Ancora fumo a Gavirate dal fienile bruciato, lanciata una raccolta fondi: “Aiutate i nostri animali”
Continuano le indagini per risalire alle cause del rogo. L'appello su Instagram per dare un sostegno all'azienda agricola Talamona, che ora si ritrova con decine di bovini da sfamare
Lunedì mattina alle 9 il fuoco era ancora attivo al fienile dell’azienda Talamona di Gavirate, località Voltorre: focolai non ancora spenti, fiamme non visibili, ma fumo che si levava dal terreno qua e là, frutto del lavoro di smassamento svolto per l’intera giornata di domenica, dopo il risveglio fra le fiamme e il pronto intervento dei vigili del fuoco.
L’odore di bruciato è ancora percepibile. Nulla a che vedere con quanto avvenuto a partire dalle 2 di domenica: le prime luci dell’alba si confondevano con la foschia della notte. Poi, migliaia di persone che vivono nella zona si sono accorte che a quella coltre si associava un persistente odore di bruciato, un fumo che riempiva il catino che si forma fra le montagne della Valcuvia: «Ma cos’è quella roba?».
«È il fumo di Voltorre».
Era il fieno stipato nella tensostruttura dell’azienda agricola Talamona, visibile passando lungo la strada provinciale 1 in direzione Varese, all’altezza del nucleo storico di Voltorre: sulla destra una grande gabbia annerita. Era – ed è, per quel che rimane del metallo forse inutilizzabile perché “cotto” dalle fiamme – il deposito temporaneo frutto degli sfalci di foraggio raccolto durante l’estate. Un lavoro che cent’anni fa veniva ancora fatto a mano, a falce, e che ora è affidato ai macchinari. Ma sempre di lavoro duro, lavoro agricolo, legato alla terra si tratta. Lavoro andato in fumo nella notte di domenica.
Le preoccupazioni immediate per la salute dei cittadini sono state subito sfatate da una comunicazione in tempo reale da parte del sindaco di Gavirate Massimo Parola.
Su quanto avvenuto stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Varese, stazione di Gavirate, chiamati nel corso della notte. A fronte dei rilievi effettuati e delle prime indagini, non figurano novità, e negli ambienti investigativi si propende per lasciare aperte tutte le ipotesi, dal fatto colposo al dolo.
Ma sul piano pratico, a prescindere dall’accertamento doveroso delle responsabilità, esiste un problema complesso da risolvere: sfamare le decine di bovini cui il foraggio era destinato.
Nelle ultime ore si è sviluppata una catena di solidarietà che trova nella rete un alleato efficace in questi casi: una raccolta fondi per salvare gli animali attraverso donazioni per l’acquisto di fieno. Il danno ammonterebbe a diverse decine di migliaia di euro, e i bovini dell’azienda agricola non possono aspettare.
La figlia di un agricoltore della provincia di Varese, conoscendo le difficoltà dei colleghi danneggiati, ha voluto lanciare una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe con l’obiettivo di raccogliere 20 mila euro per l’acquisto del fieno: «Ora si ritrovano, oltre ai vari danni materiali e alle fatiche di un anno intero, a guardare al futuro mentre tutto va in fumo. Le lacrime scendono soprattutto per le loro mucche e i loro simpatici asinelli, ora senza foraggio giornaliero per l’inverno. Le mucche e gli asinelli non parlano e non capiscono la nostra lingua, ma sono sicura che comprenderanno il cuore solidale di ognuno di noi».
Sul posto fra domenica notte e per l’intera giornata hanno lavorato decine di vigili del fuoco accorsi da numerosi distaccamenti dell’intera provincia di Varese.
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