Il direttore dell’assessorato al Welfare Cozzoli lascia. Le opposizioni “Ennesima dimostrazione di incapacità”
Il democratico Astuti e il Cinquestelle Di Marco parlano di incapacità del centro destra che sta distruggendo il servizio sanitario pubblico
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Cambio della guardia alla direzione Welfare di Regione Lombardia. Dopo appena 9 mesi, Carlo Cozzoli lascia la guida dell’assessorato guidato da Guido Bertolaso. La decisione, a quanto dichiarato dal Presidente Attilio Fontana, sarebbe dello stesso assessore all’interno di una riorganizzazione per migliorare la funzionalità interna.
Come successore si indica Mario Melazzini, attuale direttore sanitario di Niguarda, ex assessore alla sanità e uno degli ultimi storici funzionari ciellini.
La notizia è stata criticata dalle opposizioni: «Nel giro di soli nove mesi, Regione Lombardia ha visto l’avvicendamento del quarto direttore generale dell’assessorato al Welfare sotto la guida di Attilio Fontana – ha commentato il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti – Marco Cozzoli, presentato come il candidato ideale per sostituire Giovanni Pavesi grazie alle sue presunte grandi capacità, è già stato messo da parte. Questa ennesima sostituzione dimostra chiaramente l’incertezza e la confusione che dominano la gestione della sanità lombarda. Cambiare continuamente i vertici delle direzioni generali è un errore che compromette la stabilità e l’efficienza del sistema: ogni cambio equivale a fermare tutto e ripartire da zero. Considerata poi la complessità della macchina sanitaria, tornare alla piena operatività richiede tempo e risorse, entrambe ormai troppo scarse. La piena operatività, del resto, è un obiettivo ancora lontano: in Lombardia le liste d’attesa continuano a crescere come in nessun’altra regione d’Italia, il progetto del centro unico di prenotazione è praticamente bloccato e manca un vero piano sulla prevenzione. Il problema vero, quindi, non è cambiare i tecnici, ma la politica che li guida».
Nicola Di Marco (capogruppo M5s Lombardia): «Il nuovo cambio al vertice della sanità lombarda è l’ennesima ammissione di incapacità della Giunta Fontana. In un arco di tempo inferiore a quello di una legislatura sono cambiati tre assessori e diversi direttori generali. L’ultimo nell’ordine era stato nominato, fra le polemiche, solamente nove mesi fa. L’unica costante di questo stato di anarchia sono i disagi che subiscono i cittadini lombardi. Al netto degli annunci le liste d’attesa per esami e visite specialistiche restano infinite, le case della comunità, che avrebbero dovuto rilanciare la medicina territoriale, sono vuote, i medici e i pediatri di base sono sempre meno e il fenomeno dei gettonisti continua a minare l’organizzazione dei Pronto Soccorso. È il momento di rendersi conto che il problema non sono le persone, ma il modo in cui il centrodestra sta distruggendo il servizio pubblico sanitario regionale».
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