È morto Giori Ferrazzi, l’uomo dei due mondi dal grande cuore
Giori Ferrazzi ci ha lasciati. Ha vissuto tante vite e ognuna con la stessa passione, lo stesso sorriso, la stessa fede nel futuro e in Dio. Lo scoutismo, la cooperazione internazionale, la ristorazione, l’insegnamento e da ultimo di nuovo compiti dirigenziali nella scuola in Perù
“Io volevo dire che più va avanti più mi accorgo che la vita è qualcosa di meraviglioso. I risultati non contano. Io ricordo le persone con cui sono stato insieme, persone che mi hanno regalato emozioni e sentimenti. E salutarci adesso è difficile. L’amicizia è qualcosa che quando alzi il telefono dopo sei mesi che non senti una persona ti emozioni. Non so quanto ho da vivere, ma per il tempo che avrò da vivere mi sarete nel cuore”.
Giori Ferrazzi ci ha lasciati e questi suoi pensieri di qualche tempo fa valgono più di tante parole. Ha vissuto tante vite e ognuna con la stessa passione, lo stesso sorriso, la stessa fede nel futuro e in Dio. Lo scoutismo, la cooperazione internazionale, la ristorazione, l’insegnamento e da ultimo di nuovo compiti dirigenziali nella scuola.
Una vita votata al servizio, ovunque questo fosse. Una forte fede con caratteri tradizionalisti. Non era un amante di Papa Bergoglio e la sua provenienza dalle file della destra sociale (qui una lunga intervista realizzata in Nicaragua) spesso sembrava una eresia rispetto all’impegno che poi metteva nei confronti degli ultimi. È sempre stato dalla parte dei deboli, pagando anche di persona come in occasione dell’espulsione dal Nicaragua che era diventata la sua seconda patria.
Giori Ferrazzi è morto nella notte di domenica 10 novembre stroncato da un infarto. Aveva superato una crisi cardiaca oltre dieci anni fa. Stavolta non ce l’ha fatta. È stato trovato senza vita nella sua abitazione di Lima. Aveva 69 anni e lascia la moglie Susana e i figli Vittorio e Gianantonio.
Era molto conosciuto nel Varesotto e con questo aveva tenuto sempre legami. Tanti anni negli scout in Valceresio, poi il rugby, l’insegnamento fino alla scelta di partire giovanissimo per un’esperienza internazionale in Ecuador. Da quel momento non si è più fermato.
Si è spostato in Perù dove ha insegnato per diversi anni all’università. È diventato presidente nazionale della federazione del rugby. Nel frattempo aveva avviato anche un’attività nella ristorazione. Poi due incontri che gli cambieranno ancora la vita. L’amore con Susana con cui ha costruita una famiglia suggellata dalla nascita dei due figli. L’altra svolta è l’incontro con Terre des Hommes. Una collaborazione durata vent’anni tra il Nicaragua, l’Ecuador, la Colombia e il Perù con un intermezzo ad Haiti durante la tragedia del terremoto.
Giori era pieno di energia, di voglia di progettare ed era un motivatore incredibile. Dentro di lui era rimasta quella carica fanciullesca che legata alla grande esperienza maturata sul campo lo portava ad avere una capacità di costruzione e progettazione unica. Sapeva coinvolgere tutti e lo faceva bene costruendo percorsi pieni di virtù. Era amato nelle comunità indigene, in quelle andine che fossero a quattromila metri in Ecuador come ad Apahua o in Perù a Omacha.
Alcuni mesi fa la nuova svolta. Dopo aver portato a termine un nuovo progetto a Cuzco nelle comunità sulle Ande peruviane ha deciso di lasciare Terre des hommes per accettare un nuovo incarico prestigioso diventando direttore del Collegio Italiano “Antonio Raimondi” a Lima.
Di seguito uno dei suoi ultimi discorsi in occasione della visita della sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi.
“In Perú, la scuola italiana rappresenta un segno tangibile di integrazione culturale in un paese che ci ha accolto con calore. Attraverso l’educazione, formiamo cittadini e leader di domani, trasmettendo valori e competenze radicate nella tradizione culturale italiana, ma aperte al dialogo e all’innovazione. La scuola “Antonio Raimondi” si impegna costantemente a offrire un’educazione di eccellenza. É un luogo dove gli studenti imparano a pensare criticamente, a valorizzare la bellezza e a comprendere le complessità del mondo contemporaneo.
Crediamo e ci sforziamo per assumere un ruolo significativo per l’integrazione degli italiani in questo paese. Non siamo soltanto uno spazio dove si mantiene viva la lingua e la cultura del nostro paese, ma anche un luogo di incontro e scambio con la cultura che ci ospita. Gli studenti italiani, insieme ai loro compagni peruviani o provenienti da altre nazioni, apprendono l’importanza del rispetto e della convivenza pacifica, arricchendo il tessuto sociale delle comunità in cui vivono.
Sentiamo il desiderio di essere un punto di riferimento per il nostro paese all’estero: un riferimento potente di divulgazione della nostra storia, delle nostre tradizioni e della nostra capacità di innovare nel bel mezzo delle difficoltá che la storia ci ha riservato.
L’Italia ha dato tanto al mondo in termini di arte, scienza, filosofia e diritto e, attraverso le nostre scuole all’estero, continua ad offrire un apporto significativo alla crescita intellettuale e morale delle giovani generazioni. Ecco: la scuola é il luogo dove si coltivano sogni, dove si formano personalità complete e dove si costruisce il futuro.
In un mondo sempre più connesso, la scuola italiana non è solo una finestra sull’Italia, ma una porta aperta sul futuro, simbolo di speranza e collaborazione internazionale”.
Il nostro legame con Giori era molto forte e abbiamo gestito tanti progetti insieme. In Nicaragua con un gruppo di imprese varesine che coinvolgeva una decina di comunità dell’infanzia e ragazzi adolescenti. Poi il film Digitalife con la sua partecipazione da Los Guatuzos, una riserva di biosfera al confine con il Costarica. Luogo che ha visto impegnato anche Xmas Project con la realizzazione di un Libriosolidale e Terre des hommes con il direttore Paolo Ferrara. Esperienza che avremmo poi ripetuto ad Apahua sulle Ande dell’Ecuador e lo scorso anno ad Omacha nelle comunità peruviane insieme con Matteo Fiorini.
Giori lascia un vuoto, ma resterà per sempre viva la sua carica, la sua energia, il suo spirito di servizio. Con queste anche alcune contraddizioni che spesso erano ragioni di lunghe discussioni, ma se qualcuno avesse dubbi sulla ricchezza che può nascere dalle differenze con Giori se li sarebbe tolti. Ogni confronto era motivo di profonda ricchezza.
Tutta la redazione di VareseNews esprime le proprie condoglianze alla famiglia e ai tanti amici che lascia.
Per chi volesse lasciare un necrologio.
Alla Chiesa delle Bustecche, mercoledì 13 novembre alle ore 20:30, sarà recitato il Santo Rosario mentre sabato 16 novembre alle ore 18:30 sarà celebrata una Santa Messa in suffragio
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