 €
Informazioni: segreteria@midec.org – tel. +39 0332 625 551.

29 Novembre 2024
Redazione VareseNews
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