Crisi industriale e futuro del lavoro. La sfida della Fim Cisl dei Laghi a Biandronno
Il consiglio generale dei metalmeccanici della Cisl dei laghi si è riunito nella Sala consiliare di Biandronno per affrontare il tema del futuro del lavoro e della sostenibilità industriale
Il consiglio generale della Fim Cisl dei Laghi il 29 novembre, giorno dello sciopero generale, si è riunito nella Sala consiliare del Comune di Biandronno per affrontare uno dei temi più delicati e urgenti per il territorio: il futuro del lavoro e della sostenibilità industriale.
La riflessione introduttiva del segretario provinciale della Fim Cisl dei Laghi, Gennaro Aloisio, ha puntato direttamente sulla crisi economica con la volontà di proporre soluzioni concrete. Il contesto è quello della crisi della Beko che coinvolge il sito storico di Cassinetta di Biandronno, già polo dell’elettrodomestico da incasso della multinazionale turca. La ristrutturazione aziendale di Beko sta portando alla chiusura di tre stabilimenti italiani e alla perdita di oltre 2.000 posti di lavoro, di cui 546 nella provincia di Varese.
La vicenda è emblematica della fragilità del tessuto industriale italiano e della mancanza di politiche strutturali capaci di prevenire scenari simili. Alla discussione hanno partecipato figure di spicco come Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl, Daniele Magon, segretario generale Cisl dei Laghi, e Mirko Dolzadelli, segretario generale Fim Lombardia, insieme a rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, tra cui il deputato Stefano Candiani e il senatore Alessandro Alfieri. Tra i relatori anche il sindaco di Biandronno, Massimo Porotti, e il vicepresidente della provincia di Varese, Giacomo Iametti.
Durante il dibattito, si è ripercorsa la cronologia degli eventi legati all’acquisizione di Whirlpool da parte del gruppo turco Beko. Nonostante l’attivazione del golden power, strumento che dovrebbe tutelare gli interessi strategici nazionali, la chiusura degli stabilimenti italiani dimostra il fallimento di una politica industriale che manca di visione e strumenti efficaci. «Siamo diventati sordi alla crisi, ma non abbiamo mai cercato una cura», ha sottolineato Gennaro Aloisio, segretario generale Fim Cisl dei laghi, evidenziando la necessità di un cambio di paradigma.
Tra gli spunti emersi, il più incisivo è stato quello di definire un piano industriale nazionale, che stabilisca regole chiare per evitare la delocalizzazione selvaggia e tutelare il tessuto produttivo dalle infiltrazioni extra-europee. Un altro tema cruciale riguarda l’armonizzazione dei costi del lavoro a livello europeo, per prevenire la competizione sleale tra i paesi membri.
Aloisio ha inoltre proposto una riduzione della pressione fiscale per le imprese che investono in modo etico e rispettano i diritti dei lavoratori, una misura che potrebbe attrarre capitali e favorire lo sviluppo locale. Interessante anche la strategia presentata da Nobis per affrontare la crisi Beko: la creazione di una Supply Chain che stimoli efficienza produttiva dell’azienda turca e garantisca la salvaguardia dei posti di lavoro. Questa proposta si inserisce in una visione più ampia che punta a valorizzare le sinergie tra imprese, istituzioni e comunità locali.
La giornata di lavori si è conclusa con le parole di Mirko Dolzadelli, che ha richiamato l’importanza di agire ora per garantire un futuro sostenibile perché «la sfida non riguarda solo i lavoratori di oggi, ma anche le generazioni future».
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